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 2023  agosto 07 Lunedì calendario

In morte di Luca Ruffino

Il presidente e amministratore delegato di Visibilia Editore, Luca Giuseppe Reale Ruffino, si è suicidato nella serata di sabato nella camera di casa sua, a Milano. A scoprirne il corpo e a dare l’allarme, quando mancava una ventina di minuti alla mezzanotte di sabato, è stato uno dei suoi due figli, non avendo notizie del padre da diverse ore. L’imprenditore si è sparato con una pistola regolarmente detenuta. Accanto a lui ha lasciato un biglietto indirizzato ai famigliari. Il gesto, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe legato a questioni personali. Ruffino, 60 anni, aveva problemi di salute anche se, a quanto risulta, non tali da giustificare un gesto estremo. Il suo nome era salito agli onori delle cronache proprio per il suo impegno in Visibilia, dove sul finire dello scorso anno aveva rilevato le quote della fondatrice Daniela Santanchè, quando era prossima a diventare ministra del Turismo. Attraverso una serie di aumenti di capitale era poi diventato, attraverso la sua Sif Italia, primo azionista, aumentando recentemente la sua quota fino al 45,81%.
Visibilia è finita al centro di un vasto scandalo, piegata dai debiti con le banche e con il Fisco, oltre che dai problemi emersi nella gestione del personale. Ma in questa storia che vede indagata Santanchè per falso in bilancio e bancarotta, Ruffino fino ad oggi non era mai stato coinvolto. Non era indagato, né era mai stato sentito dai pm.
Giovedì scorso Ruffino avrebbe partecipato alla riunione del cda di Visibilia Editore. La società ieri sera, attraverso una nota, ha riportato il cordoglio per la scomparsa del presidente e si è affrettata a comunicare che il cda «si riunirà appena possibile» per deliberare «in merito alla sostituzione» di Ruffino, ricordando come Alberto Campagnoli abbia recentemente ricevuto «poteri di gestione operativa». L’intervento di salvataggio di Ruffino era stato subito catalogato come una sorta di soccorso da destra alla ministra in difficoltà. Ma era lui per primo, con un passato centrista nell’Udc, a rigettare questa ricostruzione. «Ma quale soccorso nero – aveva detto in un’intervista a Repubblica –. Daniela Santanchè ci deve 1,5 milioni e per questo ha messo a garanzia anche la sua casa. Non ho nulla da spartire con lei per il resto e stiamo sistemando le cose che abbiamo trovato qui».
Da ex segretario dell’Udc a Milano era stato assolto in un processo nel 2017 per presunti appalti pilotati nelle case popolari, con lui era stato prosciolto anche Marco Osnato, deputato di FdI e al tempo genero di Romano La Russa, fratello del presidente del Senato. Tra l’altro è stato nel cda di Ferrovie Nord, consigliere di Federfidi Lombardia, membro del board di Fiera Milano Edizioni. Ma Ruffino era soprattutto un amministratore di condomini. Dal 1987 era a capo della Sif Italia, una società del settore quotata a Piazza Affari (25 milioni di capitalizzazione) di cui aveva il 43,55% e su cui negli ultimi mesi era stato attivissimo nell’acquistare azioni. Il 2022 si è chiuso con 8,68 milioni di valore della produzione, un utile da 1,91 milioni. Oltre a recuperare i suoi soldi, con Visibilia puntava a creare sinergie. La Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, per fare come da prassi tutti gli accertamenti. Pareva attivissimo, Ruffino. Un colpo di pistola ha fermato tutto. —