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 2023  agosto 21 Lunedì calendario

Partono le verifiche incrociate su versamenti e redditi dichiarati

Oltre l’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele. Ernesto Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, annuncia controlli incrociati sui conti correnti per vedere eventuali incongruenze tra versamenti e redditi dichiarati.
ROMA Il governo ha firmato la convenzione con l’Agenzia delle Entrate fissando, tra gli obiettivi che l’ente guidato da Ernesto Ruffini dovrà raggiungere entro il 2025, l’incasso di 2,8 miliardi in più dalla lotta all’evasione fiscale. «Abbiamo spostato l’asticella in alto. E non mi riferisco al contrasto all’evasione – dice Ruffini —. Il nostro lavoro sarà valutato anche e soprattutto sull’incremento dei servizi telematici, sulla accelerazione dei rimborsi, sul contenzioso».
Come si è arrivati a definire l’obiettivo di 2,8 miliardi?
«Recuperando capacità operativa, grazie a un ambizioso piano di reclutamento di 11 mila funzionari. Un cambio di paradigma, se pensa che a fine 2022 eravamo sotto organico del 40%: 28 mila dipendenti invece di 44 mila».
Meno di tre miliardi a fronte di un’evasione di 100 miliardi l’anno. Non si poteva fare di più?
«Bisogna considerare che questo incremento è aggiuntivo rispetto ai risultati già conseguiti. Una decina di anni fa il livello di evasione fiscale “in senso stretto”, ovvero relativa a Irpef, Iva, Irap, Ires, senza considerare quella sui contributi previdenziali, si aggirava sugli 85 miliardi. Ma già nel 2019, grazie anche all’introduzione della fatturazione elettronica, era scesa a 75. Accanto a questa riduzione, c’è l’azione di contrasto vero e proprio dell’Agenzia, che nel 2022 ha recuperato la cifra più alta di sempre. E già quest’anno assicureremo 1,3 miliardi in più rispetto a quanto previsto dalla scorsa convenzione. Ora, il nuovo obiettivo alza l’asticella di circa il 15%».
Resta il fatto che tra le modifiche al Pnrr chieste dal governo c’è l’abbandono degli obiettivi iniziali di riduzione del tax gap, ovvero la differenza tra tasse che si dovrebbero incassare senza evasione e quelle che entrano effettivamente. Una resa agli evasori o cosa?
«La riduzione del tax gap è un obiettivo condizionato da tanti fattori, non solo fiscali. Il mutare repentino degli scenari economici e l’aumento dell’energia incidono sulla liquidità delle imprese e sui livelli di tax gap. Per quanto riguarda gli obiettivi affidati dal Pnrr all’Agenzia, oltre a quelli già raggiunti sulla precompilata Iva e le banche dati, abbiamo ancora due attività da chiudere entro fine 2024: l’invio di oltre 3 milioni di lettere di compliance, per un incasso di 2,77 miliardi. La buona notizia è che li raggiungeremo interamente già a ottobre, con più di un anno di anticipo, avendo già realizzato il 99% degli incassi».
Da un lato abbiamo il governo che firma una convenzione per assicurarsi più entrate. Dall’altro la premier ha criticato il modus operandi dell’Agenzia quando per raggiungere questi obiettivi si scatena in una caccia al gettito a tutti i costi. Si è mai sentito nei panni di chi chiede il «pizzo di Stato»?
«L’Agenzia si limita ad applicare la legge. E nella convenzione ci sono obiettivi di finanza pubblica, non di caccia al gettito. Anche perché non sono riconosciuti incentivi economici in base agli accertamenti svolti e ai soldi incassati, come ancora mi capita di leggere, ma in base ai servizi erogati. Da cattolico, so che fin dai tempi del pubblicano Levi la figura dell’esattore, comprensibilmente, non ha mai riscosso particolare simpatia. Ma oggi, in una democrazia, i soldi dell’evasione si recuperano non per conto dell’imperatore, ma a vantaggio della collettività. Compresi coloro che le tasse non le pagano. Oltre l’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele; meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento, cioè di chi presenta la dichiarazione, ma poi non salda quanto deve. Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza dei contribuenti è onesta e paga sempre tutto, fino all’ultimo centesimo, anche se non naviga nell’oro. Se vogliamo garantire i diritti fondamentali come sanità, istruzione, ordine pubblico, servono risorse. Ed è questo che fa l’Agenzia».
Che risultati si attende dai controlli incrociati con l’anagrafe finanziaria?
«È presto per fare previsioni, anche perché solo a maggio abbiamo completato le attività richieste dal Garante per la privacy per assicurare il corretto utilizzo dei dati personali. In prospettiva, l’Archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti nel nostro Paese. Le prime estrapolazioni basate su dati pseudonimizzati, cioè inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base a informazioni aggiuntive, riguarderanno il 2017 e consentiranno di individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi».
Quando partiranno queste estrapolazioni?
«Stiamo già partendo. E presto avremo i primi risultati».