ItaliaOggi, 10 agosto 2023
Novemila cervelli per un database
In Giappone, l’università di Tokyo sta realizzando il più completo database sul cervello e le sue reti neurali. Sarà disponibile nel 2024 e conterrà i dati analizzati di 9 mila risonanze magnetiche funzionali (fMri) effettuate sull’encefalo di 9 mila soggetti. Sarà il più grande al mondo per quantità e dati raccolti e permetterà di cambiare il trattamento di alcune malattie psichiatriche, dall’autismo alla schizofrenia. In particolare, il database con la scansione del cervello verrà utilizzato, in combinazione, nel neurofeedback decodificato (DecNef) trattamento innovativo giapponese non invasivo perché mirato a determinati circuiti cerebrali che permette di superare i disturbi legati ad ansia e fobie. C’è ancora da fare prima che questa tecnologia possa essere applicata in ambito clinico con una psichiatria personalizzata, ma le prospettive fanno ben sperare.
La realizzazione del database sui 9 mila cervelli, condotta dallo psichiatra clinico Kiyoto Kasai, dell’università di Tokyo, fa parte del programma di ricerca scientifica sul cervello Brain/Minds Beyond lanciato nel 2018 dal governo giapponese con lo scopo di migliorare la collaborazione internazionale in questo campo, in particolare con gli Stati Uniti. Il database sarà ad accesso aperto. A riportare la notizia è Nature Portfolio. «Acquisendo una migliore comprensione dei circuiti cerebrali e della loro relazione con la mente cosciente sarà possibile ottenere indicatori oggettivi per le malattie psichiatriche per aiutare la diagnosi», ha dichiarato lo psichiatra Kiyoto Kasai a Nature Portfolio, «Tuttavia», ha osservato il ricercatore giapponese, «le differenze in questi indicatori tra soggetti sani e soggetti con disturbi possono essere minime e sfumate e sarebbero necessarie analisi delle immagini fMri di circa 10 mila campioni per distinguere le differenze del circuito cerebrale tra soggetti sani e quelli con disturbi psichiatrici».
Le immagini diagnostiche delle risonanze magnetiche funzionali (FMri) sono state ottenute in 12 diverse strutture dell’Arcipelago da parte dei ricercatori del team di Kasai che hanno dovuto anche affrontare il problema di convertire i dati delle FMri effettuate con macchinari diversi in uso nelle varie strutture per poter integrare i dati raccolti.
E proprio la necessità di standardizzare le metodologie di imaging per le apparecchiature fMri di nuova generazione allo scopo di poter armonizzare i dati è uno dei risultati ottenuti dal programma nipponico Brain/Minds Beyond e il progetto americano Human Connectome, in maniera da consentire l’uso dei dati su scala internazionale.