la Repubblica, 22 agosto 2023
Pratt e l’Ulisse
L’Odissea fu il primo libro che un giovane Ugo, non ancora Hugo, comprò da solo, a otto anni. Il suo vero nome era Ugo Eugenio Prat, mutato a diciotto anni in Hugo Pratt «per darsi un’aria anglosassone» (come scrive Dominique Petitfaux nella biografia Il desiderio di essere inutile ).La fascinazione era cominciata. Il filo dell’avventura si srotolò a lungo, attraversando una vita movimentata e una produzione multiforme ma coerente («faccio delle storie a fumetti d’avventura», diceva). Oggi si ritrova nelle opere esposte nella mostra “Da Ulisse a Corto Maltese, viaggio dell’immaginario di Hugo Pratt” che inaugura il 25 agosto in apertura del Recanati Comics Festival e resta al Museo Civico Villa Colloredo Mels fino al 7 gennaio.
Oltre 60 tavole originali e riproduzioni su alcune figure centrali della sua “letteratura disegnata”, con rimandi ai suoi riferimenti letterari: da Omero («siamo tutti suoi discendenti») a Stevenson («mi ha mostrato come si possa dare a un racconto d’avventura una dimensione poetica»). Al centro dell’esposizione, le 25 tavole originali – più copertina – su l’ Odissea che Pratt, tornato in Italia dopo dodici anni in Argentina, disegnò nel 1963 per ilCorriere dei Piccoli.
Quell’Ulisse, marinaio anche lui, arrivò prima di Corto che nacque nel 1967 conUna ballata del mare salato pubblicata sul numero 1 diSgt. Kirk.
A volte alcuni personaggi sopravvivono ai loro creatori. Sono ventotto anni che Hugo Pratt, scomparso a Losanna il 20 agosto 1995, non c’è più. Ma lo stuolo di attraversatori di mondi, plasmati dal disegnatore veneziano, è vivo. È una questione di aura, di incantesimi che si rinnovano. «Grazie alla misteriosa regola semiotica che definisce le icone letterarie come sempre vive, persino più possenti dei dispositivi spazio-temporali, perché radicate nel nostro immaginario», spiega Stefano Cristante inCorto Maltese e la poetica dello straniero.
«Basta l’avventura, un impossibile tesoro, un orecchino».
Le storie a fumetti sono ripartite da tempo. Nel 2015 è apparso il primo Corto senza Pratt. «A vent’anni dalla morte di Hugo», racconta Patrizia Zanotti (a lungo collaboratrice diPratt e colorista dei suoi disegni, oggi alla guida della società Cong che ne cura i diritti), «c’era tutto un pubblico che era rimasto orfano di Corto Maltese. Hugo stesso aveva espresso la volontà di far vivere Corto dopo di lui. Era uno spirito aperto, amava l’idea che qualcuno potesse continuare». Sono nate così nuove avventure con protagonista Corto. Colme di atmosfere e citazioni prattiane, ma indipendenti. «Non vogliamo essere solo i custodi di un tempio», continua Patrizia Zanotti, «ci siamo rivolti a due autori spagnoli, lo sceneggiatore Juan Díaz Canales e il disegnatore Rubén Pellejero, lasciandoli liberi di reinterpretare. Hanno prodotto quattro avventure, tra il 2015 e il 2022, da Sotto il sole di mezzanotte aNotturno berlinese (editi da Rizzoli Lizard), un grande successo che ha rinnovato l’attenzione sul personaggio; nel 2021 è arrivato anche Oceano nero (edito da Cong), questa volta su proposta di due autori francesi, lo sceneggiatore Martin Quenehen e il disegnatore Bastien Vivès, un Corto più vicino alla nostra epoca, alle nuove generazioni».
Reinvenzioni che danno vita a nuove narrazioni, suscitando attese (la serie tv su Corto annunciata da Frank Miller) e scontando qualche sussulto o riserva tra i puristi. Trasformazioni grafiche e trovate narrative alla base anche dell’ Ulisse edito da Cong lo scorso giugno, una rivisitazione più simile a un inedito che a un recupero filologico: grazie ai disegni di Pratt, dai colori nuovi e liberati dalle gabbie delle vignette sull’ Odissea realizzate sessant’anni prima, e ai testi di Fabrizio Paladini eMarco Steiner che danno voce a Telemaco e Ulisse. In occasione della mostra di Recanati, Cong ha creato un cofanetto in tiratura limitata – 99 esemplari – contenente la riproduzione delle tavole in bianco e nero colorate sul retro dai grafici delCorriere dei Piccoli per la pubblicazione, in una scatola con timbro postale e lettera di restituzione così come furono recapitate all’epoca all’indirizzo del disegnatore a Venezia.
Pratt era un veneziano nato per caso a Rimini, vissuto tra l’Africa coloniale italiana, ritorni in Italia, lunghi soggiorni in Sudamerica e poi di nuovo Europa, con viaggi frequenti nei luoghi di ispirazione, come i Mari del Sud. E approdo infine in Svizzera, accanto a Losanna, sul lago Lemano. Un’esistenza piena di svolte, ormeggiata in un mondo lindo, ordinato.
Cosa vi aveva trovato? «La Svizzera, grazie alla sua posizione centrale tra la Francia e l’Italia, era per me l’ideale»; «vivo in un Paese bello e tranquillo, ma anche ricco di leggende e miti»; «per chi vuole andare al di là degli stereotipi delle banche, del cioccolato, la Svizzera è un paese appassionante e di cultura»; «la Svizzera è anche uno stato d’animo che permette, nella tranquillità, di riordinare e di raccontare le esperienze fatte altrove».
Pratt amava la calma della sua casa a Grandvaux, villaggio sulle colline in riva al lago, dove ha vissuto dal 1984 ed è sepolto. La casa è un po’ più in alto rispetto al villaggio, sembra che i nuovi proprietari l’abbiano mantenuta così com’era. Il piccolo cimitero è lungo la strada che scende dalla stazione verso il centro delvillaggio, tra i vigneti terrazzati Patrimonio mondiale Unesco. Hugo riposa lì, con vista lago. All’orizzonte le sagome delle montagne, qualche vela, battelli che uniscono le sponde. La sua tomba è molto semplice: nome, cognome, date di nascita e morte. Sulla pietra grigia, all’ombra di un cespuglio di erbe aromatiche, oggetti per rendergli omaggio nel suo spirito: matite colorate, pennelli, pennarelli, biro in un contenitore; e poi pietre disposte a formare un cuore, conchiglie, a volte foglietti, bottiglie, lasciate spontaneamente da chi viene a salutarlo. Amava recarsi sulle tombe di persone che lo avevano ispirato, lo definiva una sorta di pellegrinaggio laico, per potersi «raccogliere simbolicamente con qualcuno che ha popolato i miei sogni». Come avrebbe voluto fare a Samoa, sul monte Vaea, sulla tomba dell’amato Stevenson-Tusitala, ma senza riuscirvi perché un tifone aveva abbattuto gli alberi sul sentiero.
Nell’unica piazza del paese, Place Hugo Pratt, sopra la cantina-enoteca Caveau Corto (che propone vini con etichette che riproducono i suoi disegni), c’è una grande statua in bronzo di Corto che guarda il lago, lontano. Più oltre, a una cinquantina di chilometri tra le montagne del Vaud, ha trovato finalmente casa la sua intera biblioteca: quasi 20 mila volumi, in più lingue. Rimasti chiusi per anni dentro centinaia di scatoloni, sono ospitati ora nelle teche di vetro di sette sale conferenze di un grande albergo, il Villars Palace. Si possono vedere e, facendone richiesta, consultare. Flash Gordon e Zorro, Steve Canyon e Terry e i pirati; National Geographic e Sacro Graal. Raccontano passioni, fonti d’ispirazione. Quasi una scatola degli attrezzi, il mondo dietro le sue opere.