La Stampa, 8 agosto 2023
Tasse sugli extraprofitti, mutui e stipendi. L’ultim cdm prima delle vacanze
Tre ore di consiglio dei ministri, l’ultimo prima dell’estate, otto diversi provvedimenti liquidati, sei dicasteri coinvolti. E alla fine l’annuncio a sorpresa, in conferenza stampa, per voce del vicepremier Matteo Salvini: il governo imporrà un prelievo del 40 per cento sugli extraprofitti delle banche relativi ai bilanci del 2022 e del 2023. Un’imposta straordinaria che varrà «alcuni miliardi» da destinare al taglio delle tasse e al sostegno per i mutui delle prime case. I numeri non saranno irrilevanti: «Non entriamo nel merito delle cifre – dice il ministro dei Trasporti – ma basta guardare gli utili del primo semestre 2023 delle banche per capire che non stiamo parlando di qualche manciata di milioni, ma si può ipotizzare di alcuni miliardi».
Oltre all’inaspettato blitz contro gli istituti bancari, il cdm conferma e approva una miscellanea di provvedimenti già bersaglio negli ultimi giorni di polemiche e proteste delle categorie. Nuove licenze incrementate del 20 per cento per i taxi, facilitazione della doppia guida, stop all’algoritmo che infiamma il prezzo dei voli per le Isole, via il tetto massimo di 240 mila per gli stipendi pubblici per la partecipata Stretto di Messina, concessionaria incaricata per la realizzazione del Ponte. E poi ancora, nel mix del decreto “Asset e Investimenti” finiscono 700 milioni per la ricerca e lo sviluppo nel settore dei semiconduttori, la nomina di un nuovo commissario straordinario per attrarre gli investimenti dall’estero e una nuova norma sull’esercizio del golden power, i poteri speciali del governo in settori strategici e legati alla sicurezza nazionale: l’esecutivo potrà intervenire in tutte le operazioni riguardanti «l’intelligenza artificiale, i macchinari per la produzione di semiconduttori, la cybersicurezza, le tecnologie aerospaziali, di stoccaggio dell’energia, quantistica e nucleare», spiegano dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Un altro articolo riguarda invece il Giubileo 2025: in vista del grande evento i poteri del commissario straordinario, il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, saranno estesi alla realizzazione di tutti gli interventi su linee metropolitane. Fuori dal maxi testo omnibus in materia di investimenti, varie novità arrivano sul fronte giustizia: l’annunciata regolamentazione sulle intercettazioni legate ai reati di mafia, l’inasprimento delle pene minime e massime per i piromani in risposta alla moltiplicazione degli incendi estivi.
La norma che aggira il tetto massimo di compenso di 240 mila euro per la società Ponte sullo Stretto rinfocola lo scontro politico degli ultimi giorni. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, in conferenza stampa, rivendica il provvedimento necessario a «garantire il coinvolgimento dei migliori professionisti» e assicura che l’eccezione non varrà per il consiglio di amministrazione: «Zero polemiche – taglia corto – se dobbiamo prendere un ingegnere che oggi lavora in Ferrovie o in Anas dobbiamo poterlo pagare almeno quanto già prende». Secondo il Mit la decisione «è in linea con quanto già avviene per il Giubileo» e la concessionaria autostradale. Per l’amministratore delegato storico dell’azienda Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ex di Anas, viene però confermata un’altra deroga trapelata prima del cdm: potrà accumulare pensione e attuali compensi (mentre la legge non lo permetterebbe). «Se uno è pensionato e lavora va pagato», chiude la questione il segretario della Lega. «La deroga al tetto sui compensi per il management della società del Ponte sullo Stretto è uno schiaffo alla miseria, un atto di prepotenza, un segnale inequivocabile a chi stringe la cinghia», commenta il deputato Pd Arturo Scotto. «Salvini è senza vergogna – rincara il vicecapogruppo alla Camera M5s Agostino Santillo – dopo che il suo governo ha detto no al salario minimo per quasi 4 milioni di lavoratori che prendono paghe da fame, decide con nonchalance di derogare al tetto degli stipendi dei manager della “Stretto di Messina Spa"».
Il consiglio dei ministri dà inoltre il via alla caccia alle coperture in vista della difficile manovra di autunno. I ministeri dovranno mandare entro il 10 settembre al Mef proposte di spending review da adottare già nella prossima legge di Bilancio. I ritocchi non potranno toccare i progetti relativi alla ricostruzione dopo le calamità naturali, il Pnrr eTransizione 40. Obiettivo: 1,5 miliardi di tagli in tre anni.
Imbarazzo, in conferenza stampa, sul caso di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione della Regione Lazio. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, su domanda de La Stampa, liquida la questione con poche, irritate parole: «Non ne abbiamo parlato in cdm».