il Fatto Quotidiano, 11 agosto 2023
Vacanze in coda
Cantieri infiniti, traffico ingolfato, auto incolonnate per chilometri in tratti a corsia unica, incidenti e incendi in galleria. Malgrado le promesse è ancora un’estate di passione per chi viaggia sulla disastrata rete autostradale italiana. È la conseguenza di manutenzioni rinviate per anni, combinata con una rete satura che al primo contrattempo si intasa. I risparmi sugli investimenti in prevenzione e sicurezza hanno fatto fare guadagni stellari alle concessionarie, ma adesso i lavori vanno fatti tutte insieme. C’è da recuperare il tempo perduto e a farne le spese sono automobilisti, camionisti e turisti, costretti a passare ore in coda. L’emergenza è tutta in un dato raccolto da Altroconsumo: chi si mette in strada troverà in media un cantiere ogni 12 chilometri.
Tutto è cominciato con il crollo del Ponte Morandi: il disastro ha portato alla luce le negligenze della principale concessionaria, Autostrade per l’Italia, e a cascata di tutti gli altri gestori. Soprattutto, è stato messo a nudo il sistema dei controlli addomesticati che consentiva alle concessionarie di sottostimare la sicurezza e ritardare gli interventi. Su questo filone la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta bis che procede parallela al processo per i 43 morti del viadotto Polcevera, che vede indagati 47 fra ex dirigenti, tecnici e funzionari di Aspi, tra cui il più noto è senza dubbio Giovanni Castellucci. Le accuse sono a vario titolo di falso, attentato alla sicurezza dei trasporti, frode in pubbliche forniture, crollo colposo. Vengono contestate decine di falsificazioni sui report sulla sicurezza dei viadotti, barriere fonoassorbenti da rifare (“sono attaccate con il Vinavil”, si dice nelle intercettazioni) ma sono in realtà le gallerie l’emergenza con più impatto sulla viabilità.
Il tema è tornato d’attualità in modo drammatico il 9 luglio scorso, quando un pullman è andato a fuoco in un tunnel a Recco: 37 persone sono finite in ospedale e per oltre mezza giornata migliaia di automobilisti sono rimasti intrappolati nel traffico. La galleria Monte Giugo, sulla A12, era stata segnalata dal Mit nel 2019 in una lista nera di un centinaio di opere pericolose. Nel 2006, dopo il rogo nel traforo nel Monte Bianco, l’Italia aveva promesso di mettere la rete in sicurezza, ma nei 13 anni successivi poco o niente è cambiato. E adesso l’Europa ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia, accusata di essere stata troppo morbida con le concessionarie.
A scattare una fotografia della situazione è stata Altroconsumo. L’associazione ha mappato a fine maggio buona parte del centro e del Nord Italia, sotto al controllo di varie concessionarie, tra cui Aspi, Autostrade dei Fiori, Salt e Anas (che gestisce le autostrade abruzzesi dopo la revoca della concessione a Strada dei Parchi, oggi in contenzioso con lo Stato), trovando una situazione addirittura in peggioramento: 134 chilometri di cantieri su 1.500 chilometri di autostrade, il 10%. Se nel 2021 c’era un cantiere ogni 18 chilometri, questa distanza nel 2023 si è ridotta a 12. Sulle arterie che collegano Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio, Altroconsumo ha trovato in tutto 117 cantieri (nel 2021 erano 80). Per questo l’associazione ha lanciato una class action contro Aspi. Il Tribunale di Roma ha fissato la prima udienza a settembre: “Uno studio di Bankitalia, mostra in modo incontrovertibile come negli ultimi dieci anni le manutenzioni siano calate mentre i pedaggi sono aumentati in modo costante – spiega Alessandro Sessa, presidente di Altroconsumo – Fra il 2009 e il 2018 ogni famiglia italiana ha speso in media 88 euro l’anno, dunque ha diritto a un risarcimento da 880 euro”.
Non è la prima iniziativa legale contro Aspi, che nel 2021 aveva ricevuto dall’Antitrust una multa da 5 milioni di euro per non aver ridotto i pedaggi. Nel 2022 un’altra class action – respinta dal Tribunale di Roma – era stata portata avanti dalla lista d’opposizione del consigliere regionale ligure Ferruccio Sansa, assistito dall’avvocato ed ex senatore Mattia Crucioli: chiedevano 3mila euro per ogni ligure. “Avevamo portato avanti questa causa sulla base del fatto che la Liguria era asfissiata e paralizzata dai cantieri, e che questo danno non si ripercuoteva solo sugli automobilisti, ma aveva un impatto sulla vivibilità generale – spiega Sansa – Il tribunale ci ha dato torto, perché le nostre istanze si riferivano a fatti precedenti alla modifica della legge sulla class action. Non avevamo le forze per andare oltre. La situazione della viabilità non è cambiata molto e il governatore della Liguria, Giovanni Toti, non è una vera controparte alle autostrade, come hanno dimostrato le intercettazioni emerse dal processo sul Ponte Morandi”.
La Liguria – che per conformazione geografica ospita molti viadotti e gallerie – resta ancora oggi la maglia nera dei cantieri autostradali. Ecco i risultati del censimento di Altroconsumo: undici cantieri tra Viareggio e Genova, con un’unica corsia per lunghi tratti; una ventina di cantieri tra Milano e Genova in 120 chilometri; quattro anche sulla A26 Genova- Gravellona Toce.
Altro asse molto critico era quello tra Marche e Abruzzo, con 120 chilometri di corsie di emergenza inaccessibili. Sulla A14 Bologna Pescara Altroconsumo segnala 30 cantieri in 360 chilometri, con 17 chilometri a una corsia sola. Autostrade per l’Italia, nei tratti di sua competenza, sulla A14 ha annunciato la sospensione dei lavori tra Pedaso e Vasto. Sulla A24 e sulla A25, autostrada gestita da Anas dopo la revoca della concessione a Strada dei Parchi (oggi contestata dal gruppo Toto), si viaggia per 7 chilometri su una sola corsia. Sulla A1 Milano-Bologna ci sono 13 cantieri su un totale di 180 chilometri, sulla A1, tra Roma e Firenze, 26 cantieri concentrati in soli 24 km.
Il piano straordinario annunciato da Aspi prevede 917 milioni di euro di interventi sulla A26, 300 milioni di euro sulla A7, 568 milioni sulla A10, 729 milioni sulla A12. In alcuni casi le limitazioni non riguardano cantieri in attività, ma le cosiddette “misure compensative”: restrizioni di carreggiata, imposte in modo cautelativo dal Mit.