la Repubblica, 15 agosto 2023
Salvini perde una tessera su tre
MILANO – Lombardia: perdita secca del 44 per cento. Veneto: 26 per cento. Piemonte: 28 per cento. Emilia: 43 per cento. La matematica lascia poco spazio alla propaganda del «va tutto bene», molto in voga in via Bellerio. Eccoli qui i numeri del tesseramento della Lega, messi nero su bianco nei 23 bilanci del 2022 delle varie ramificazioni territoriali del partito, sotto la voce di “quote associative annuali”. Sommando i vari introiti e confrontandoli con quelli del 2021 viene fuori un meno 32 per cento. Da 1,078 milioni a 741 mila euro.
Per un partito che ha sempre fatto della militanza e del radicamento sul territorio il proprio punto di forza, sono numeri che dovrebbero suonare come un pericoloso campanello d’allarme, specie perché l’emorragia è maggiore proprio laddove il Carroccio era nato e ha il suo fortino, per l’appunto in Lombardia. A differenza di comunicati stampa, dichiarazioni pubbliche e card per i social dove tutto ha il sapore trionfalistico, con i bilanci della Lega, anche in virtùdella normativa legata al 2 per mille che prevede la piena trasparenza e regolarità per accedervi, i camuffamenti non sono possibili. In media ogni iscritto al partito – ci sono vari tipi di iscrizione, a seconda dell’anzianità – versa 25 euro alle casse locali. La divisione spannometrica è presto fatta e quindi ad esempio i 14 mila militanti lumbard sono diventati 8 mila. Ci sono regioni dove le cose vanno particolarmente male, tipo la Sicilia, passata da 36 mila euro di incasso a 7.600. Oppure la Basilicata, dove la Lega sembra ridotta ad una bocciofila: da 1.390 euro a 825 euro, qualcosa come una trentina di tessere. E pensare che il Carroccio è alla guida della Regione con il centrodestra e nel 2019 prese il 19 per cento, secondo partito dietro il M5S. Sono solo quattro le regionidove non c’è stato un calo ma un leggero aumento: Friuli Venezia- Giulia, Calabria, Liguria e Alto Adige (separato dal Trentino), pochino per recuperare le perdite del resto d’Italia. All’orizzonte non c’è alcun congresso nazionale dove si potrebbe affrontare pubblicamente il tema, nonostante lo Statuto della “Lega per Salvini premier” varato nel 2019 ne prevedesse la convocazione ogni tre anni. «Roba da esposto in Procura», ci si lamenta tra i non salviniani. E non è detto che questo non avvenga.
Perduto le scettro del centrodestra, oscurato elettoralmente e mediaticamente da Fratelli d’Italia, per il partito di Salvini il bilancio del 2022 si è chiuso con quasi 4 milioni di euro di passivo. Oltre ai tesseramenti, sono calati di molto i fondi ricevuti dai contribuenti legati alle scelte del 2 per mille destinati alla “Lega per Salvini premier” (questo lo storico dal 2019: 3,1 milioni nel 2019, 2,3 nel 2020, 1,8 nel 2021, 1,2 milioni nel 2022) e lo stesso vale per l’altro guscio, la vecchia Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, passata da 750 mila euro nel 2019 ai 441 mila euro nel 2022.