Corriere della Sera, 18 agosto 2023
Carmen Consoli ed Elvis Costello insieme in concerto
A Vancouver è mattina presto, a Catania invece è pomeriggio e c’è l’Etna che sta eruttando. Dal Canada alla Sicilia viaggiano messaggi audio e ferve un lavoro artistico che vede da un capo Elvis Costello e dall’altro Carmen Consoli: il grande cantautore britannico – che da anni vive in Canada – e la Cantantessa si stanno preparando per i tre concerti che li vedono insieme sul palco, il 28 agosto a Roma, il 29 a Palermo e il 31 a Milano.
Quando vi siete conosciuti?
Elvis Costello: «Eravamo entrambi ospiti di una trasmissione tv in Italia, il Roxy Bar di Red Ronnie. Mi sono subito innamorato della musica di Carmen e ho iniziato a seguire quel che faceva. Poi sono andato a vederla quando è venuta a New York con il disco “Eva contro Eva”. Ha un sound veramente poetico».
Carmen Consoli: «A New York, era il 2006, mi trovai questo spettatore un po’ insolito: rimasi senza parole. Venne nei camerini e fu la riconferma della grandezza di un artista che prima avevo ammirato solo nei dischi, ma che di persona era garbato e umile».
Com’è nata l’idea di questo mini-tour?
CC: «Si realizza un desiderio che avevo. Chi non vorrebbe duettare con un mito della propria infanzia?».
EC: «Condividere il palco sarà divertente e unirà i nostri pubblici, il suo immagino molto più grande del mio in Italia. In questo senso ci potremo aiutare a vicenda».
Costello, in un video sui social ha detto che sta imparando l’italiano per Consoli.
CC: «Sì, e avete sentito che bella pronuncia che ha?»
EC: «Sono venuto in Italia a studiare 20 anni fa, ma non sono stato un bravo studente. Mi affascinano le parole e in generale i suoni: più che imparare la grammatica ho una gran collezione di vocaboli».
Quindi canterete l’uno i brani dell’altra?
EC: «Abbiamo scelto un po’ di canzoni che proveremo insieme quando arriverò a Roma fra qualche giorno. Ci saranno delle sorprese: lei potrà adattare in italiano qualcosa di mio, io qualcosa di suo in inglese e poi se avrò il coraggio proverò a cantare in italiano. Spero che il pubblico capirà che tutto sarà fatto con affetto verso le canzoni».
CC: «Abbiamo una vasta rosa di pezzi, sia cover che brani nostri. Al momento stiamo facendo proposte e spaziando. Alle prove decideremo».
Carmen, cosa ammira di Elvis Costello?
CC: «Mi piace la sua poetica mossa dalla ricerca del bello. E poi si concentra sull’ascolto, non è uno che ti parla sopra e ti insegna, anche se potrebbe farlo. Un carattere simile ce l’aveva Franco Battiato: voleva sempre sapere cosa avevi da dire tu e non era egoriferito. Ma le grandi personalità hanno questa peculiarità, riescono a mettere da parte la loro grandezza per dare spazio agli altri. E ora che Franco mi manca, tendo a cercare le sue caratteristiche: vorrei confrontarmi e dialogare con persone come lui».
Elvis, in Italia lei ha anche un altro amico illustre, Roberto Benigni.
EC: «Lo conosco dagli anni 80, quando portavo in giro il mio “Spinning songbook”, il canzoniere girevole in cui i brani in scaletta venivano scelti random dal pubblico. Roberto ha partecipato a un live a Roma, col suo fantastico humor anarchico. Poi sono andato al suo spettacolo su Dante a New York ed è stata una delle serate di teatro più belle che abbia mai visto».
A febbraio è scomparso Burt Bacharach: qual è il ricordo più vivido della vostra lunga collaborazione?
EC: «La gente tende ad appiccicare definizioni molto semplici ad artisti molto complessi e di Burt si parlava sempre come di un artista “easy listening”. Ma nelle sue canzoni non c’è assolutamente nulla di facile. Scriveva strutture musicali ambiziose e complesse ed era una persona piena di fascino per natura».
Ha collaborato anche con Paul McCartney.
EC: «Quel che ho notato sia in Burt sia in Paul è che una volta che trovano una melodia, non la piegano per alcun motivo al testo, magari per farci stare una rima intelligente o due sillabe in più. Nessuno dei due sacrificherebbe mai la superiorità della melodia. Io invece non sono così disciplinato».
In questo periodo sta lavorando a cose nuove?
EC: «Da 7 anni ho in ballo un musical per cui ho scritto molte canzoni. Poi sto partecipando alla realizzazione di uno spettacolo teatrale a Londra e di recente ho collaborato con i Joker Out, la giovane rock band slovena che quest’anno era all’Eurovision. Credo che se mi trovassi sul palco accanto a questi bellissimi ventenni le loro fan sarebbero scioccate e si chiederebbero “chi ha fatto salire quel signore?”».
Lei invece Carmen è in tour con vari progetti quest’estate.
CC: «Sono contenta che ancora la musica sia per me un momento di evasione che mi fa sognare. E sto trasformando il tour in una vacanza, porto con me anche mio figlio che si diverte da pazzi. Io ho le preoccupazioni da mamma, ma lui è autonomo, mi accorda le chitarre e ormai può fare il mio backliner».
È un musicista in erba?
CC: «Suona il contrabbasso e a 10 anni è una bella promessa. Anche quando lavoro mi aiuta, a volte gli chiedo di farmi una nota o cose del genere. Insomma mi è capitato un figlio bassista. Poi chissà, magari farà altre cose, ma per il momento condividiamo il gioco della musica».
Guardando avanti, pensa a Sanremo?
CC: «Ci penso sempre e mi piace da morire. Non c’è mai la circostanza di avere il pezzo giusto al momento giusto, altrimenti ci andrei correndo. Intanto mi diverto a guardarlo da casa, con il nostro rito, cioè mangiando la pizza alla selvaggia sul tappeto».