Corriere della Sera, 7 agosto 2023
Biografia di Cicciolina
«Non vi preoccupate, ora abito in un attico» dice Ilona Staller, 71 anni, per rassicurare i fan dopo la notizia che la sua casa è all’asta. Piano terra, 136 metri quadri, giardino, piscina circolare a uso privato, veranda. Prezzo di partenza: 231 mila euro. A margine la precisazione: «Sia la veranda, sia la piscina dovranno essere demolite perché non conformi alle norme». Ma l’appartamento di via Cassia 1818, altezza La Storta, è un pezzo di storia del porno: lì sono stati girati numerosi film; lì, nello stesso comprensorio, hanno vissuto, oltre a Ilona, Moana, Riccardo Schicchi, Eva Henger, Milli D’Abbraccio. Sempre lì c’era la sede di Diva Futura, l’agenzia di Schicchi e Ilona. E dunque all’asta oggi non è solo l’appartamento di 136 metri quadri, bensì il sesso nella vasca da bagno in salotto, i cani chiusi in bagno durante le scene hard poiché gelosi di Cicciolina e pronti a intervenire in sua difesa. All’asta i capricci di Ramba invidiosa di Cicciolina, i peluche regalati dai fan, Moana che prende il sole a bordo piscina – e è l’ultima immagine. All’asta c’è l’intera vita sentimentale e professionale di Cicciolina (colei che a Radio Luna chiamava gli ascoltatori «cicciolini» – da cui il nome).
Il marito Salvatore
Nata a Budapest nel 1951, all’anagrafe Elena Anna, Ilona cresce con la mamma, ostetrica, e col patrigno, funzionario del ministero dell’Interno. A 13 anni lavora come modella, a 16 come cameriera dell’Hotel Danube Continental – periodo questo in cui Ilona sostiene di essere stata spia dei servizi segreti ungheresi (non esistono tuttavia riscontri in merito). Nel ‘70 sposa Salvatore, un ricco rappresentante calabrese che una volta in Italia si rivela per quel che realmente è («mangiavamo pastasciutta tutti i giorni perché non potevamo permetterci la carne» – dichiara Ilona a Elvira Serra su 7). Nel ’73, a salvarla, l’incontro con Schicchi, studente di architettura e fotografo. Quegli anni (raccontati nell’autobiografia Per forza e per amore, Mondadori): gli ingaggi da modella, Bubù lo yorkshire, Riccardo amante della natura. «Facevamo lunghe passeggiate nei boschi, risalivamo con dei grandi stivaloni i fiumi, pescavamo, prendevamo il sole nudi» – scrive Ilona. Schicchi fotografa Ilona immersa nella natura, nei campi di papaveri. Prigioniera degli zombi nelle tombe etrusche. Foto rivendicate da Ilona persino in punto di morte: «Ero andata a salutarlo all’ospedale, assieme alla mia amica Ursula Davis, in arte Hula Hop. Gli chiesi se poteva ridarmi il mio materiale fotografico e lui mi gridò dietro: “Morirai prima tu!”. Al che gli risposi: “Mi dispiace, Riccardo. Questa volta ti sbagli» – era il 2012, il tempo del grande conflitto tra lei e Schicchi, nonché l’anno della morte di Schicchi (aveva ragione Ilona).
Con Riccardo
Tornando invece al ‘70/‘80, ai ricordi felici: Riccardo e Ilona per le strade di Roma, lei che si sfila le mutandine per lanciarle ai passanti. Lei sul cavalcavia del raccordo anulare a gambe aperte con macchine e camion che inchiodano. Lei alla Rinascente che s’incanta davanti a una coroncina, in realtà collana. «Con il velo trasparente e la coroncina di fiori sui miei lunghi capelli, abbracciando il mio orsacchiotto di peluche, ho mostrato non solo il mio corpo, ma anche la mia anima». E ancora, tra i ricordi: lei che salva Schicchi svenuto in una sorgente termale – la loro mania di cercare luoghi inesplorati. Lei che lo porta in ospedale – nonostante il consiglio della madre di lui che ipotizza un calo di zuccheri: «Dagli un creme caramel». Quale calo di zuccheri, coma diabetico – dicono i medici. Così Schicchi scopre di avere il diabete che nel 2012 lo porterà alla morte.
Quindi Moana Pozzi: «È stata la mia migliore amica» ha detto più volte Ilona – smentita nel 2022 da Eva Henger: «Negli ultimi tempi non erano più molto amiche». Falso: «Abbiamo lavorato tanto insieme, fatto tanto sesso insieme e ci siamo raccontate le nostre cose» – racconta Ilona alla Serra. «Quando è morta, sua mamma mi ha chiesto di scegliere un capo di abbigliamento, voleva regalarmelo: presi un paio di stivali, anche se io calzo 37 e lei 42». Stivali che esistono ancora, malgrado qualcuno sostenga che, in un momento di difficoltà economica, Ilona li abbia rivenduti insieme a altri oggetti di Moana.
Partito dell’amore
Con Moana Ilona fonda Il Partito dell’amore dopo una militanza politica iniziata nel ‘79 con Il Partito del Sole, e proseguita nel Partito radicale con cui viene eletta in Parlamento. Il 2 luglio 1987 Cicciolina entra a Montecitorio. Vestita castigata, così lei definisce l’abito verde con balza tricolore indossato quel giorno. Se voleva, Cicciolina sapeva rispettare le regole – ecco cosa cerca di dimostrare. Eppure l’accoglienza dei deputati è ostile. Il primo giorno Ilona Staller si ritrova nell’aula di Montecitorio senza sapere dove sedersi, sotto gli occhi di tutti che la lascerebbero laggiù, se non fosse per una donna: l’onorevole Adele Faccio, radicale, che va da lei e simbolicamente, non realmente, la prende per mano, le stringe forte la mano, per condurla al suo posto. Lo stesso giorno ad aspettarla fuori da Montecitorio una folla adorante, e le amiche: Moana, Baby Pozzi e Ramba, a seno scoperto. Allora Cicciolina si sente meno sola (per quanto quel giorno a piazza Montecitorio ci siano anche le femministe a protestare contro di lei). I cinque anni in Parlamento per Staller sono difficili («Tira su la gonna», «Il culetto non lo facciamo vedere?» – le frasi degli onorevoli tra i banchi). L’unico gentile: Giulio Andreotti, il quale nel 1983 le spedisce a casa un biglietto di Buon Natale.
Proposte di legge
Tra derisioni e richieste di dimissioni, Ilona Staller fa le sue proposte di legge: educazione sessuale nelle scuole, istituzione dei parchi dell’amore, diritto della sessualità dei detenuti. Senza dimenticare la campagna in difesa degli animali che porta avanti dal ’79. L’amore di Ilona per gli animali, nella vita e sul palco. Nei suoi spettacoli ci sono le colombe bianche, il camaleonte Giorgio, il pitone Pito-Pito. Fasullo e diffamatorio che negli spettacoli lei si accoppiasse col pitone (come dicevano alcuni). «Nello show voglio comunicare che bisogna dare amore a ogni creatura, anche a quelle più repellenti» – dichiara alla stampa. Purtroppo una sera, durante uno spettacolo, nel momento in cui tira fuori Pito-Pito dalla borsa, un uomo sale sul palco e, in segno di protesta, afferra il pitone e lo lancia nel vuoto. «Dopo qualche ora il mio povero Pito-Pito morì». Di quegli anni Cicciolina dice: «Molti giornalisti e intellettuali si innamorarono di me». Lei però ama Jeff Koons, artista americano che la ritrae in diverse opere, e che sposa nel ‘91. Non conoscendo la tradizione di lanciare il bouquet, Ilona porta i fiori a casa per riporli in una scatola dove sono tutt’oggi: appassiti, rinsecchiti.
Natasha
Che sia quella la prefigurazione di ciò che di male sarebbe arrivato: Ilona perde una bambina che voleva chiamare Natasha. Poi certo arriva Ludwig – è il 1992, ma Ilona e Jeff litigano, volano schiaffi. Fino al ’93, quando Koons con l’inganno porta il figlio in America. Ha così inizio la battaglia di Ilona per riprendere il bambino che si conclude col mandato di cattura a suo carico da parte dell’Fbi: rapimento di minore. A cui segue la vicenda legale – processi, perizie psichiatriche. Nel 2006 la sentenza definitiva che affida il bambino alla madre. Quel figlio che oggi, trentunenne, Ilona denuncia: «Mi ha chiesto soldi minacciandomi con un taser». Difesa di Ludwig: «Il taser era un regalo di un amico, non sapevo fosse illegale». È questa, in estrema sintesi, la vita di Ilona Staller parte della quale si svolge nell’appartamento di via Cassia 1818. Nel giardino, nel patio, intorno alla piscina da abbattere. Quella piscina dove ha luogo l’ultimo incontro con Moana. Aveva perso molti capelli – ricorda Ilona. «Le sue gambe erano talmente magre che sembravano braccia. Stava appassendo come un fiore». Il giorno dopo sarebbe partita per Lione, aveva paura – sempre Ilona – lei non credeva nella reincarnazione.