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 2023  agosto 21 Lunedì calendario

La destra sconfessa Crosetto. Su Vannacci governo spaccato

ROMA – La destra litiga sul generale Roberto Vannacci. Nella maggioranza sono molti a non ritenere grave quanto il generale ha scritto nel suo libro omofobo e sessista. E a prendere piuttosto le distanze dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, reo di avere “umiliato” Vannacci e di adeguarsi al “politicamente corretto”. Dopo la frasetta di Giovanni Donzelli («Non è compito della politica, né del governo, né del partito di minoranza» valutare la correttezza di ciòche si scrive), la crepa a destra si è aperta. Si allarga, rischiando di diventare una voragine.
È il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi ieri a commentare via social: «Dopo il trattamento subito il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l’autorità dello Stato? Questo è regime».
Parte una grande “ammuina” nella destra, che dice e non dice, confonde le acque e, come recita il proverbio, parla a nuora perché suocera intenda. Gli attacchi a Crosetto sono infatti indiretti. Hanno come primo bersaglio il Pd e le opposizioni, che svelano la spaccatura della maggioranza. Crosetto aveva reagito sabato con una lunga nota in cui ha rivendicato la sua fedeltà alla Costituzione e alle leggi e denunciato quella destra con la quale non si trova a suo agio. Torna ieri in un tweet a sottolineare la propria diversità: «Sono diverso da chi mi attacca da una parte e dell’altra».
Ma il ministro della Difesa non deve guardarsi le spalle a sinistra, bensì dalla coalizione di governo e dallo stesso partito, Fratelli d’Italia, di cui è stato uno dei fondatori. Interviene anche Vannacci per declinare l’offerta di Forza Nuova, il partito di estrema destra, che gli ha proposto una candidatura a Monza alle suppletive, nel seggio che fu di SilvioBerlusconi: «Io faccio il soldato e voglio continuare a fare il soldato. Ringrazio chi mi esprime fiducia e lo faccio anche nei confronti di qualsiasi partito politico Tuttavia continuerò a fare il soldato e non ho fatto progetti per altre attività. È chiaro che le offerte che si ricevono sono dimostrazioni di fiducia, perciò ringrazio per la fiducia».
Prova a riportare la discussione nel merito la segretaria del Pd, Elly Schlein. Spiega che una cosa è garantire la libertà di espressione, altra è diffondere idee discriminatorie: «Non tolleriamo i tentativi di negare e rivedere la storia. La Costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano, non garantisce libertà a chi vuole negare diritto di espressione a gruppi di persone, di chi vuole zittire le minoranze. La Carta non tutela le idee discriminatorie», scandisce. Illeit motiv a destra invece è: «Nella garanzia dei diritti non ci sono gerarchie», secondo Sgarbi.
Il capogruppo di FdI, Tommaso Foti denuncia la «polemica virulenta, accusando l’avversario politico di ciò che non ha mai detto»: in questo caso la difesa è di Donzelli, eludendo lo scontro con Crosetto. Rincara la vice capogruppo di FdI, Augusta Montaruli: «Bene dice Donzelli, la sinistra si conferma più soviet che democratica». Ma il “re è nudo”: la destra e le sue contraddizione sono davanti agli occhi di tutti. Afferma Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd: «Il delirio di Donzelli su Vannacci sconfessa Crosetto. Per Fratelli d’Italia nessun problema seun generale in servizio sputa odio misogino, razzista, omofobo, per loro il problema è il Pd che chiede sia rispettata la Costituzione. È questa la linea del partito di Giorgia Meloni?». Non c’è da meravigliarsi per Nicola Fratoianni, il segretario di Sinistra italiana, visto che «da chi va in pellegrinaggio sulla tomba di Mussolini o da chi scambia per libertà di espressione una paccottiglia di pensieri razzisti, antisemiti, omofobi, c’è ben poco da aspettarsi di diverso da quanto manifestato da alcuni esponenti di FdI in contrasto pure con le decisioni del loro ministro della Difesa. Assomigliano al dottor Stranamore che non riusciva a impedire che ogni tanto scattasse il braccio teso».