La Stampa, 8 agosto 2023
Decreto-salsiccia che non piace né a Mattarella né alla Consulta
Dinanzi ai due nuovi decreti “omnibus”, che sarebbe meglio definire “salsiccia” perché dentro c’è di tutto, dai tassisti ai granchi blu, dalla cybersicurezza al caro-voli, dal golden-power al Ponte sullo Stretto, il pensiero corre al presidente della Repubblica: autorizzerà il governo a emanarli nonostante mille volte lui e i suoi predecessori avessero lamentato questo brutto vizio di insaccare in uno stesso provvedimento questioni che non c’entrano nulla tra loro?
A prima vista può sembrare sciatteria legislativa, semplicemente un modo per fare più in fretta a costo di trascurare le buone maniere; in realtà, dietro i decreti onnicomprensivi si nasconde spesso una malizia, cioè il tentativo del governo di imporre al Parlamento una decisione in blocco, un prendere o lasciare. Ragion per cui i primi a ribellarsi contro queste forzature dovrebbero essere i presidenti delle due Camere, che non a caso Sergio Mattarella ha già più volte interpellato in quanto garanti delle procedure parlamentari.
Chissà se Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana stavolta avranno qualcosa da obiettare.
Quanto al capo dello Stato, la sua firma ai decreti è subordinata a un esame che inizierà non appena i provvedimenti arriveranno sul suo tavolo (il breve tragitto tra palazzo Chigi e Quirinale richiede a volte intere settimane). Azzardare previsioni su come si regolerà Mattarella, senza che nemmeno abbia un testo sotto mano, al momento sembra prematuro. I giuristi di casa sul Colle si limitano a osservare che di decreti “omnibus” non mancano i precedenti, purtroppo; ce ne sono stati anche prima del governo Meloni; e se le urgenze cui la premier intende far fronte sono reali, il presidente della Repubblica ha poche armi per mettersi di traverso. Nello stesso tempo, fa notare chi se ne intende, la Corte costituzionale è più volte intervenuta per far rispettare il requisito dell’«omogeneità» per materia, ad esempio nel 2014 e poi nel 2019. E se il governo procederà come un panzer con i decreti-salsiccia, nonostante i richiami di Mattarella, presto o tardi dovrà vedersela con la Consulta. Che in fondo sta lì apposta. —