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 2023  agosto 10 Giovedì calendario

Il governo dei peggiori

La clamorosa retromarcia di Meloni e Salvini sugli extraprofitti bancari, prima intoccabili e poi toccati (ma poco poco), è un successo delle opposizioni: dei 5Stelle e della sinistra che posero per primi il problema e del Pd modello Schlein che li segue. Ma anche del Fatto, che dai tempi di Draghi chiede di finanziare le politiche sociali con robuste liposuzioni del grasso in eccesso accumulato da chi ha lucrato su Covid, guerra e tassi: banche, assicurazioni, colossi farmaceutici, energetici e militari. A questo servono l’opposizione e la stampa libera: a rendere migliori, o meno peggiori, i governi. Lanciano proposte e le fanno crescere nell’opinione pubblica, fino a costringerli a sposarle o comunque a farvi i conti per non perdere voti. Dopo le banche, vedremo se il miracolo si ripeterà su altri comparti e sul salario minimo, deriso dalla Meloni finché ha visto i sondaggi. E figurarsi quanti danni ci risparmieremmo se tutta l’opposizione si opponesse e tutta la stampa fosse libera. Invece si continua a chiamare opposizione il duo Iv-Azione (già “Terzo Polo” per mancanza di voti) che del governo vota ogni porcata, mentre sulle rare cose giuste alza barricate (il Riformatorio renziano attacca la Meloni perché “non ce l’ha fatta ad adeguare i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici”: cioè ad avvelenarci con più elettrosmog).
È la stessa missione svolta da quasi tutti i media. Su Rep, noto giornale di sinistra, il nostro idolo Stefano Folli scrive che prelevare 4 miliardi dalle banche per aiutare la gente a pagare mutui e bollette è una “scelta populista, spregiudicata, destabilizzante, demagogica”, tipica della -parlando con pardon-“destra sociale” e di “una certa sinistra” alla “Fratoianni”, ma soprattutto “dei 5S di Conte, i populisti per eccellenza”, come del resto tutte le misure che non vanno in culo ai poveri. L’unica colpa del governo è non essere abbastanza feroce con la plebe. E par di vederlo, Folli, mentre ammassa mobili sull’uscio per evitare che gli entrino in casa “la destra sociale e la sinistra populista” che “si danno idealmente la mano” e gli rubino l’argenteria con una “patrimoniale”, o un’altra “misura assistenziale” tipo Rdc o, peggio ancora, con la mancata “ratifica del Mes”. Intanto, sul Corriere, Ciccio Giavazzi fu Mario minaccia il governo a banca armata: “per gli istituti di credito sarà meno conveniente investire in titoli di Stato”. E, sul Foglio, il rag. Cerasa lacrima copiosamente perché “Meloni fa Conte, le banche piangono” per l’“extratracollo” causato dal “governo Fratoianni”. E intervista Renzi contro la Meloni “grillina” che “corteggia Conte”. È la quadratura del cerchio della stampa serva e della finta opposizione che si battono per peggiorare vieppiù il governo. E, per quanto ardua appaia l’impresa, ce la possono fare.