La Stampa, 12 agosto 2023
Rinchiudersi in un aereo
Se volare vi rende nervosi, forse non dovreste vedere Hijack, la serie di AppleTV+ creata da George Kay e Jim Field Smith, che rimane per sette ore, esattamente la durata dell’intera prima stagione, su un aereo dirottato da terroristi. Come spesso accade al cinema però, nella finzione c’è sempre un eroe dal volto rassicurante pronto a salvare la situazione. Questa volta è Idris Elba, anche produttore. L’attore cercava da tempo la giusta idea per collaborare con la piattaforma di streaming e finalmente è arrivata. In Hijack è Sam Nelson, corporate business negotiator, che prende in mano l’emergenza. Il suo volo da Dubai a Londra è ostaggio di un gruppo organizzato: deve quindi mettere a frutto tutte le sue abilità di negoziatore per proteggere se stesso e gli altri passeggeri.
Elba si è avvicinato al progetto con due idee in mente: fare qualcosa che si distinguesse in un mercato sempre più saturo e che gli permettesse di non battere ancora lo stereotipo del “sex symbol”, in cui è stato incasellato e che gli sta stretto. «Per me, da attore e produttore, è importante cercare di fare qualcosa che lasci un segno nella televisione» ci dice a Londra, proseguendo: «Amo la tv, adoro farla, infatti ci ho lavorato per anni. E questo ruolo era perfetto per me in questo momento. Vi assicuro che stando su un aereo, con certe angolazioni, è davvero difficile venire bene sullo schermo. La percezione della bellezza è soggettiva. Non sono sicuro di essere bello per tutti, ma so che, vista la mia altezza e taglia, sono sempre stato considerato quello grosso. E quindi mi sono state spesso offerte parti che richiedevano quel tipo di presenza fisica. In questa fase della mia carriera sentivo l’esigenza di fare qualcosa che andasse contro questa idea che si ha di me. Il mio personaggio qui, più che il fisico, usa le sue abilità mentali e ha una sua vulnerabilità, visto che deve proteggere anche la sua famiglia, rimasta a terra».
Per girare i sette episodi di Hijack, tutto il cast e la crew sono stati per mesi dentro a un vero aereo trasformato in set. Una sfida non facile, come conferma Elba: «Abbiamo girato in piena estate senza aria condizionata. Tutto dentro un vero aereo. Sono alto un metro e novantadue: vi lascio immaginare la difficoltà di movimenti. Per fortuna la prima classe ha spazio extra per le gambe... Il senso di oppressione è stato però fondamentale per mettere in scena il dramma». Senso di oppressione che ha coinvolto anche chi non appare nelle serie, come sottolinea il protagonista: «Anche la crew era sull’aereo con noi, non abbiamo aperto il tetto. Quindi c’è stato uno studio per capire come posizionarci per far funzionare la cosa. Eravamo tutti stretti e compressi: attori, tecnici, attrezzatura. C’era un vero senso di claustrofobia sul set».
La cosa più complicata da girare sono state le scene d’azione: «Le coreografie hanno dovuto seguire la planimetria dell’aereo. È stato difficile non farsi male, perché tutto era così stretto. Il combattimento nell’area cucina è stato complicatissimo. Volevamo rendere la difficoltà di muoversi in uno spazio come quello. Ma è stato divertente, per una volta, far finta di non avere idea di come si combatte: Sam non ha quell’istinto, non gli viene naturale stendere qualcuno». Un’altra peculiarità di Hikack è stata dovere indossare sempre la stessa camicia per mesi: «Ne avevo tante, tutte uguali, in camerino. Ognuna in uno stato di deterioramento diverso. Da quella pulita e stirata dell’inizio a quelle sporche di sangue».
La serie, che forse avrà una seconda stagione, non ha però tolto a Idris Elba la voglia di volare, anche se l’attore nella vita reale non si sente un eroe: «Non penso che sarei l’eroe della situazione, che riesce a parlare con i dirottatori e a batterli in astuzia. Certamente però cercherei di aiutare lo staff. Questa serie mi ha fatto scoprire cose che non avrei mai immaginato sugli aerei. Adesso viaggio, mi siedo e penso: oh, questo è un A380, ha un assetto diverso… Amo volare, amo viaggiare, l’energia che c’è. Saluto sempre lo staff del volo, mi piace tutto. Tornare a farlo dopo le riprese me lo ha reso ancora più interessante»