La Stampa, 10 agosto 2023
In Corea del Sud il governo organizza appuntamenti al buio per i single
Le culle sono vuote, il governo prova a caricare qualche freccia all’arco di Cupido. Da tre anni consecutivi, la Corea del Sud ha il tasso di fertilità più basso del mondo. Tra i tanti modi, per ora infruttuosi, per invertire la tendenza le autorità stanno provando a vestire i panni dei matchmakers. Nei K-Drama, le serie locali catalizzatrici di maxi investimenti e divenute un fenomeno globale, il romanticismo non manca di certo. Sempre più città del Paese asiatico sponsorizzano appuntamenti al buio per single, sperando che scocchi la scintilla anche nella realtà. A inizio luglio, alla serata “Solomon” organizzata a Seongnam (non lontano da Seul), sono arrivate mille richieste per cento posti disponibili. I partecipanti sono stati scelti tra 802 uomini e 386 donne, tutti cittadini di Seongnam o dipendenti di aziende locali. Nelle stanze di un hotel addobbate a festa tra palloncini e canzoni d’amore, si è proceduto a una lezione di coaching sentimentale, una sessione sul test della personalità Myers-Briggs, una festa del vino e un momento di autopromozione. Alla fine, secondo il Korea Herald, circa 30 partecipanti su 100 avrebbero trovato una persona con la reciproca intenzione di provare a frequentarsi. Tanto basta per attirare l’entusiasmo dei genitori.
Non è l’unico esempio. La sola Seongnam ha allocato circa 192 mila dollari per l’organizzazione di eventi del genere. Oltre agli sponsor politici, in Corea del Sud è attivo un grande numero di agenzie di matchmaking, aumentato del 17,1% rispetto al 2019 a causa delle difficoltà nell’organizzare appuntamenti offline con la pandemia. Rispetto agli incontri “naturali”, meglio valutare i requisiti dei potenziali partner prima di organizzare gli incontri. Ed ecco allora vari servizi ritagliati sulle esigenze dei clienti, dalla selezione del candidato migliore secondo una profilazione più o meno dettagliata, alle feste in montagna e in resort. Sulla falsariga dei tanti programmi televisivi che propongono contenuti simili, come “L’inferno dei single”.
Gli appuntamenti al buio sono popolari, ma la loro incidenza sul crollo demografico sembra limitata. Secondo gli analisti, i veri ostacoli all’aumento della natalità sono i costi altissimi dell’assistenza all’infanzia, la difficoltà nell’acquistare una casa e le scarse prospettive d occupazione. Grave anche l’assenza dell’eguaglianza di genere. Le donne denunciano spesso discriminazioni sul luogo di lavoro,soprattutto una volta che diventano madri. Senza contare che sempre meno giovani sudcoreani percepiscono il matrimonio come una necessità. Secondo un recente sondaggio di Statistics Korea, solo il 40,6% dei ventenni e il 42,3% dei trentenni ritengono di doversi sposare. Un calo del 20% rispetto al 2008. Risultato: calo senza fine di matrimoni e nascite. Una tendenza comune a diversi Paesi industrializzati, ma che in Corea del Sud raggiunge il limite. Il numero di matrimoni nel Paese è diminuito da 264.455 nel 2019 a 191.690 lo scorso anno, col tasso di fertilità sceso allo 0,78%: il settimo calo consecutivo, nonostante i vani tentativi del governo di invertire la tendenza. Si stima che entro il 2050 il numero di bambini e di persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni diminuirà di un terzo, mentre il numero di anziani dovrebbe più che raddoppiare.
Il calo demografico è unfenomeno che va al di là della Corea del Sud e coinvolge diverse nazioni dell’Asia orientale. Tra questi il Giappone, che ha la più alta percentuale di abitanti sopra i 65 anni al mondo. Nel 2022 la popolazione è diminuita per il dodicesimo anno consecutivo con meno di 800 mila nascite: una soglia psicologica sotto cui Tokyo non pensava di sprofondare prima del 2030. Anche il governo giapponese sta provando ad adottare metodi creativi per limitare il problema. Un esempio? Si offre di pagare le famiglie che si trasferiscono dalla sovraffollata capitale, nel tentativo di rivitalizzare campagne e province aumentandone il tasso di natalità. A partire da aprile, gli abitanti dell’area metropolitana di Tokyo possono ricevere vari incentivi per trasferirsi in aree meno popolate. In base a questo piano, chi ha vissuto e lavorato nella capitale per almeno 5 anni puòricevere 600 mila yen (4100 euro). Per le coppie si arriva invece a un milione di yen, circa 7 mila euro. —