Corriere della Sera, 21 agosto 2023
Trump deve 3 milioni di dollari a Giuliani e non vuole darglieli
Donald Trump è preoccupato per l’incriminazione di Rudy Giuliani, secondo fonti della giornalista del New York Times Maggie Haberman. L’ex sindaco di New York diventato simbolo della resilienza americana dopo l’11 settembre, è tra 18 complici accusati di aver cospirato per rovesciare l’esito del voto del 2020 in Georgia e che la procuratrice spera testimonino contro l’ex presidente. Giuliani è nominato anche nell’incriminazione federale del procuratore speciale Jack Smith. Ma Trump non è abbastanza preoccupato da pagare i 3 milioni di dollari che – secondo Giuliani – gli deve, per pareri legali e consulenze che gli offrì da avvocato quando era ancora alla Casa Bianca (senza contare le parcelle successive).
Il tycoon, che si sente ormai il sicuro candidato alla nomination repubblicana e ha annunciato che non parteciperà a dibattiti tv con i rivali (il primo previsto il 23 agosto), non ha mai detto apertamente perché abbia rifiutato di pagare Giuliani, ma secondo il libro di Andrew Kirtzman, «Giuliani: The Rise and Tragic Fall of America’s Mayor» (L’ascesa e tragica caduta del sindaco d’America), subito dopo l’assalto al Congresso, quando una collaboratrice dell’avvocato, Maria Ryan gli scrisse sottolineando che era al verde e chiedendo di compensarlo (oltre a conferirgli la Medaglia della Libertà e la grazia) Trump avrebbe rifiutato, avvertendo i suoi consiglieri che il 79enne non avrebbe dovuto ricevere «un centesimo», a meno che i suoi sforzi per rovesciare l’esito elettorale avessero successo.
Giuliani ha avuto il conto in banca prosciugato dal terzo divorzio, proprio quando lasciò lo studio legale per lavorare per Trump alla Casa Bianca, difendendolo nelle indagini sulle interferenze russe del procuratore Mueller e poi andando alla ricerca di «pistole fumanti» contro il presidente Biden e suo figlio Hunter. Ha perso il tesserino dell’ordine per aver tentato di rovesciare le elezioni e ora guadagna 400mila dollari l’anno con un programma radiofonico. Non basta per le parcelle dei vari processi connessi al suo lavoro per l’ex presidente. Il suo appartamento nell’Upper East Side è in vendita per 6 milioni e mezzo di dollari. Il suo legale, Robert J. Costello, ha chiesto aiuto a sei avvocati di Trump; tutti «capivano» ma i soldi non sono arrivati. Ad aprile lo stesso Rudy ha cenato con Donald in uno dei suoi golf club: una conversazione «piacevole» di due ore, conclusasi con vaghe promesse di far arrivare i soldi attraverso il suo «pac», l’organizzazione di raccolta fondi a sostegno della sua candidatura che ha già sborsato 21 milioni di dollari per le spese legali di Trump e di alcuni suoi alleati. A Giuliani sono arrivati solo 340mila dollari dal «pac» quand’era disperato perché non aveva i soldi per recuperare i documenti richiesti in Georgia in una causa per diffamazione. Da poco il figlio, Andrew Giuliani, ha strappato a Trump l’impegno di partecipare a due raccolte fondi.
Già in passato Trump ha rifiutato di pagare le parcelle di avvocati, incluso Michael Cohen, che poi gli ha testimoniato contro nel caso di Stormy Daniels. Ma nella cerchia di Trump si dicono sicuri che Rudy non lo tradirebbe mai.