Corriere della Sera, 23 agosto 2023
Re Felipe incarica Feijóo ma i numeri per il governo non ci sono
Il primo giro di campo spetta ad Alberto Núñez Feijóo. Il leader dei Popolari riceve da Re Felipe VI di Spagna l’incarico di provare a formare un governo. Il vincitore delle elezioni del 23 luglio non è riuscito finora a tradurre quel primo posto in una maggioranza parlamentare, ma ha accettato. «Daremo voce agli oltre 11 milioni di cittadini che vogliono cambiamento, stabilità e moderazione», ha detto ringraziando il sovrano.
Al momento, però, non ha abbastanza seggi per spuntarla in un voto di fiducia: sono due quelli previsti per legge, a distanza di 48 ore. La data sarà fissata dalla neopresidente della Camera, Francina Armengol, del Psoe. L’ex governatore della Galizia può contare su 172 deputati: ai 137 del suo partito vanno sommati i 33 i Vox e due alleati regionali (Coalición Canaria e Upn).
L’ultradestra aveva posto delle condizioni. Di più. Il segretario generale di Vox, Ignacio Garriga, aveva pronunciato un ultimatum: esigeva «spiegazioni» dal Pp. Ieri mattina il presidente dei sovranisti Santiago Abascal ha invece confermato, al Re e al «señor Feijóo», di essere pronto ad allearsi con il centrodestra. Tra le richieste, però, la fine del «cordone sanitario» ai suoi danni, che si è rivisto di fatto nella votazione per i vertici del «Congreso», una vittoria dei Socialisti che ha lasciato Vox senza nemmeno una vicepresidenza.
Secondo la sinistra, Feijóo andrà a sbattere. A Felipe VI il premier uscente Pedro Sánchez ha ribadito di «essere nelle condizioni di riunire il sostegno parlamentare necessario». Cioè di avere i numeri per un nuovo governo. In caso di duplice fallimento del Pp, toccherà a lui. Può contare su diversi partiti regionali che allargano il pacchetto di mischia «progressista» rispetto ai 121 seggi di Psoe e ai 31 di Sumar. Sánchez ha rivendicato i 178 voti con cui la settimana scorsa il Psoe ha conquistato la presidenza della Camera. In quel caso, ha intercettato il sostegno dei catalani di Junts, che però non è scontato.
La Casa Reale ha rispettato il cerimoniale, una «pratica diventata una consuetudine», indicando Feijóo in quanto leader del partito più votato. Sánchez già tratta con gli indipendentisti. «Non c’è alternativa a un governo del progresso», ha scandito. Dal primo voto di fiducia, però, l’orologio comincerà a ticchettare: se entro due mesi da allora nessuno avrà la maggioranza, andranno convocate nuove elezioni.