la Repubblica, 17 agosto 2023
Il vero volto di Ötzi svelato dal Dna
Niente capelli lunghi. Ötzi era quasi calvo. La pelle bianca, solo un po’ imbrunita dal sole di montagna, è anch’essa poco veritiera. Il ritratto dell’uomo dei ghiacci va in parte corretto, perché un nuovo esame del Dna ha aggiunto dei tratti di penna all’immagine che ci siamo fatti di lui. «No, non faremo un nuovo manichino» sorride Albert Zink, che dirige il centro studi sulle mummie dell’Istituto Eurac di Bolzano, uno dei più fedeli studiosi di Ötzi. La raffigurazione in mostra al Museo archeologico di Bolzano, è opera dei gemelli olandesi Adrie e Alfons Kennis, specializzati nel ricostruire uomini primitivi. Anche se il Dna rivede quel ritratto, lascia intatti gli occhi nocciola intenso. Né cambia i tratti ruvidi e lo stupore di un uomo dell’età del rame che cammina a 3mila metri di altitudine sulle Alpi, incontra un suo simile, viene colpito da una freccia alla scapola sinistra (quindi alle spalle) e muore nella neve subito dopo.
Il corpo di Ötzi, un uomo tra i 40 e i 50 anni vissuto 3.200 anni prima di Cristo, è rimasto nel ghiaccio fino al 1991, quando due turisti lo scoprirono per caso. Il nuovo test del Dna è pubblicato su Cell Genomics. «Il precedente risaliva al 2012» spiega Zink. «Nel frattempo le tecniche sono molto migliorate». L’analisi di oggi ha trovato tratti tipici della calvizie maschile. «Alla sua età e con quei geni Ötzi aveva probabilmente perso buona parte dei capelli» conferma Zink. «Molte regioni del genoma confermano che la pelle era più scura di quanto pensassimo». La nuova analisi prova poi a tratteggiare l’origine dell’uomo dei ghiacci. Smentisce il legame con la Sardegna suggerito dal test del 2012, frutto di quel 7% di Dna moderno che ha contaminato il campione durante il recupero. «Ötzi ha un legame fortissimo con un’altra etnia, quella dei coltivatori anatolici» spiega Zink. Insieme ai cacciatori-raccoglitori stabilitisi già da tempo in Europa e ai pastori delle steppe asiatiche arrivati dopo la morte dell’uomo dei ghiacci, questi sono i tre ingredienti del sangue europeo. «Ötzi ha una componente altissima di Dna anatolico, il 92%» spiega il ricercatore. «Il suo gruppo viveva probabilmente isolato sulle Alpi». Ötzi e il suo clan non si univano con individui di altre etnie.
«Ma non vuol dire che non avessero contatti. Sappiamo che il rame dell’ascia proveniva dalla Toscana e la selce scheggiata era originaria del lago di Garda». Il Dna della mummia ci informa anche che era predisposto a diabete e obesità. «Ma non ne porta alcun segno. Avevamo notato l’aterosclerosi dell’aorta. Ötzi però camminava molto, faceva una vita sana ed era magro».