Corriere della Sera, 14 agosto 2023
Pallone, arriva il ciclone Arabia
Il ciclone arabo sta stravolgendo il pallone della vecchia Europa: gli allenatori si dimettono tre giorni prima dell’inizio del campionato per fare le valigie, come è successo ai campioni d’Austria del Salisburgo ed è quello che potrebbe essere accaduto anche all’Italia. Roberto Mancini ha avuto due offerte da club della Saudi League, ma fonti della Federazione di Riad confermano che il contatto che può averlo indotto alle improvvise dimissioni dalla Figc, sarebbe quello con la Nazionale araba per un accordo triennale fino al Mondiale 2026 a cifre quadruplicate rispetto ai 4,5 milioni annui che guadagnava con gli azzurri. Se è ancora presto per parlare di un Mancio d’Arabia con assoluta certezza, è evidente che la rivoluzione dorata ogni giorno rinnova sé stessa: ieri anche Neymar junior, grande stella un po’ offuscata e simbolo del progetto qatariota del Psg, si è accordato per un biennale da 90 milioni a stagione con l’Al Hilal, una delle squadre che aveva contattato Mancini.
L’Arabia al Mondiale in Qatar è stata l’unica squadra a battere l’Argentina, nel match d’esordio: era guidata dal c.t. francese Renard, che però a fine torneo è tornato in patria per allenare la Nazionale femminile, forse consapevole che disputare un Mondiale migliore non era facile e che la concorrenza in Asia è molto agguerrita. A Riad non c’è fretta, perché l’ossatura della squadra è valida, ma allo stesso tempo non c’è molto tempo da perdere e l’ambizione è alta. L’attuale c.t. Saad Ali Al-Shehri è ad interim e il 17 gennaio scatta la Coppa d’Asia, che si gioca proprio in Qatar. L’Arabia Saudita non vince il trofeo addirittura dal 1996 e non vuole lasciarsi sfuggire la supremazia calcistica del continente, perché lo stesso Qatar ha vinto a sorpresa l’ultima edizione in finale con il Giappone e soprattutto è stato il primo Paese arabo a ospitare un Mondiale: un successo globale che ha scatenato la risposta saudita, in vista della Coppa 2034, dopo un tentativo di candidatura per il 2030.
Torneo in vetrina
Il torneo venduto in 170 Paesi. Mancini può essere l’uomo per il salto di qualità
La Nazionale ha un’importanza strategica per la supremazia nell’area araba e nel continente, perché la competizione non è con l’Europa, che è considerata solo una costosa riserva di caccia: a livello di club, l’Arabia vinceva la Champions asiatica già senza Ronaldo, Benzema o Neymar e a maggior ragione continuerà a farlo. L’unico passo in avanti può essere fatto nel Mondiale per Club e non tarderà ad arrivare. Ma una realtà che in pochi mesi è riuscita a vendere la prima edizione del suo torneo a 45 broadcaster per 170 Paesi (da stasera su La7 va in onda una partita a settimana), deve avere anche una Nazionale sempre all’altezza. E Mancini, già pioniere del primo Manchester City arricchito a dismisura dalla proprietà di Abu Dhabi, è sicuramente un profilo ideale.
Ma la «Vision 2030» attivata da almeno cinque anni procederà spedita con o senza di lui. Il progetto dello sceicco Mohammed Bin Salman vede lo sport come un mezzo di rinnovamento a tutti i livelli, sociale, politico e anche economico, con il turismo che punta a centinaia di chilometri di coste incontaminate. Usare l’intrattenimento per coprire i problemi e i ritardi resta un fattore, ma l’Arabia è un gigante in costante cambiamento, con i suoi tempi e i suoi modi. Nel gennaio 2019 per la Supercoppa Juventus-Milan (decisa da Ronaldo) a Gedda entrarono per la prima volta le donne allo stadio in una gara internazionale: tre anni dopo è nato il campionato femminile. Nel prossimo gennaio la serie A per la prima volta manderà ancora quattro squadre a giocarsi il trofeo, ma nel frattempo l’effetto Ronaldo – dal quale tutto è partito dopo il Mondiale invernale – ha cambiato le priorità: quest’anno lo stadio di Riad era abbastanza pieno per vedere l’Inter battere il Milan 3-0. Ma se il pubblico arabo si abituerà a vedere CR7 e soci ogni domenica, allora l’Italia e il suo calcio rischiano di diventare di retroguardia. E in prima pagina, come è accaduto nei giorni scorsi, ci sarà il musulmano Benzema in pellegrinaggio alla Mecca.