Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  agosto 22 Martedì calendario

Bernardo Arévalo è il nuovo presidente del Guatemala

n Guatemala vince
il sociologo figlio d’arte
che combatte i corrotti
Greta Privitera
L’immagine scelta per il grande trionfo: una scritta in grassetto, gialla, ripetuta cinque volte, «Gracias». Davanti, Bernardo Arévalo, che sorridente e fiero ringrazia chi ha creduto in lui e lo ha scelto come nuovo presidente del Guatemala.
Arévalo ha vinto al ballottaggio con il 58 per cento dei voti, contro la sua rivale, la conservatrice ed ex first lady Sandra Torres – alla terza candidatura – che si è fermata al 37. «Il popolo guatemalteco ha parlato forte e chiaro», ha commentato il politico di centrosinistra, che, come si direbbe qui, nessuno aveva visto arrivare, dato che al primo turno del 25 giugno il suo secondo posto è stato una vera sorpresa: il suo nome non appariva in nessun sondaggio. Il leader del movimento Semilla (seme, ndr) è un sociologo, ha 64 anni ed è il figlio di Juan José Arévalo – primo presidente democraticamente eletto (1945-1951). Si è fatto strada promettendo di mettere fine alla corruzione, piaga della società guatemalteca. Un impegno che rasenta i confini del sogno in uno dei Paesi più corrotti al mondo, ma che ha intercettato le speranze di una parte della popolazione – sopratutto i giovani e giovanissimi – che si sono riconosciuti nel desiderio di riformare un Guatemala dove sei famiglie su dieci vivono sotto il livello di povertà.
Non sono da sottovalutare nemmeno le accuse fatte al presidente uscente Giammattei, incolpato di aver costretto all’esilio più di un centinaio tra magistrati, giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani, che Arévalo ha giurato di far tornare.
Per capire quanto il sistema guatemalteco sia opaco, basta andare indietro di qualche giorno prima del ballottaggio, quando la Procura ha cercato di impedire a Semilla di candidarsi, accusando il movimento di irregolarità. Accuse respinte poi dalla Corte Suprema. «Sappiamo che è in corso una persecuzione politica che viene portata avanti attraverso le istituzioni. Vogliamo pensare che la forza di questa vittoria metterà in chiaro che non c’è posto per i tentativi di far deragliare il processo elettorale», ha commentato Arévalo.
Ma le difficoltà sembrano essere già all’orizzonte. Se il presidente uscente si è congratulato per la vittoria, la sfidante Torres per ora non ha parlato. Il suo partito ha rilasciato una dichiarazione: «Prenderemo posizione solo quando i risultati saranno chiariti con totale trasparenza».