Corriere della Sera, 23 agosto 2023
Un libro sulla sorella di Mozart e le altre donne della musica dimenticate
Bisognerà aspettare il 2025 per vedere in scena sul palco del Teatro alla Scala la prima opera scritta da una donna, Silvia Colasanti. Del resto, lirica e musica classica offrono tradizionalmente un’immagine quasi esclusivamente maschile. Eppure, come ricorda la giornalista specializzata in musica classica Aliette de Laleu, autrice di Mozart era una donna. Storia della musica classica al femminile (Odoya), in ogni epoca le donne ci sono state. E non solo come muse.
Il saggio offre l’occasione per scoprire la carriera di Barbara Strozzi, nota compositrice dell’Italia barocca, nata nel 1619 a Venezia, che poté vivere della sua attività musicale pur essendo madre single di quattro figli. O quella di Clara Haskil, una delle più grandi musiciste del Novecento che dovrà però attendere la fine della Seconda guerra mondiale perché al suo talento venga riconosciuto il giusto valore.
Maria Anna Mozart, Nannerl per familiari e amici, maggiore di cinque anni del fratello Wolfgang, uno dei compositori più noti al grande pubblico, è stata un prodigio musicale. Dopo il matrimonio impostole dal padre sparì dalle scene – e di conseguenza dai libri e dalla storia. Risultato: nessuno si ricorda di lei.
Quanti possono dire di conoscere Cassia di Costantinopoli (IX secolo), celebre sia per le sue composizioni che per la sua prosa, unica donna a essere citata fino al XVI secolo tra i grandi innografi della Chiesa bizantina? O Ildegarda di Bingen, religiosa medievale tedesca autrice di più di sessanta opere sacre? O, ancora, Élisabeth Claude Jacquet de La Guerre, cresciuta alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, e geniale clavicembalista, autrice della prima opera, Céphale et Procris, scritta da una donna per l’Académie Royale? Rimanendo in Francia, non si può non ricordare Hélène de Montgeroult, tra le pianiste più famose del XVIII secolo: sfuggita alla ghigliottina grazie al suo virtuosismo, è l’autrice uno dei più importanti metodi di insegnamento pianistico della storia.
Tra due anni
Nel 2025 in scena alla Scala la prima opera scritta da una donna, Silvia Colasanti
Ci sono poi compositrici riconosciute più per le relazioni amorose che per la loro musica. Come Clara Schumann, moglie di Robert: lui ne ammira il lavoro ma non vuole che quest’ultimo le porti via troppo tempo, né che lei occupi troppo spazio. Alla morte di Schumann, a 46 anni, l’ultima parte dei quali rinchiuso in manicomio, Clara si dedica a una vita da concertista e insegnante, nonché a mantenere in vita la musica del defunto marito.
Al talento delle compositrici Alma Mahler e Fanny Mendelssohn hanno fatto ombra rispettivamente il marito e il fratello. Prima di sposare Alma, Gustav scrive una lettera di venti pagine alla fidanzata in cui le chiede di smettere di comporre per evitare all’interno della coppia una rivalità che sarebbe stata «ridicola e degradante»; non è da meno Felix Mendelssohn: alla sorella pianista e compositrice, in potenza una delle figure più eminenti del Romanticismo tedesco, proibisce severamente di esercitare la sua arte.
Come mette in chiaro de Laleu, «per una donna, una vita da musicista è possibile solo se si rispettano alcune condizioni: un elevato status sociale, l’indipendenza economica, nessun marito che ostacoli la carriera». E conclude: «Se la storia dei capolavori e dei “geni”, quella degli uomini, può continuare a esistere, deve però ora includere anche le donne».