il Fatto Quotidiano, 12 agosto 2023
Musk e Zuckerberg a duello
“C’è qualche possibilità che il combattimento si svolga al Colosseo” aveva twittato il miliardario Elon Musk il 1 luglio, riferendosi alla sfida di arti marziali Mma lanciata dal patron di Meta Mark Zuckerberg. E la seguente mancanza di smentite da parte del Ministero – “sarebbe meglio un certamen in latino” aveva detto allora il ministro Sangiuliano – aveva confermato che una trattativa, come suggeriva il magnate americano, era in corso. Ieri l’annuncio: l’incontro si farà. Non al Colosseo ma in una “location epica” a tema antica Roma. “Ho parlato con il primo ministro italiano” Giorgia Meloni “e con il Ministero della cultura” ha scritto Musk su Twitter, dando seguito a quanto affermato solo poche ore prima all’Agi da Dana White, presidente della federazione arti marziali miste: “Ho già avuto un incontro con il ministero della Cultura in Italia per organizzare l’incontro al Colosseo”.
Non è una sparata d’agosto. A poco più di un’ora dal tweet è arrivata una nota ufficiale del ministero della Cultura. “Ho avuto una lunga e amichevole conversazione con Elon Musk” spiega il ministro Gennaro Sangiuliano “abbiamo parlato della comune passione per la storia dell’antica Roma” e poi il punto: “Stiamo ragionando sul modo in cui organizzare un grande evento benefico e di evocazione (così nella nota ndr) storica, nel rispetto e nella piena tutela dei luoghi. Non si terrà a Roma. Ma soprattutto è previsto che un’ingente somma, molti milioni di euro, sia devoluta a due importanti ospedali pediatrici italiani per il potenziamento delle strutture e la ricerca scientifica per combattere le malattie che colpiscono i bambini. Sarà anche l’occasione per promuovere su scala planetaria la nostra storia e il nostro patrimonio archeologico, artistico e culturale”.
Insomma Mark Zuckerberg e Elon Musk si sfideranno in qualcosa che vuole somigliare a un incontro tra gladiatori, in un’arena romana italiana, in diretta globale su Facebook e Twitter (oggi “X” dopo il rebranding di Musk), in cambio di soldi, dopo una trattativa Stato-Musk partita dopo la visita del patron di X a Palazzo Chigi il 15 giugno scorso. Un evento senza precedenti nel mondo occidentale contemporaneo. Che ha sparigliato le file di maggioranza e opposizione. “Temo che questa strana ‘sfida’ servirebbe soprattutto ad un recupero di immagine di fronte a un problema grande come una casa: l’evasione fiscale globale dei giganti della rete. È inutile che si ammantino di buone intenzioni” nota Maurizio Gasparri di Forza Italia, vicepresidente del Senato. “Trovo allucinante che il patrimonio culturale italiano venga messo a disposizione di due miliardari che vogliono darsele come adolescenti idioti” scrive il leader di Azione Carlo Calenda. “Per il ministro Sangiuliano i concerti al Circo Massimo non vanno bene (perché si balla), mentre la pagliacciata di due miliardari che combattono è uno strumento di promozione del nostro patrimonio. Una idea piuttosto curiosa di cultura” aggiunge Matteo Orfini del Pd. Ma c’è chi difende la scelta: “Una location dell’immenso patrimonio culturale italiano verrà concessa per un evento sportivo e mediatico. Non mi pare sia una grossa novità. Solo che l’evento sarà strapagato” nota Francesco Filini di FdI. “Facciamolo al Teatro romano di Ostia Antica. Possono pure arrivarci a bordo di una trireme: cosa c’è di meglio?” rincara Palo Ferrara, consigliere M5S in Campidoglio.
Il luogo è da definirsi e non è neppure escluso, di fronte all’unicità della cosa (per i modi, più che per le cifre in ballo) che non ricompaia dall’uscio il Colosseo stesso. “Loro offrono 100 milioni e io suggerisco di chiudere a 150 milioni. Magari con poco pubblico presente, tanto ci sono le dirette streaming e online” ha detto ad esempio il sottosegretario del ministero Vittorio Sgarbi, svelando anche l’offerta. Ma l’Anfiteatro Flavio parrebbe da escludersi appunto perché provvisto solo di un frammento di arena ricostruito, senza spazio per il pubblico: difficile che i due miliardari si accontentino di esibirsi soli o quasi. Diverse quindi le ipotesi a disposizione, seppur in questa storia il luogo specifico pare contare meno della scenografia “epica” disponibile. L’Arena di Verona, guidata da una Sovrintendente vicina a Fratelli d’Italia – dopo che il sindaco e presidente Pd è stato messo in minoranza – che da tempo ospita eventi alternativi, come concerti pop o partite di pallavolo, sembra essere la strada più percorribile data anche la vicinanza tra il sottosegretario Mazzi (che viene dall’Arena) e il ministro. Oltre a poter ospitare una grande quantità di pubblico (le gradinate non sono antiche). Percorribile anche l’anfiteatro di Pompei, teatro del leggendario concerto (senza pubblico) dei Pink Floyd, immortalato nel Live at Pompeii. “Sarebbe proprio il luogo più adatto, lo spero proprio” ha detto il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio. O ancora i vari teatri d’età romana, alcuni dei quali ospitano già oggi concerti, come a Pompei, a Ostia Antica: difficile l’ipotesi Sicilia, fuori dal controllo del Ministero romano.
Parrebbe fuori dai giochi anche il Circo Massimo, data la nota di Sangiuliano che esclude esplicitamente “Roma”. Ma in questa storia nulla sembra da escludere: gli occhi restano puntati sul Colosseo, da sempre luogo della rappresentazione del potere – la visita di Obama, entrato in corteo nell’arena, risale solo al 2014 -, pronto a inchinarsi ai nuovi padroni del web e dei media. “Non credo daranno quella cifra per luoghi che non siano il Colosseo” nota con lucidità il sottosegretario Sgarbi. I giochi sono aperti, letteralmente.