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 2023  agosto 13 Domenica calendario

A neanche 34 anni, per l’Italia, rappresenta un piccolo paradosso: è già un veterano, è già nel club di chi può dire “ho visto cose…”, ha già vissuto una, due, tre vite professionali senza mai cadere nella Fossa delle Marianne targata “ripetitività”

A neanche 34 anni, per l’Italia, rappresenta un piccolo paradosso: è già un veterano, è già nel club di chi può dire “ho visto cose…”, ha già vissuto una, due, tre vite professionali senza mai cadere nella Fossa delle Marianne targata “ripetitività”. Lui nel 2007 è diventato celebre come primo youtuber italiano, quindi la chiamata de Le Iene su Italia1, poi il cinema, altro cinema, quindi dal 2015 il ruolo di giudice in Italia’s Got Talent (riparte il primo settembre su Disney+) e in autunno la seconda stagione di Prova Prova Sa Sa (su Prime Video).
Anche la sua risata, aperta, sfacciata senza in realtà risultare sfacciata, è oramai un classico.
Come sta?
Sono contento.
Bene.
Più passa il tempo e più riesco a capire cosa vuol dire questo mestiere, riesco a capire cosa vuol dire provare a strappare una risata.
Sembra già un veterano.
In questo sono un po’ come mio padre: lui è carabiniere e nell’Arma si entra giovanissimi, appena maggiorenni, così a 38 anni si è considerati degli esperti.
Un bene o un male?
Iniziare presto è un vantaggio, perché con i giovani c’è maggiore indulgenza, gli altri ti perdonano molto…
Cosa le hanno perdonato?
Credo che molti abbiano tollerato un entusiasmo immotivato: desideravo creare, amavo esserci e ogni tanto sono diventato un po’ stucchevole.
Aldo Grasso sul Corriere ha scritto che rideva troppo.
La prima critica mi è arrivata da lui quando avevo appena 19 anni; (ride, alla Matano) scrisse: “E questa sarebbe la televisione futura?”.
Come la prese?
Mi sembrava ingiustificato, era solo uno special per il Giffoni Film Festival, ma va bene, tutto legittimo.
La sua è una delle risate più celebri della televisione…
A volte mi fermano per strada e le persone mi chiedono di ridere, a comando.
Complicato.
Ancora non ho trovato una risposta adatta, ogni tanto replico con “non c’è niente da ridere”.
Fiacca.
Infatti non funziona spesso.
Cosa le strappa una risata certa?
Chi non mente, chi è spontaneo, l’estemporaneo, magari gli animali; (pausa) la caduta non rovinosa è sempre divertente perché sei certo che il malcapitato non aveva previsto il tonfo.
Stare da tanti anni al bancone di Italia’s Got Talent può aiutare voi giurati a trovare spunti?
Uno ruba in ogni momento in cui vede qualcuno esibirsi su un palco; spesso impari da come le persone di talento riescono ad apparire naturali nonostante l’oggettiva pressione.
Lei da chi ha imparato?
Dalle stand-up statunitensi (i programmi dove i comici, in piedi, presentano un monologo dove interagiscono con il pubblico).
La Vanoni sostiene di non riuscirle a starle vicino: “Con lui rido sempre”.
Mi chiama all’improvviso. E per me è stranissimo.
Cosa?
Ogni volta penso: “Oh, è Ornella Vanoni”; e poi mi racconta storie fantastiche.
Tipo?
Una volta era ad Amsterdam (la imita benissimo), e io con tono ridanciano penso di provocarla: “Ornella proprio lì! Che combini?”. Lei resta zitta, sospira e poi mi sussurra: “Una meraviglia”.
La Vanoni ha svelato di fumare marijuana prima di dormire.
Capito che tipo? Troppo divertente; (pausa) ecco da lei si può imparare anche il mestiere di comico perché è la massima espressione di se stessa; lei è un esempio per chi intraprende un percorso creativo. È un gigante anche per il coraggio.
Siete stati insieme sul set di Ma che bella sorpresa, e per quel film la Vanoni si è lamentata di Pozzetto perché “troppo serio”.
Con loro due ho girato una scena in una Fiat 126; (ci pensa) per un attore stare chiuso in una macchina e fingere di guidare è un incubo: non sai mai come muovere le mani sul volante, non sai quando fingere di girare e quando parlare, o parlare e girare.
Vabbè, insomma…
Pozzetto è un numero uno, una spada: misurato ed elegante, sempre con i tempi perfetti, mentre Ornella ha dentro il fuoco, quindi dopo il ciak interveniva molto più del dovuto e toglieva spazio a Renato; (pausa e ride) quando il regista glielo sottolineava, lei rispondeva “ma questo è recitare”.
Da Abatantuono è stato definito come attore di “talento e intelligenza”.
Quando incontri un comico, o in generale una persona simpatica, gli chiedi una storia, attendi sempre un racconto particolare; ecco, Diego è in assoluto il miglior narratore di aneddoti, non c’è nessuno come lui e io ho avuto il privilegio di passarci molto tempo insieme e alcune volte di ascoltare la stessa storia in diversi momenti.
E…
Premessa: se uno vuole imparare da un comico, deve vedere più e più volte il suo spettacolo, in modo da capire come replica gli stessi passaggi o come li cambia a seconda della serata, in modo da perfezionare la battuta.
Quindi?
Diego non ti delude, anche dopo aver riascoltato la stessa storia, ho riso come non mai.
Lavora con Francesco Facchinetti e per lo stesso Facchinetti lei rappresenta uno dei primi parametri del loro successo.
Lui e Niccolò Vecchiotti gestiscono un’agenzia molto forte e non è scontato, per questo li ringrazio; (ci pensa) nella vita è fondamentale chi incroci e io ho avuto tantissima fortuna, come quando ho incontrato Davide Parenti (patron delle Iene): è stato fondamentale per la mia formazione; (pausa, ride, sempre in stile Matano) mi ha pure ospitato a casa.
Che ha combinato?
L’ho conosciuto quando avevo appena 19 anni: “Vieni a Milano, ti aspetto in redazione”. Va bene. Dopo venti giorni gli pongo una questione: “Scusa, io mi sono appoggiato da Facchinetti, ma è a Mariano Comense e per venire qui in redazione ci metto tantissimo, e poi non so come trovare casa, costano troppo”. “Non ti preoccupare, intanto appoggiati da me”. Ci sono rimasto quattro anni; (pausa) lui mi ha insegnato tanto.
Un errore che le ha corretto?
All’inizio a non replicare idee già realizzate da altri; poi, i primi anni, avevo aperto un sito e nella pagina iniziale scrivevo “ragazzi, ho creato questo spazio…” E lui: “Dio crea, tu hai fatto un sito… ti prego Frank, non crei un cazzo!”.
Quindi…
In questo mestiere non ti puoi prendere troppo sul serio o è la fine.
Continuiamo con i complimenti: la Maionchi è una sua fan…
Mara è un’altra persona straordinaria e la sua approvazione mi fa sentire più legittimato in questo mestiere; lei, a scuola, sarebbe stata una perfetta compagna di banco.
La Maionchi, come la Vanoni, appare molto libera.
Lo è così com’è intelligente e acuta; lei sa perfettamente quando un argomento è fuori dalla sua portata e sa come fare un passo indietro; è l’esempio di come invecchiare con eleganza, con la giusta leggerezza.
Per la Maionchi sul palco è necessario risultare sexy.
Ci sta, perché quando si accende la telecamera uno tenta di risultare la migliore versione possibile di se stesso.
Quando si accende la telecamera lei come sta?
Ogni tanto ancora penso: “Ma io che cazzo c’entro? Io stavo in provincia di Caserta, a Carinola….”
In questi anni chi ha visto molto teso prima del “siamo in onda”?
Più che altro ho assistito alle battute di Abatantuono fino a un secondo prima del ciak, e in un attimo entrare nella parte; oppure Massimo Popolizio parlare di teatro in tutta tranquillità e all’improvviso trasformarsi in Benito Mussolini e incutere timore (per il film Sono tornato).
Pure Popolizio è così immediato?
È un alieno, è di una potenza difficilmente spiegabile: nei panni di Benito Mussolini è diventato cattivissimo, e per calarsi così tanto nella parte ci vuole un coraggio incredibile; (pausa) non so se sarei in grado di trovare quel tipo di coraggio per alcuni ruoli.
Come si è trovato a recitare con l’“alieno” Popolizio?
Quando sei di fronte a un attore infallibile, impari per osmosi.
Si sentiva in difficoltà?
Se pensi una cosa del genere sei morto.
Un “alieno” della comicità…
Corrado Guzzanti: lui ha dentro una scintilla particolare.
Spesso anche i comici manifestano una venerazione per lui.
Strappare una risata capita, anche per sbaglio, ma l’aspetto più complicato è continuare a ottenere quella risata per anni e anni. Bene, lui va avanti da decenni.
Andrebbe a Sanremo?
(Ci pensa a lungo) Lì la posta in gioco è veramente alta, avrei troppa paura e forse non sarei a mio agio.
Fuori dalle scene qual è il collega maggiormente simpatico?
Oltre a Diego? Angelo Pintus. Lui a cena è una macchina da guerra, pochi hanno il suo ritmo e più in scena si avvicinerà a quello che combina nelle nostre serate e più otterrà successo.
Un altro suo maestro…
Claudio Bisio.
Tutti quelli che ci hanno lavorato ne parlano bene, ma lo ha mai visto adirato?
Incazzato no, molto serio sì soprattutto sul lavoro: è rigoroso, preciso, non sopporta le perdite di tempo e diventa autorevole se deve proteggere un collega.
Qual è la sua ossessione?
La comicità; ne guardo tanta e quasi tutti i giorni.
Ha il passaporto statunitense, voterà Trump o Biden?
Nessuno dei due, ma soprattutto non Trump.
Nella nuova stagione di Italia’s è accanto a Khaby Lame…
Che fenomeno…
Consapevole?
Assolutamente e ha un’energia che non ho mai riscontrato in nessuno: quando racconta la sua storia emerge l’incredibile: oggi è il tiktoker più seguito al mondo, eppure a 12 anni viveva nelle case popolari di Torino, in mezzo a un’esistenza tosta; gli auguro il meglio ma tanto se lo prende da solo.
Chi era lei a 19 anni?
(Ci pensa a lungo) Ero molto mia mamma arrivata in Italia.
Tradotto?
Mia mamma è un’emigrante al contrario, è arrivata in Italia dagli Stati Uniti nel 1988, con grande entusiasmo, e me lo ha trasmesso.
Lei chi è oggi?
Assomiglio più a mio padre, mi sento un carabiniere che sta andando in pensione; (ride) papà ci ha provato in tutti i modi a trasmettermi la passione per l’Arma: a Carnevale mi vestiva da Carabiniere, e spesso mi portava in caserma
Insomma, alla sua età pensa alla pensione?
(Ride) No, è che mi piace tanto stare a casa.