La Stampa, 20 agosto 2023
Una crociera da incubo
Nel rutilante mondo della città galleggiante, dove il divertimento è assicurato dal pacchetto all inclusive, teatro palestra minigolf 13 ristoranti più 7 bar & lounge escursioni escluse, 150 persone sono in piedi vestite solo con l’accappatoio. Assediano la reception della nave e non intendono muoversi di lì. La loro protesta stride con le luci della Serata in Bianco. O era la Serata Frizzante? Nessuno lo ricorda bene. Quel che si ricorda è però il momento d’imbarazzo per quel flash mob avvenuto sulla Costa Firenze, crociera ai fiordi norvegesi, prima settimana di agosto.
Perché siamo al secondo giorno di navigazione dopo la partenza da Kiel e quelle persone in piedi non sanno letteralmente che cosa mettersi addosso. Le loro valigie, che secondo la réclame dovevano trovarsi già nella loro cabina, non sono arrivate. A loro sono state consegnate rassicurazioni e un kit di sopravvivenza: spazzolino da denti, dentifricio, un pettine e un paio di mutande. Rigorosamente unisize. Per il resto, sono vestite come alla partenza, 48 ore prima.
Agli spagnoli, alla fine, andrà anche bene. Il vettore Iberia riuscirà a portare loro i bagagli al primo approdo utile, Geiranger. Peggio è andata agli altri 47 passeggeri italiani che le loro valigie, il cui arrivo è stato rinviato di giorno in giorno, non le hanno mai viste. Così come le escursioni, a temperature proibitive con i loro indumenti estivi.
C’è poco da divertirsi o rilassarsi quando passi ore al desk della compagnia per capire come riuscirai a vestirti nei giorni successivi. La compagnia aerea bulgara Elektra Airways deve aver combinato un vero pasticcio visto che le valigie si trovano sparse un po’ in tutta Europa tra Malpensa, Copenhagen e Oslo. Ma – obiettano i passeggeri – «noi il pacchetto l’abbiamo acquistato da Costa». E così, sulla nave, è successo un po’ di tutto, con scene grottesche e, a volte, umilianti. «C’erano bambini con la febbre, coppie che litigavano. Durante una cena siamo dovuti andare noi passeggeri a pietire di tavolo in tavolo assorbenti per tre ragazze che avevano il ciclo», racconta Nadia Perugini. Lei, la vacanza, se l’è organizzata con il figlio 15enne.
L’unica valigia che è riuscita a recuperare è stata quella del suo ragazzo: «A cena sono scesa con i miei pantaloncini corti e il personale mi ha rispedito indietro dicendomi che non era un abbigliamento consono – racconta –. Ho dovuto indossare un paio di pantaloni di mio figlio lasciandomeli slacciati sul davanti». Per 4200 euro di vacanza, non il massimo.
Rosilde D’Arienzo, 8000 euro per tutta la famiglia, spiega che i suoi due figli non hanno nemmeno visto la piscina. E ricorda una neo mamma: «Aveva finito i pochi pannolini che aveva portato nel bagaglio a mano. Ha chiesto di poter fare un annuncio a tutta la nave. Gliel’hanno negato. Poi si è arrangiata». Una ragazza, è ancora il racconto di Rosilde, «ha avuto un attacco di panico perché aveva dei medicinali nella propria valigia. Per farsene dare altri ha dovuto sottoporsi a una visita medica a bordo e pagarsela 130 euro».
A un certo punto, vista la situazione, Costa ha deciso di dare ai 47 sfortunati un buono da 400 euro da spendere sui negozi della nave. «Era facile riconoscerci – dice Rosilde –. Eravamo vestiti tutti Kelvin Klein o Hill Finger, qualcuno era riuscito a recuperare dei pile e delle giacche dell’equipaggio». Nonostante il buono, tuttavia, le taglie sono finite subito. Senza contare che una maglietta griffata non sostituisce l’intimo o beni di prima necessità.
Il rientro è stato quasi peggio. Causa maltempo Stravanger è stata sostituita – dice Luca Moscatelli – dall’amorfa e anonima Aarhus. Alcuni passeggeri hanno recuperato di loro sponte i bagagli all’aeroporto di Copenhagen inviando un video ai colleghi di sventura nel caso riconoscessero le loro valigie.
«Costa Crociere è molto dispiaciuta per i disagi occorsi – fanno sapere dalla compagnia – e si è subito attivata per cercare di far arrivare i loro bagagli a Malpensa. Purtroppo, per ragioni operative indipendenti della volontà di Costa, questo non è stato possibile. Ha immediatamente offerto assistenza offrendo un buono per l’acquisto di beni e ha costantemente informato gli ospiti sull’evolversi della situazione dei loro bagagli». La Vacanza Survivor, però, non era prevista nel pacchetto. —