Corriere della Sera, 9 agosto 2023
Biografia di Federico Bahamontes
Secco come un tralcio di vigna, affamato come solo chi la fame l’ha patita davvero, romantico ed eccentrico. Scomparso ieri a 95 anni, lo spagnolo Federico Bahamontes («Mio padre aveva un cognome troppo comune, Martín, per cui decisi di prendere quello di mia madre, più raro») è stato una leggenda assoluta del ciclismo. Non solo per il palmarès (primo vincitore spagnolo del Tour, dove salì altre due volte sul podio, scalatore sublime) ma perché nessuno come lui (professionista dal 1954 al 1965) ha rappresentato quell’intreccio tra origini umili, voglia di riscatto e talento smisurato su cui è costruita la storia del ciclismo.
Nato a Toledo, figlio di un peòn caminero (uno stradino ambulante cui lo Stato affidava la manutenzione di un tratto di strada) la cui famiglia fu costretta a vagare per la Spagna durante la Guerra Civile, a 12 anni Bahamontes cominciò a lavorare come apprendista fabbro e con la bici fornita dal suo datore di lavoro percorreva 60 chilometri al giorno per portare a Toledo frutta e ortaggi che la madre poi vendeva al mercato nero. Con un altro telaio improvvisato, a 18 anni partecipò da indipendente alle prime corse: la voce di un ragazzino ossuto che faceva miracoli in salita cominciò a spargersi per tutta la Spagna. Arrivato tardi al professionismo (26 anni) Bahamontes si costruì rapidamente la fama di scalatore invincibile grazie a una capacità, quasi unica, di rilanciare continuamente l’azione nelle salite più dure. La sua eccentricità cominciò a manifestarsi al Tour del 1954 quando, in attesa che venisse riparata la ruota della sua bici su La Romèyre dove aveva scollinato con grande vantaggio, si fece regalare due palline da un venditore di gelato mangiandole prima che arrivasse il gruppo.
Nel suo capolavoro, la vittoria al Tour de France del 1959, fu decisivo il ruolo di Fausto Coppi che aveva trascorso un mese ad allenarsi a Toledo con Federico convincendolo che con quelle doti di grimpeur nessuno avrebbe potuto batterlo. Bahamontes ribaltò in classifica nella 15ª tappa, una cronometro sul mitico Puy De Dome, e strappò la maglia gialla al belga Pauwels due giorni dopo a Grenoble, dopo un duello con uno dei pochi in grado di tenere le sue ruote lungo Alpi e Pirenei, il grande Charly Gaul. In quel Tour che fece impazzire la Spagna, Bahamontes staccò i francesi Anglade e Anquetil. Al termine della carriera, Bahamontes si ritirò nella sua Toledo dove aprì un piccolo negozio di biciclette che gestì personalmente per 45 anni, riparazioni comprese. Un hombre vertical.