La Lettura, 12 agosto 2023
Biografia di Charlton Heston
C’è chi nasce per fare l’attore normale, chi è destinato a interpretare personaggi bigger than life. Charlton Heston – del quale il 4 ottobre ricorrerà il centenario della nascita – appartiene alla seconda categoria. L’elenco dei ruoli per cui è diventato famoso parla da solo: Mosè ne I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille (1956); Ben Hur nell’omonimo film di William Wyler (1959); Giovanni Battista in La più grande storia mai raccontata (George Stevens, 1965); Michelangelo Buonarroti in Il tormento e l’estasi (Carol Reed, 1965); l’ultimo uomo sulla terra sia in Il pianeta delle scimmie (l’originale di Franklin Shaffner, 1968) sia in Occhi bianchi sul pianeta Terra (Boris Sagal, 1971), prima versione del celebre racconto I Am Legend di Richard Matheson. En passant, tra un paio di film catastrofici e molti d’avventura, ha impersonato impavidi militari inglesi, l’eroe spagnolo El Cid, nonché il cardinale Richelieu (due volte)... Senza dimenticare il procuratore mezzosangue (sic!) di L’infernale Quinlan di Orson Welles. Insomma, Heston è stato uno degli eroi hollywoodiani per antonomasia, un maschio alfa per tutte le stagioni, in grado di declinare il tipo in una gamma piuttosto varia di sfumature. Ha attraversato sia la stagione più conformista di Hollywood quanto quella del cambiamento degli anni Settanta, quando il cinema ha dato voce alla crisi della società americana. Ma non ha mai lavorato con nessuno dei grandi di quel periodo: forse lo consideravano una specie di totem del cinema che volevano ab- battere. Chissà se questo spiega il suo percorso politico. In prima linea con Martin Luther King e contro la guerra in Vietnam, con l’avvento del collega Ronald Reagan scivolò verso idee sempre più conservatrici. Alla fine fu famoso (o fa- migerato) come presidente della National Rifle Association, l’associazione statunitense che rivendica il libero uso delle armi. Una delle sue ultime apparizioni sullo schermo è nei panni di sé stesso, messo in mezzo da quel furbacchione di Michael Moore che, in Bowling for Columbine (2002) , fa di tutto per provocarlo proprio sul tema della diffusione delle armi fino a che Heston lo butta fuori di casa a male parole.