la Repubblica, 18 agosto 2023
Lei fu stuprata ma i tre che abusarono di lei non avevano capito il suo no
Sull’abuso non ci sono dubbi: «È accertato che ci siano stati degli atti sessuali non pienamente voluti» si legge nella sentenza. Quella sera di metà settembre 2018 la ragazza, che aveva fumato cannabis e bevuto anche sotto la spinta del gruppo, fu costretta ad avere un rapporto sessuale da tre compagni di classe durante una festa.
Ma gli imputati, per il tribunale di Firenze, avrebbero frainteso il consenso della coetanea. La loro fu una «errata percezione», ha spiegato il giudice che per questo ha assolto gli imputati dall’accusa di violenza di gruppo. Ritenendo che il loro non fu un comportamento «penalmente rilevante».
Era passata da poco la mezzanotte. La giovane, all’epoca 18enne, si trovava a una festa in una casa di campagna fuori Firenze. Con lei una decina di compagni delle scuole superiori. Uscì in giardino e si sdraiò a terra, le girava la testa perché aveva bevuto. Accanto a lei tre compagni (due maggiorenni e uno minorenne). Uno di loro, incoraggiato da un altro, «continuava a invitarmi a bere, però siccome non volevo e a un certo momento mi sono trovata supina, lui mi appoggiava la bottiglia alla bocca», racconterà pochi mesi dopo sporgendodenuncia e ripercorrendo quei minuti: «Gli dicevo smettila e gli levavo le mani dal mio corpo».
La giovane avrebbe cercato di allontanarsi, ma senza riuscirci frastornata dall’effetto di alcol e stupefacenti. I ragazzi durante il rapporto si sarebbero domandati se lei usasse la pillola anticoncezionale. «Io gli dicevo “no smettetela”, l’ho ripetuto più volte, sin da subito». Poi uno di loro «ridendo, ha detto “ma questo è uno stupro”». E un altro «gli ha risposto “no, no, stai tranquillo”», riporterà la studentessa.
I minuti dopo furono quelli della disperazione: più invitati ricordano di averla vista rientrare piangendo. A un’amica disse: «Mi hanno stuprata, mi hanno stuprata». La telefonata ai genitori, poi il rientro a casa in silenzio e sotto shock. Nei mesi dopo la 18enne non riuscì a terminare la scuola e abbandonòall’ultimo anno senza diplomarsi. Venne assistita dagli psicologi.
Lo scorso marzo per due imputati è arrivata la sentenza di assoluzione, mentre per il terzo procede il tribunale minorile. Nelle motivazioni, depositate recentemente, il gup ha spiegato che «senza dubbio vi sia stato un comportamento eccessivo da parte dei tre ragazzi coinvolti, i quali, spinti dall’eccitazione, hanno fatto di tutto per indurre la ragazza a intrattenere un rapporto plurimo, corrispondente alle fantasie che gli stessi avevano coltivato nelle settimane precedenti». La giovane non si trovava «al massimo della lucidità e già questo avrebbe dovuto indurre i ragazzi a porsi il problema della sua piena capacità di prestare il consenso» si legge ancora nelle motivazioni.
Ma gli imputanti avrebbero frainteso «l’apparente disinvoltura di comportamento» della compagna. Ci fu, per il giudice, una «situazione certamente equivoca», dovuta allo stato di alterazione della giovane e di uno del gruppo «che non può non aver influito sulla completa percezione del consenso o del dis senso» della studentessa. «Ciò anche in relazione ai pregressi rapporti tra gli stessi» (con uno di loro la ragazza aveva avuto in passato dei rapporti).
Nelle motivazioni si spiega che le dichiarazioni della giovane avrebbero «scarsa attendibilità», a causa di alcune ricostruzioni poco coerenti tra loro e dei dettagli ritenuti difficili da ricordare in quello stato di alterazione. Nella sentenza viene tratteggiato il profilo degli imputati: «Condizionati da un’inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile hanno errato nel ritenere sussistente il consenso – si legge – una condotta certamente incauta, ma non con la piena consapevolezza della mancanza di consenso o della sua preponderante alterazione psicofisica».