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 2023  agosto 20 Domenica calendario

Storia del Monte Athos

Il rilievo montuoso che ospita una ventina di monasteri ortodossi, situato in Grecia sull’estremità orientale della penisola Calcidica, noto come Monte Athos, è uno Stato autonomo. Una repubblica monastica, se si preferisce. È un luogo dove tesori artistici, codici, tradizioni mistiche e spirituali convivono da secoli. Qualche visitatore ha paragonato l’Athos a un’isola di eterno lambita dal mare del tempo.
Difficile scrivere la data d’inizio della sua storia monacale. Possiamo ricordare, per testimonianza di Giuseppe Genesio, autore nel X secolo di una cronaca in quattro libri dal titolo Sul regno degli imperatori (vergata in un greco artificioso e oscuro), che monaci dell’Athos erano presenti al Concilio di Nicea del 787, dove si discusse sul culto delle immagini.
Di certo sappiamo che intorno al 1316 Gregorio Palamas, uno dei grandi teologi bizantini, si ritirò appunto sull’Athos, dove erano già monaci due suoi fratelli. Stette sulla Santa Montagna quasi vent’anni. Dopo questa esperienza entrò in contrasto con Barlaam di Seminara, dando inizio alla polemica sull’esicasmo, che durerà un trentennio.
Già, l’esicasmo. A volte si confonde con la preghiera ininterrotta, testimoniata dai Racconti di un Pellegrino russo; è però qualcosa di più: va inteso come un vasto movimento filosofico e teologico, non soltanto spirituale. Il termine greco “hesychia”, da cui deriva, assume significati oscillanti da calma a quiete, da silenzio a raccoglimento.
Christou Panaghiotis, curatore di un’edizione delle opere di Palamas, ha osservato che gli scritti di questo autore riportano la teologia a essere «visione di Dio», senza permettere alla prosa compiacimenti intellettualistici. Quello che impressiona il lettore d’oggi è la sua sfiducia verso la filosofia; la vera conoscenza di Dio, nota, non giunge da essa ma dalla preghiera continua.
Si dovrebbe poi ricordare che Palamas è santo della Chiesa ortodossa e uno degli autori della Filocalia, raccolta di testi ascetici e mistici che si ritrova, tra l’altro, nelle letture di Dostoevskij. In queste righe desideravamo segnalare l’uscita di una nuova traduzione di Palamas in italiano (una prima con il testo critico greco di Jean Meyendorff a fronte), curata da Maria Benedetta Artioli. Ha come titolo Luce del Tabor: il libro contiene Tre Triadi ed è la Difesa dei santi esicasti.
Pagine da meditare, partendo da quelle che rivelano come la sapienza dei filosofi sia soltanto relativa, via via sino alle forme di conoscenza o alle parti dove si ricorda che il corpo può diventare spirito. Riflessioni giunte da un monte dove il pensiero si confonde con l’eterno e sorride al fluire del tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gregorio Palamas
Luce del Tabor.
Difesa dei santi esicasti
Edizioni San Clemente/ Edizioni Studio Domenicano, pagg. 784, € 42