Corriere della Sera, 22 agosto 2023
Le verità di Sarkozy
La verità di Sarkozy
«Io e Angela Merkel
chiedemmo a Silvio
di dimettersi»
Esce in Francia l’autobiografia dell’ex presidente
dal nostro inviato a ParigiGiuseppe Sarcina
Cannes, 3 novembre 2011, vertice del G20. Nicolas Sarkozy e Angela Merkel cercano di convincere Silvio Berlusconi «a lasciare la guida del governo». Cosa che poi avverrà pochi giorni dopo, il 12 novembre. Sarkozy aveva già raccontato questo passaggio cruciale. Ma non nei termini e con i particolari ripresi nel suo libro, «Le temps des combats», il tempo delle battaglie, in uscita oggi in Francia, per l’editore Frayard.
L’ex presidente si dice «rattristato per la scomparsa di Berlusconi», poi ricostruisce gli eventi, partendo dal 26 aprile 2011, quando arriva a Roma per un bilaterale franco-italiano. In quell’occasione si mescolano i giudizi su Berlusconi e su Mario Draghi. Scrive Sarkozy: «Le nostre relazioni avevano iniziato a peggiorare. Berlusconi stava diventando la caricatura di se stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo. Il triste episodio del “Bunga-Bunga” aveva annunciato una fine poco gloriosa...Ho approfittato di quel viaggio romano per sostenere la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea… Draghi era competente, aperto e simpatico… La sua lunga collaborazione con Goldman Sachs ci avrebbe garantito un approccio più “americano” che “tedesco”. Aspetto decisivo ai miei occhi».
Sarkozy ricorda la micidiale crisi finanziaria, alimentata dalla sfiducia delle Borse. L’allarme in Europa era generale. In questo clima si arriva a novembre, al G20 di Cannes. Anche il presidente americano Barack Obama e il leader cinese Hu Jintao «erano molto preoccupati».
Il summit si era occupato del collasso greco, ma, nota Sarkozy, «a questo punto si trattava di salvare la terza economia dell’eurozona: l’Italia». I tassi di interesse sul debito pubblico avevano raggiunto il 6,4%, un livello considerato insostenibile.
«Angela Merkel e io decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto». Il premier italiano «cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani. Voleva creare altro debito da mettere sulle spalle solo dei suoi compatrioti. Tutto ciò era abbastanza delirante».
L’incontro diventò sempre più aspro, nonostante Berlusconi cercasse di alleggerire l’atmosfera «con qualche battuta delle sue», che Sarkozy giudicò «completamente fuori luogo».
Epilogo drammatico: «Ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro. Pensavamo sinceramente che la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui e il suo atteggiamento patetico...L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu (all’epoca premier greco) e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami...I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario».