la Repubblica, 11 agosto 2023
Biografia di Augusto Monti
Crociano in letteratura, gobettiano in politica. Un cittadino dell’Italia civile. Sospeso tra pensiero e azione. Onorando l’imperativo, da D’Azeglio a Salvemini, di formare le coscienze, di fare gli italiani, «un oscuro e tenace lavoratore dell’anima», come ambiva essere. La parabola di Augusto Monti è meditata da Giovanni Tesio, filologo e custode di un Piemonte spiemontizzato quale lo innalzò Carlo Dionisotti, nei saggi Letteratura e coscienza democratica (ArabaFenice, pagg. 239, euro 20). (Di Monti Tesio aveva tessuto la biografia negli anni Ottanta con il titolo Attualità di un uomo all’antica ).“Profe” nel torinese liceo D’Azeglio, con allievi quali Norberto Bobbio, Massimo Mila, Cesare Pavese, Vittorio Foa, nonché scrittore, cardinale la saga dei Sanssôssi, Augusto Monti visse fra il 1881 e il 1966. Testimoniando via via un tormentato Paese. Interventista democratico durante la Grande Guerra, antifascista di tempra gobettiana, azionista durante la Resistenza, di un’irrequietezza in seguito che sconfinerà nella confusione ideologica, sino a ritenere l’invasione dell’Ungheria “una necessità inderogabile”.È la fedeltà ostinata, nel bene e nel male, il segno distintivo di Augusto Monti, evidenziato da Giovanni Tesio.«A pur discussi e dibattuti modelli di vita politica e civile», come il suo modo di “stare” nel secondo dopoguerra per esempio dimostra.E agli “scrittori utili”, “scrittori non letterati”, “chiari, concisi, mordaci, divertenti, riservati”, come lo stesso Monti, impermeabile ai fermenti del decadentismo europeo, spiegherà in un articolo su Calamandrei.Scrittore “utile” per eccellenza, colui che Monti ritiene lo “scolaro maestro”, Piero Gobetti. Paragonato, nel trigesimo della morte, al «legislatore di Sparta, il nomoteta che, fissata la costituzione della sua patria, era partito per “un lungo viaggio” raccomandandosi di nulla mutare di quello statuto». (Ma il “profe” lo scalfirà fraintendendo la rivoluzione liberale, arrischiandosi a conciliare l’inconciliabile: liberalismo e comunismo), In aula, in classe (un magistero che ispirerà i libriI miei conti con la scuola e Scuola classica e vita moderna ), la letteratura civile di Monti si identifica in Dante. «Dante – osserva Tesio – come il modo massimo per fare politica senza farla espressamente mai, ossia il massimo degli scrittori capaci di educare (educere) e allevare ferree coscienze civili, come in Foa o in Mila finiti nelle carceri fasciste, come Giancarlo Pajetta, espulso dal Liceo per reato di politica, come in Renzo Giua, morto in Estremadura da combattente delle brigate Garibaldi o come Emanuele Artom, morto partigiano».Il “nobile castello” di Augusto Monti, dove, come direbbe Bobbio, «gli affetti contano più dei concetti», è la trilogia I sanssôssi, quasi un secolo di storia, il “mondo di ieri” secondo padre e figlio. A evocarli, quel mondo, quell’opera, l’immagine del “profe” sulla copertina di Letteratura e coscienza democratica.Lo sguardo alla collina della sua Torino “falsa magra”, rinnovando la memoria del salvifico lessico famigliare, quando la favola era bella, quando le “fiabe defunte” erano solo un verso gozzaniano.©RIPRODUZIONERISERVATAInterventista democratico durante la Grande guerra, poi antifascista di tempra gobettianaIl libroAugusto Monti Letteratura e coscienza democraticadi Giovanni Tesio (Araba Fenice, pagg.239, euro 20)