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 2023  agosto 06 Domenica calendario

Strage di Bologna per De Angelis sono stati condannati tre innocenti

ROMA A tre giorni dall’anniversario della strage di Bologna, si apre un caso su quella vicenda e sulle condanne inflitte ai neofascisti riconosciuti autori dell’eccidio. «So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza». Lo scrive, su Facebook, Marcello De Angelis, ex militante di Terza Posizione; cognato dell’ex Nar Luigi Ciavardini; e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, guidata da Francesco Rocca. Incalza De Angelis: «Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia» perché ogni anno vengono conculcate cose non vere «persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)». Appena l’altro giorno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell’attentato, ha sottolineato nel messaggio alla città di Bologna che «la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi».
«Che non c’entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini», prosegue De Angelis, in realtà «lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e cariche istituzionali. E se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere».
LE REAZIONI
In Rete queste parole stanno suscitando clamore e molte polemiche. Anche a livello politico. «Il presidente Rocca prenda le distanze dal suo portavoce De Angelis», chiede Alessio D’Amato, consigliere regionale e ex assessore alla sanità del Lazio. «Le sue parole – aggiunge D’Amato – sono un affronto ai familiari delle vittime della strage neofascista di Bologna e alla verità giudiziaria. Rocca non trascini l’istituzione Regione in questo affronto storico». Anche il Pd chiede di portare in Regione il caso politico. La destra per ora, di fronte a questa vicenda inaspettata, tace. De Angelis si fa portatore di dubbi diffusi in certi ambienti estremi e spiega rivolto al mondo dei social: «A questo post non basta mettere un mi piace, dovete rilanciarlo e condividerlo altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna».
LA BUFERA
Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio, coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, parla di «parole gravissime». De Angelis secondo lei «tenta di riscrivere la storia nonostante le sentenze passate in giudicato e si scaglia contro chi, come il presidente della Repubblica, ricorda la verità storica e cioè la matrice fascista della strage di Bologna. Noi tutti dobbiamo rispetto alle 85 vittime e agli oltre 200 feriti. De Angelis non parla più solo come privato cittadino, essendo oggi il portavoce della comunicazione della Regione Lazio. Per questo chiediamo al presidente Francesco Rocca di prendere immediatamente le distanze dalle sue parole». Stessa richiesta da parte del capo della comunicazione del Pd, Sandro Ruotolo. Intanto insorge l’Anpi. E Pier Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Strage di Bologna, attacca: «Queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni».