La Stampa, 13 agosto 2023
Le idee del Cnel sul salario minimo
Diceva Mao: non è importante di che colore è il gatto, l’importante è che prenda i topi. Vecchia massima utilizzata tutte le volte che si deve sminare un campo ideologicamente connotato per arrivare al risultato che più o meno tutti auspicano. Alla metafora del gatto si pensa negli uffici di villa Lubin, edificio neo barocco dell’inizio del Novecento, immerso nel parco di villa Borghese, dove da oltre sessant’anni è ospitato il Cnel. «Visto? Renzi ci voleva abolire, adesso si scopre che siamo utili», sorride un funzionario. E come dargli torto? Il «carrozzone inutile» di renziana memoria nell’Italia di Giorgia Meloni è diventato la pietra di volta dove nascerà il pacchetto lavoro. Qui sono rappresentati tutti: i partiti, i sindacati, gli imprenditori. Quale miglior luogo per la mediazione sul salario minimo?Prima regola: non chiamatelo salario minimo. Quella è ormai diventata una bandiera della politica: come il colore del gatto, il nome è secondario. L’importante è che chi percepisce salari da fame trovi più soldi in busta paga. Come si fa? Al Cnel si sta studiando una proposta condivisa da tutti da presentare in autunno al governo. A ben vedere la struttura del pacchetto è già stata annunciata un mese fa. È contenuta nella “Memoria per l’audizione informale presso la commissione lavoro della Camera sulle disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo”. Dieci pagine datate 11 luglio e firmate dal Cnel, compresi i rappresentanti della Cgil. Vi si legge, tra le altre cose, che «la questione salariale non può essere limitata a un’alternativa sulla opportunità o meno di introdurre un salario minimo per legge», e che dunque per ottenere lo scopo è necessario agire contemporaneamente su più fronti.Il primo nodo da sciogliere è quello dei contratti che prevedono paghe orarie sotto i 9 euro lordi. Una parte significativa di questi sono contratti firmati dai sindacati più rappresentativi che non vengono rinnovati da molti anni. Nel frattempo l’inflazione ha reso quelle paghe insostenibili. Il pacchetto potrebbe prevedere incentivi e detassazione per chi rinnova i contratti scaduti. Un secondo fronte su cui agire è quello di abolire i contratti pirata, firmati da imprese e sindacatini di comodo. Per riuscire nell’impresa sarebbe importante far comunicare il sistema informatico del Cnel, dove sono registrati tutti i contratti, con quello dell’Inps, dove i datori di lavoro denunciano il tipo di contratto applicato. Incredibilmente i codici dell’Inps sono diversi da quelli del Cnel con il risultato di favorire i furbetti del contrattino a bassa retribuzione.Il secondo fronte su cui agire è quello del lavoro povero. Anche qui attaccando su due versanti. Il primo è quello dei contratti brevi: avere una paga anche significativamente superiore ai 9 euro lordi e percepirla per tre soli mesi all’anno significa avere redditi annui insostenibili. Il pacchetto Cnel potrebbe prevedere forme di disincentivo per i contratti mordi e fuggi. Un capitolo particolare della questione è poi quello del lavoro stagionale. Oggi si prevede che dopo un certo numero di giorni lavorati nell’anno i dipendenti abbiano diritto alla cassa integrazione. Accade così che nelle località turistiche il lavoro stagionale si fermi esattamente quando scatta il diritto alla cassa. La proposta è quella di modificare il meccanismo in modo da consentire la prosecuzione dell’attività lavorativa anche nei mesi in cui oggi si percepisce la cassa integrazione.Resta infine da sciogliere il nodo di quei contratti che oggi sono significativamente sotto i 9 euro lordi. Sono quelli degli addetti alle pulizie e della vigilanza privata. Accordi che spesso anche i sindacati hanno timore a disdettare perché non sempre le imprese, spesso cooperative, sarebbero in grado di reggere un aumento del 50 per cento dei costi salariali.Il pacchetto Cnel dovrà essere pronto a settembre in modo da essere inserito nella legge di bilancio che inizierà il suo iter parlamentare il 16 ottobre prossimo. Sarà necessario indicare i capitoli di spesa da cui attingere, incentivi alla contrattazione. Se in sede Cnel la parti sociali troveranno un’intesa di massima, sarà poi molto difficile per la politica smontare il pacchetto. Su tutto aleggia infine il nodo della rappresentanza: chi ha diritto a firmare i contratti e, di conseguenza, quali sono i contratti pirata che non vanno tenuti in considerazione? Questione complessa perché scioglierla significa interpretare la Costituzione (l’articolo 39) diversamente da quanto è stato fatto fino ad oggi.Come si vede quando si passa dagli slogan alla realtà il sentiero si fa tortuoso: «È importante che il gatto prenda il topo – conclude il funzionario del Cnel – ma se lo insegue in una cristalleria deve stare attento a non distruggere il negozio».