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 2023  agosto 19 Sabato calendario

Il generale Vannacci è stato rimosso

Non si spegne la polemica per le frasi contenute nel libro del generale Roberto Vannacci contro gay, migranti e femministe. Il militare è stato rimosso dal suo incarico. Ma sono anche arrivate critiche da una parte della destra nei confronti del ministro della Difesa Guido Crosetto che aveva criticato le parole del generale. Il Pd ha sottolineato che la decisione di trasferire l’ufficiale non è sufficiente. In un’intervista in tv Roberto Vannacci ha ribadito la sua tesi.
Roma Intanto rimosso dall’incarico, poi, alla fine dell’azione disciplinare si vedrà. Sono costate già molto al generale Roberto Vannacci quelle affermazioni sui gay «non normali», sulla campionessa di pelle nera Paola Egonu che «non rappresenta l’italianità» e gli altri giudizi choc su donne e immigrati contenute nel suo libro autoprodotto Il mondo al contrario. Ieri l’ex capo della Folgore è stato sostituito alla guida dell’Istituto geografico militare dal generale Massimo Panizzi, ed è stato richiamato a Roma senza incarico. Lasciando alle sue spalle una scia di accuse: tra le altre quella di omofobia e di istigazione all’odio.
Ma potrebbe non essere finita qui. È già partita una analisi sommaria che verificherà le dichiarazioni contenute nel volume e ascolterà la versione del generale per concludere, da norma «entro 90 giorni», se aprire l’azione disciplinare vera e propria. Stefano Graziano, capogruppo dem in commissione Difesa alla Camera chiede rapidità: «Auspico che l’analisi sommaria si chiuda al più presto. Basta una settimana», dice. E twitta: «Bene il trasferimento di opportunità ma non basta».
Intanto in procura militare si monitora la situazione. A ieri non era stato aperto alcun fascicolo anche se sono molte le associazioni che si ritengono diffamate da quel libro e si riservano di presentare esposti.
Una cosa è certa. L’ex incursore, pluridecorato, che ha recuperato civili in teatri di guerra e diretto missioni delicate, ha fatto arrivare critiche da destra sul ministro Guido Crosetto. Il titolare della Difesa aveva subito stigmatizzato le «farneticazioni» di Vannacci e sollecitato l’azione disciplinare. La cosa non è piaciuta all’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che afferma: «Anche ammettendo che il comportamento del generale sia stato criticabile, il ministro non poteva e non doveva censurarlo in modo così brutale».
Vannacci riceve il sostegno anche del sindaco di Pennabilli, Mauro Giannini, noto per le sue ordinanze anti-immigrati (fino a 15mila euro di multa per chi ne ospita uno) che intima al ministro Crosetto di tenere «giù le mani» dal generale. E di mostrare «rispetto per un patriota». All’ex capo dei parà dice anche «non sei solo», interpretando le voci di chi legge l’iniziativa di Vannacci come la prima mossa di un suo imminente futuro in politica. Per ora autoprodotto come il libro che però è in alto nelle classifiche di vendita di Amazon.
Anche per tacitare le critiche a destra, ieri, Crosetto è tornato a twittare per cinque volte sul tema. «Chi serve il Paese guidando pro tempore un’istituzione come la Difesa deve solo limitarsi a mantenere distacco ed applicare le regole e le norme. Nulla più, nulla di meno» ha affermato aggiungendo, quando ormai la rimozione del generale era di dominio pubblico: «Non esistono processi sommari fatti su social o media ma solo leggi e codice dell’ordinamento militare». Ma anche che «le forze armate, cui è consentito, per legge e Costituzione, l’uso della forza, devono operare prive di pregiudizi di ogni tipo (razziali, religiosi, sessuali). Perché tutti devono sentirsi sicuri. Chi indossa una divisa ha le sue opinioni ma, se la porta, le tiene per sé e la onora».
Il generale Vannacci si adegua, ma non tace. E, in tv, rintuzza: «Non faccio passi indietro».
Ma le polemiche divampano. «Il semplice trasferimento non è sufficiente. La sua presenza ai vertici dell`Esercito continua a recare discredito e disonore alle forze armate, a cui va sempre il riconoscimento per difendere i valori costituzionali che lui offende», twitta il dem Alessandro Zan che parla di «contenuti eversivi» del libro.
Attacca anche il M5S: «Non si può non considerare il messaggio di odio e disprezzo adoperato invece di difendere i più alti valori della nostra cultura, da chi dovrebbe aver giurato fedeltà sulla nostra Costituzione», dice il capogruppo al Comune di Firenze, Roberto De Blasi. «Il generale Vannacci ha scritto delle cose vergognose, e ha spiegato che non intende scusarsi. L’esercito italiano applicando le sue regole lo ha rimosso dal suo incarico. Risposta adeguata e tempestiva. Tutte le altre polemiche alimentano solo le vendite», afferma il deputato di Azione e Italia Viva Ettore Rosato. Per i Radicali Italiani Massimiliano Iervolino e Giulio Manfredi invece la risposta non basta: «Chiediamo al governo Meloni di revocare l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferita a Vannacci dal governo Conte I il 2 giugno del 2019. Non può fregiarsi di un’onorificenza della Repubblica chi dimostra di non rispettare i principi basilari della Costituzione, per la quale non esistono cittadini “normali” e “anormali” ma solo cittadini uguali di fronte alla legge».