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 2023  agosto 18 Venerdì calendario

Spagna primo patto con Puigdemont, al Psoe i vertici della Camera

Gli indipendentisti catalani chiamano «1-O» – dalla data, era il primo di ottobre – il referendum del 2017. Dalla ricomposizione di quello strappo passano le possibilità di Pedro Sánchez di restare al governo: il leader socialista incassa un successo simile a quell’ab-breviazione. Uno a zero, dove a restare a secco sono i Popolari, in rotta con Vox.
Grazie a un compromesso dell’ultimo minuto con l’ala dura, Junts per Catalunya, i Socialisti hanno conquistato con Francina Armengol la presidenza del Congreso de los Diputados, la Camera spagnola. Dall’esilio belga Carles Puigdemont si è affrettato a precisare che l’intesa è circoscritta, l’investitura è un altro discorso. I suoi 7 deputati, decisivi per spezzare la parità degli schieramenti, hanno sostenuto la candidata della sinistra già alla prima votazione, consentendo una maggioranza assoluta (178 seggi) che è un segnale politico. La destra si è divisa. Invece di confluire sul nome del Pp, Vox ha sacrificato i suoi 33 suffragi nella corsa, vana, di un suo esponente. È una ritorsione contro i Popolari, che si sono rifiutati di aiutare l’ultradestra a ottenere una vicepresidenza. Traballa il patto con il Pp di Alberto Núñez Feijóo. Prima serviranno «spiegazioni», ha messo in chiaro Santiago Abascal, leader di Vox.
L’accordo con Junts e con l’altra sigla catalana (Erc) si regge su alcune concessioni. Il Psoe e gli alleati di Sumar hanno promesso una commissione d’inchiesta sullo spionaggio ai danni dei politici indipendentisti e una sugli attentati islamisti di esattamente sei anni fa, che fecero 16 vittime a Barcellona e Cambrils. Se il tema dell’amnistia ai «separatisti» tornerà nei negoziati per l’esecutivo – al momento ci sarebbe solo un generico impegno a non bloccare in aula iniziative legislative a riguardo – la vera vittoria dei nazionalisti è la possibilità di usare le lingue «co-ufficiali» nei lavori parlamentari della Camera. Per un riconoscimento in sede europea si è invece mosso il ministro degli Esteri José Manuel Albares. Nel suo discorso d’insediamento, la neopresidente Armengol ha ribadito che basco, catalano, galiziano fanno parte della «ricchezza della Spagna». È bilingue anche il suo primo tweet da «presidenta». Il suo profilo è in linea con l’attenzione alle istanze localistiche: è stata governatrice Baleari dal 2015 allo scorso maggio, quando è stata sconfitta dal tandem Pp-Vox, su cui ora si è presa una piccola rivincita.
I Popolari riescono a ottenere la presidenza del Senato, con Pedro Rollán, però non è una sorpresa: lì la composizione è mista, con 208 senatori eletti e 58 nominati dalle assemblee autonome regionali. Ma tutto si giocherà al Congreso. I catalani potrebbero alzare la posta. Dei contendenti, Sánchez è l’unico “potabile” per loro: Vox si ostina a chiamarli «golpisti» e nemici della patria. Questo primo test ha allungato la vita alle ambizioni del premier e allontanato lo spettro di elezioni anticipate, ma soprattutto ha sancito l’isolamento di Núñez Feijóo.