La Stampa, 8 agosto 2023
Salvini, il ventilatore
La differenza fra percezione e realtà non è banale: la realtà è oggettiva (più o meno) mentre la percezione è soggettiva. Non significa però che la realtà sia più importante della percezione: se in casa ho trenta gradi, e allora accendo un ventilatore, percepisco subito più fresco. È vero che continuano a esserci trenta gradi, ma è altrettanto vero che sto meglio. Altro esempio: se alcuni partiti, quasi tutti, e alcuni giornali, quasi tutti, insistono da anni sull’emergenza criminalità, io percepisco un’insicurezza crescente e nonostante la realtà delle statistiche da anni dica il contrario: in progressivo e drastico calo gli omicidi (tranne i femminicidi) e tutti i delitti violenti, per cui l’Italia è uno dei paesi più sicuri al mondo. Spesso noi giornalisti e i politici siamo come un ventilatore, che cambia la percezione della realtà ma senza portare beneficio. Quante volte avete sentito Matteo Salvini soffiare sull’emergenza criminalità? Ora che gli è stato affidato un altro ministero – quello delle infrastrutture – Salvini ha individuato una nuova emergenza: gli incidenti stradali (ben appoggiato da doviziose e truci cronache). La realtà spiega che sì, in Italia ci sono più incidenti mortali rispetto al resto d’Europa, ma parlare di emergenza non ha senso poiché i morti sulle strade sono in diminuzione almeno dall’inizio del millennio: dai 12.5 ogni milione d’abitanti del 2001, erano scesi a 4.9 nel 2021. Quindi non c’è bisogno di leggi emergenziali: le cose stanno già migliorando e di molto anche senza Salvini. Il quale in effetti non è un gran ministro ma un buon ventilatore: sa giusto produrre aria. —