Corriere della Sera, 19 agosto 2023
L’infermiera killer che ha ucciso sette neonati in culla
Sette assassinii e il tentato omicidio di sei neonati prematuri. È un caso che sconcerta la Gran Bretagna quello dell’infermiera Lucy Letby, giudicata colpevole da una giuria di Manchester e ora tra i peggiori serial killer nella storia del Paese.
Arrestata nel 2018, la 33enne aveva operato a lungo senza destare sospetti in due noti ospedali dell’Inghilterra settentrionale, il Women’s Hospital di Liverpool e il Countess of Chester Hospital. La polizia è stata allertata solo nel 2017, quando – celandosi dietro un atteggiamento attento e premuroso – l’infermiera aveva già straziato numerose famiglie spezzando vite appena sbocciate.
Un’iniezione d’aria, una dose eccessiva di insulina, il latte avvelenato, il diaframma spezzato: per ogni bimbo ucciso, una matrice diversa, spesso con l’inganno e la perfidia aggiuntivi di bigliettini all’apparenza sentiti scritti a genitori disperati o con l’offerta di un’ultima fotografia assieme.
Letby, stando al giudice, ha agito «con freddezza e premeditazione». È un «mostro», stando ai genitori di due vittime (che per ragioni legali possono essere identificati solo come bimbo L ed M), «che ci ha privato di ogni gioia e felicità».
Per portarla a giudizio la polizia ha dispiegato una squadra di 70 investigatori con un’operazione costata diversi milioni di sterline e soprannominata «Hummingbird», colibrì, forse in ricordo della fragilità dei bimbi uccisi e presi di mira. Per arrivare al processo, la polizia ha esaminato 4.000 nascite nei due ospedali risalenti agli anni in cui Letby ha prestato servizio. È emerso così che se fossero stati presi sul serio i dubbi espressi da alcuni medici, diverse vite sarebbero state salvate. Già nell’ottobre del 2015 il professor Stephen Brearey aveva lanciato l’allarme al Countess of Chester Hospital, dopo la morte di cinque neonati affidati alle cure di Letby. L’ospedale però non agì e l’anno successivo Letby tornò a colpire, uccidendo altri due bimbi. Sui fatti è stata ora avviata un’inchiesta del governo. «Voglio estendere le mie condoglianze ai genitori e alle famiglie coinvolti in questo caso orrendo», ha sottolineato il ministro della Sanità, Steve Barclay. «Con questa inchiesta spero che la loro voce possa essere sentita e che ottengano le risposte di cui hanno bisogno».
La giuria ha soppesato ogni caso, arrivando al verdetto dopo 110 ore di camera di consiglio, ma non tutte le famiglie hanno trovato la consolazione, per quanto parziale, della giustizia: su due casi Letby è stata giudicata non colpevole, mentre sul tentato omicidio di altri cinque bimbi la giuria non è riuscita ad arrivare a una decisione.
Increduli, i genitori dell’infermiera hanno assistito a tutto il processo in aula. Al termine la madre di Lucy Letby ha gridato «non può essere, c’è stato un errore».
Per Pascale Jones, avvocata della pubblica accusa, non è così. Letby «ha tradito completamente» la fiducia riposta in lei. «Le erano stati affidati – ha detto – i neonati più vulnerabili». L’infermiera, ha precisato, «ha fatto di tutto per nascondere i suoi crimini cambiando il modo in cui ha colpito le sue fragili vittime. Nelle sue mani sostanze innocue come l’aria e il latte sono diventate letali».