La Stampa, 11 agosto 2023
Ruffino non era malato
Nessuna grave malattia. Nessuna ricaduta. Il primo punto fermo nell’inchiesta sul suicidio del manager sessantenne Luca Giuseppe Reale Ruffino arriva dall’autopsia eseguita ieri sul suo corpo. Certo, per escludere anche la più remota ipotesi bisognerà attendere la relazione dell’anatomopatologo, gli esiti di tutte le analisi sui tessuti prelevati, ma l’esame ha confermato quanto già il diabetologo, che aveva in cura l’imprenditore, ha dichiarato nei giorni scorsi agli inquirenti.
Le indagini della procura, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi tecnica di «istigazione al suicidio», si concentrano sempre di più sul lavoro a cui Ruffino ha dedicato tutta la vita. Quello in Sif Italia, leader nel settore dell’amministrazione degli immobili, e quello nella holding Visibilia, la società editrice di riviste come Novella 2000, in cui Ruffino era subentrato a seguito della gestione della ministra Daniela Santanchè, al centro di un’inchiesta per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta e di procedimenti civili e fallimentari.
Così, dopo i figli, Mirko e Mattia, la compagna Anna e i parenti più vicini alla vittima – che da quel che è emerso conduceva una vita molto isolata – in questi giorni stanno sfilando in questura i suoi colleghi di lavoro, per provare a chiarire quale preoccupazione attuale o futura possa aver spinto Ruffino alla tragedia che si è consumata, sempre secondo il medico legale, tra il tardo pomeriggio e la prima serata di sabato. Quale difficoltà lo abbia fatto sentire schiacciato, si sia sommata alle «tensioni e sofferenze accumulate negli ultimi anni che hanno saturato i miei spazi», come lui stesso ha scritto a penna in uno dei sei biglietti lasciati in casa prima di togliersi la vita. Quello destinato ai condomini a cui, scusandosi per il gesto, ha chiesto di non abbandonare la società, per cui lavorano «uomini e donne onesti». Nei prossimi giorni, e con tutte le garanzie necessarie, le pm Maria Giuseppina Gravina (la stessa che indaga su Visibilia) e Daniela Bartolucci procederanno con la copia forense di cellulare, chiavette e dispositivi elettronici che gli investigatori della Squadra mobile, diretti da Marco Calì, hanno sequestrato nel trilocale di novanta metri quadrati in via Spadolini, in cui Ruffino viveva da solo, e dove si è ammazzato rivolgendo verso di sé una Beretta che da anni deteneva regolarmente per via di vecchie minacce ricevute da condomini. Riverso sul letto, con un cuscino ad attutire il colpo.
L’ultima chiamata nota, almeno per ora, è quella alla compagna che lo aspettava a San Teodoro, in Sardegna, per le vacanze. Lo aveva sentito molto abbattuto e si era preoccupata, avvisando anche il figlio più giovane, Mirko, che lavorava con lui e che in serata ha scoperto la tragedia. Nel primo pomeriggio Ruffino aveva già smesso di rispondere alle chiamate della famiglia. Ha vagato intorno a via Spadolini, al momento non si sa se ha incontrato o parlato con qualcuno. Forse solo qualche ora prima ha spedito le sue «disposizioni testamentarie» cui fa cenno nei biglietti lasciati ai figli. A loro e alla compagna elenca anche altre istruzioni pratiche, come quelle relative al leasing di una Mercedes, mentre si scusa e chiede di essere dimenticato al più presto.
Non c’erano grandi vizi nella vita di Ruffino, qualche piccola passione, come quella per le penne e gli orologi che collezionava, in passato l’impegno politico sempre nel centrodestra, vicino ai fratelli La Russa. Non c’era molto tempo per gli affetti. C’era soprattutto il lavoro, l’impegno professionale a cui si è dedicato fino alla fine e in cui ora gli investigatori stanno scavando. Tante attività in ballo. La vendita di un pacchetto importante di azioni, il 28%, di Sif Italia al fondo Oxy conclusa ai primi di maggio, i progetti futuri, la scalata in Visibilia, la società della Santanchè di cui il sessantenne era divenuto presidente il 7 marzo scorso, nonostante le indagini e le cause civili sulla precedente gestione. Con Ruffino, il titolo di Visibilia aveva ricominciato a crescere, prima della graduale perdita, a partire dal 14 luglio. E poi il crollo, dopo il suicidio. —