Corriere della Sera, 12 agosto 2023
Michela Murgia c’era
L a mia amicizia con Michela Murgia è scoppiata di colpo, cinque anni fa.
È scoppiata d opo che per molto tempo l’avevo semplicemente letta e apprezzata e rispettata e anche ammirata per alcune delle sue iniziative. C i eravamo incontrati, conosciuti. Ci salutavamo, qualche volta parlavamo. Poteva durare così per sempre. Poi, una notte, per l’appunto di cinque anni fa, io ero roso dalla frustrazione e dal senso di impotenza mentre la propaganda fessa di Matteo Salvini si accaniva sugli ultimi degli ultimi, i migranti che naufragavano, e sulle imbarcazioni che cercavano di soccorrerli, e stavo cercando di organizzare una reazione, intellettuale e anche fisica, per non lasciar passare quell’oscenità senza opporre resistenza.
Per tutta la giornata avevo reclutato amici che mi affiancassero nell’impegno di salire a bordo delle navi Ong per testimoniare direttamente della loro azione, e alle 23 e 06 del 12 luglio (ho ancora il thread dei messaggi) le ho scritto un messaggio via WhatsApp, chiedendole se era interessata a unirsi al gruppo.
Come ho detto, in quel momento ci conoscevamo appena, tanto che nel mio messaggio le specificavo chi ero, dal momento che probabilmente non aveva il mio numero in rubrica. Messaggio inviato dunque alle undici e sei minuti di sera; risposta due minuti dopo: «Ciao Sandro, io ci sono. Mi interessa eccome. Un abbraccio». Da quel momento, per me Michela Murgia ha cessato di essere una scrittrice elegantissima e un’attivista appassionata, ed è diventata quella che c’era. Un’amica, molto presto, ma anche, e fino all’ultimo, quella persona che cambia le cose con la sua semplice presenza – soprattutto nei conflitti, che lei sapeva affrontare e gestire con rara intelligenza. Tanto che, fino all’ultimo, fino all’altro ieri sera, quando ho ricevuto il messaggio che mi annunciava la sua morte (alle 23 e 06, per una di quelle assurde coincidenze che non significano nulla ma fanno impressione), il mio mantra a proposito di Michela Murgia è diventato: io e lei alla guerra contro tutti. E lo rimarrà. Era una ragazza di parola. Una che se dice «io ci sono» non è che poi smette di esserci solo perché muore.