Il Messaggero, 10 agosto 2023
La Florida censura Shakespeare
«Se Amore è brutale con te, sii tu brutale con Amore», si legge in Romeo e Giulietta, tra i capolavori di William Shakespeare e uno dei drammi più messi in scena di sempre. Ma brutale, per Romeo e Giulietta, è stata la censura. Il distretto scolastico della contea di Hillsborough, in Florida, ne ha deciso la messa al bando perché «contiene troppo sesso». Non solo. È stato deciso anche di censurare parte del Macbeth e dell’Amleto.
La decisione di porre sotto silenzio i «rapporti prematrimoniali» di questo libro immortale è in linea con le nuove, assurde norme sull’istruzione approvate dal governatore Ron DeSantis, che figura persino tra i candidati alla Casa Bianca. In base alle nuove regole definite nel Parental rights in education act, si può parlare di temi sessuali a scuola soltanto durante le lezioni dedicate alla salute.
LA CORSA
Non è più neppure una corsa al politicamente corretto, ormai è una corsa alla censura, come se gli Stati Uniti assomigliassero sempre più al mondo alla rovescia di Fahrenheit 451, in cui i libri vanno tutti dati alle fiamme. Invece di invogliare i giovani a leggere, si vieta la letteratura. Esistono già sette stati americani che puniscono con multe salate, o addirittura con il carcere, chi fornisce testi non permessi ai minorenni, o li vende nei pressi di scuole. E altri venti preparano norme simili. Secondo la stima dell’ultimo rapporto di Pen America, nelle scuole pubbliche i titoli proibiti sono già oltre quattromila. E non si tratta certo soltanto di testi espliciti, ma anche, per esempio, della versione a fumetti del libro di Margaret Atwood Il racconto dell’ancella, e anche di molti capolavori, come Lolita di Vladimir Nabokov (così «pedo-pornografico»). Peter Pan di J.M. Barrie è stato definito troppo «razzista» per essere lasciato in mano a dei minorenni, mentre il bestseller mondiale Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini «simpatizza con l’Islam». E non sia mai che qualche studente si ritrovi di fronte a una versione a fumetti de Il Diario di Anna Frank: sullo sfondo di alcune tavole si vedono delle statue nude.
Secondo il rapporto, il 41 per cento dei titoli messi al bando riguarda temi Lgbtq+, e il 21 affronta il tema del passato razzista dell’America. In testa per numero di libri banditi è il Texas, con 801 titoli, seguito dalla Florida con 566 e la Pennsylvania con 457.
UMPA-LUMPA
E non è soltanto l’America a fare le spese di questa situazione, ma tutto il mondo anglosassone. La Roald Dahl Story Company e gli eredi del celebre autore per bambini hanno deciso di “correggere” termini che potrebbero risultare offensivi per la sensibilità di oggi. Via parole come “grasso”, “nano”, “piccolo”, “brutto”, usate ovviamente per descrivere personaggi negativi. Gli Umpa-Lumpa de La fabbrica di cioccolato diventano semplici, e insignificanti, “piccole persone”. Una vera follia, che ha fatto insorgere persino autori nel mirino da sempre come Salman Rushdie: «Dahl non era certo un angelo, ma questo atto di censura è vergognoso». Il Roald Dahl Museum ha definito il razzismo dello scrittore «innegabile e indelebile».
IL CINEMA
Il vento della censura ha colpito pure il mondo del cinema e della tv: la piattaforma HBO ha tolto dai titoli disponibili in streaming il film del 1939 Via col vento e la serie Friends: troppo razzismo nel primo caso e poca diversità nel secondo.
Ma a fare piazza pulita in maniera definitiva della cancel culture ci pensa Alessandro Barbero, in un video lapidario: «Studiamo George Washington non perché pensiamo: che grande uomo era! Vorrei essere come lui! Ma perché pensiamo che conoscere il passato della nostra specie su questo pianeta sia una cosa utile, forse persino necessaria».