Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  agosto 10 Giovedì calendario

Biografia di Peppino Gagliardi

È morto Peppino Gagliardi. Il cantante si è spento ieri a 83 anni. Cresciuto nel popolare quartiere del Vasto, tra piazza Carlo III e via Foria, comincia a suonare la fisarmonica sin da bambino, per passare poi alla chitarra e quindi al pianoforte. Raccontava di essere stato scoperto da un gruppo di musicisti durante una festa nel suo palazzo. A 13 anni, quando perse il padre, quel talento gli fu utile: con la fisarmonica iniziò a suonare ai matrimoni e alle feste di piazza. Andò bene e fondò «I Gagliardi» giocando con il suo cognome. Scrive le musiche delle sue prime canzoni, a cui abbina i testi dell’amico Gaetano Amendola, a volte scritti in napoletano, caratterizzati da una ricercatezza e da una poeticità raffinata. All’inizio degli anni sessanta, dopo molta gavetta e serate, Peppino viene scovato dall’etichetta napoletana Zeus. Tra musicarelli, festival di Napoli e Sanremo per Peppino Gagliardi arriva la notorietà nazionale. È con «Che vuole questa musica stasera», traccia di «Profumo di donna» di Dino Risi il successo vero. E poi l’Italia cantò «T’amo e t’amerò» e «Come le viole» con cui Peppino tornò all’Ariston nel 1972. Gli anni settanta rappresentarono il suo vero periodo d’oro. Libero da legami con altre case discografiche, l’artista si concentra sull’attività compositiva, cerca un proprio filone musicale. Cerca e trova un’etichetta indipendente: la King, di Aurelio Fierro. La sua musica cambia. Diventa più melodica ma anche più complessa. Le radici che si fondono sono due: quella classica e quella napoletana. Non mancano collaborazioni importanti anche con altri artisti come Roberto Murolo.Si definiva, come il suo album del 1974, un «Vagabondo della verità». Il cordoglio ieri notte correva veloce sui social: in tanti hanno salutato un’altra voce di Napoli che non vibrerà più. Resta la musica, resta «Settembre».