Corriere della Sera, 22 agosto 2023
Zero termico record, è a quota 5.328 metri
Come la Pianura Padana solo il deserto tra Egitto e Libia. Soltanto in pieno Sahara ieri alle ore 16 l’altezza dello zero termico, ossia la quota dove l’aria raggiunge la temperatura di zero gradi, era superiore a 5 mila metri di altitudine. Nelle mappe online da MeteoAm, il servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, l’Italia settentrionale era addirittura fuori scala, non contemplata nella legenda delle quote che si ferma a 5 mila metri. A Udine Rivolto alle ore 14 lo zero termico è stato posto a 5.195 metri.
Nella notte tra domenica e lunedì la quota dello zero termico aveva battuto i record precedenti: 5.328 metri riscontrati dalla stazione di radiosondaggio di Novara Cameri. Il dato aveva superato il primato di 5.298 metri stabilito poche ore prima in Svizzera nella corrispondente stazione di Payerne, il valore più alto registrato in territorio elvetico da quando nel 1954 è iniziata la raccolta di questo parametro.
L’altitudine dello zero termico rappresenta la quota dove si posiziona l’isoterma 0 gradi, cioè l’altezza dove la temperatura dell’aria è pari al punto di congelamento dell’acqua. Come paragone si può assumere la vetta del Monte Bianco a 4.810 metri di altezza.
Ciò non significa che in questi giorni i ghiacciai delle Alpi si trovano ad affrontare temperature superiori agli zero gradi, perché lo zero termico è influenzato anche dalla presenza delle montagne: per esempio ieri sul Monte Rosa era posizionato all’altezza della Capanna Margherita a circa 4.500 metri. Ne risulta però che si trovano molto spesso in stato di fusione, una grave minaccia per la stabilità e l’esistenza stessa dei ghiacciai alpini, specie per le fronti glaciali che si spingono a quote più basse.
La glaciologa austriaca Andrea Fischer ha chiarito che «i ghiacciai austriaci non possono più essere salvati ed entro il 2050 quelli delle Alpi orientali saranno storia». Tra questi il ghiacciaio della Marmolada, dove già il 3 luglio dello scorso anno si è verificato un distacco che provocò 11 morti. La stazione meteo non ufficiale sulla vetta a 3.343 metri ha certificato ieri una massima di 14,2 gradi. In Alto Adige si è verificato anche il fenomeno dell’inversione termica, ossia ha fatto più caldo sulle vette che nelle valli: a Cima Libera (3.400 metri) la temperatura minima non è scesa sotto i 9 gradi, mentre a San Giovanni in val di Vizze (2 mila metri più in basso) ce n’erano otto.
Temperature roventi ieri in pianura: a Milano 38,2 gradi, a Nizza Monferrato,in Piemonte, 39, 37,9 a Borgonovo (Piacenza). Torrido anche in Toscana (40,2 °C a Larciano, Pistoia) e in Sardegna (38,4 a Milis, Oristano). Un vasto incendio è divampato nella notte all’isola d’Elba. Evacuate alcune case e un campeggio.
La terza bolla rovente di quest’estate dovuta all’anticiclone africano durerà almeno altri 4 giorni. Oggi 16 le città in bollino rosso per il caldo (Torino, Milano, Genova, Bolzano, Bologna, Brescia, Verona, Trieste, Firenze, Perugia, Roma, Rieti, Frosinone, Latina, Napoli e Palermo) alle quali domani si aggiungerà Venezia. «Da venerdì è molto probabile un cedimento dell’anticiclone, con aumento della probabilità di precipitazioni soprattutto su Alpi e Prealpi e un significativo calo termico, più marcato nel corso del prossimo fine settimana», sono le previsioni di Arpa Lombardia.