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 2023  agosto 05 Sabato calendario

Intervista a Chhiara Noschese


«Avere un cognome impegnativo è stato favorevole. I figli d’arte che affermano il contrario, mentono oppure hanno problemi personali. Io non ho avuto dubbi, a me ha aperto tante porte e cerco di meritarmelo col mio lavoro».
Chiara Noschese, figlia dell’indimenticabile Alighiero, il 5 settembre sarà alla Mostra del cinema di Venezia, per la presentazione del film Enea interpretato e diretto da Pietro Castellitto, dove recita accanto a Sergio Castellitto.
Un’altra famiglia artisticamente importante.
«Assolutamente sì! – esclama l’attrice —. Un’esperienza coinvolgente in un contesto impegnativo, che mi ha agitato molto, perché nel film sono la madre del personaggio interpretato da Pietro e la moglie di Sergio. Era da un po’ che non facevo cinema e, inoltre, da alcuni anni in teatro mi dedico più alla regia che alla recitazione. Ho affrontato un provino non facile, mi sono impegnata, me la sono giocata e l’ho superato. Aggiungo che non ho avuto figli ed essere diretta da un ragazzo che potrebbe esserlo è stato emozionante».
Intanto, torna anche in palcoscenico: il 5 ottobre al Teatro Nazionale di Milano firma la regia di Chicago. Il Musical, dalla celebre opera di Bob Fosse del 1975.
«Un triplo salto mortale, perché mi sono pure ritagliata il ruolo di Mama Morton, la terribile capo secondina che, nel carcere dove sono detenute le due omicide Velma (Stefania Rocca) e Roxie (Giulia Sol), chiede soldi alle carcerate per fare favori. Una tipa orrenda, mi dovrò cambiare i connotati».
Lei, anche brava cantante, frequenta il musical da molti anni: ha calcato le scene del Teatro Sistina.
«Pietro Garinei mi fece un bel complimento, dicendomi: hai il dono di una bella voce, ma sai anche far ridere, che per una donna è una grande possibilità, mi ricordi tanto Bice Valori».
Però, da ragazza, ha iniziato la carriera, diplomandosi alla scuola di Gigi Proietti.
«Per me, un secondo padre. Lo ammiravo in maniera smodata e poter anche solo respirare le sue capacità attoriali è stato molto formativo. Ma avevo solo 19 anni e una volta mi mandò in crisi, sentenziando: tu saresti brava al Sistina – aveva previsto il mio futuro -, quando canti arrivi al pubblico, quando reciti no».
E allora?
«Ho capito che con la musica aprivo il mio cuore; con la recitazione avevo smanie di controllo su me stessa, ero contratta. Gigi mi ha insegnato a mollare, lasciarmi andare a peso morto».
Cosa ha ereditato e imparato da suo padre?
Sincerità
Un cognome così famoso è stato favorevole: tutti quelli che affermano
il contrario, mentono
«Ho ereditato innanzitutto le corde vocali forti: anche se urlo, non perdo mai la voce, ho cantato in spettacoli persino con 39 di febbre. Inoltre, pur non avendo mai coltivato il campo delle imitazioni, sono brava a emulare le voci degli altri. Poi da lui ho imparato che, nel nostro lavoro, non esistono gerarchie: bisogna rispettare dall’ultimo macchinista al protagonista».
Quali erano le imitazioni di papà Alighiero che, da bambina, la divertivano maggiormente?
«Divertirmi? Mi facevano paura! Quando appariva in tv, scappavo via...».
Perché?
«Un padre tutto truccato, completamente trasformato, diventa irriconoscibile, una cosa tanto strana e non mi veniva per niente da ridere...».
Sarebbe stato contento di avere una figlia attrice?
«Credo proprio di sì, ma sono contenta di essere passata alla regia: recitare soltanto mi andava stretto. Il regista è la guida di un gruppo di lavoro: bisogna essere empatici, trasmettere e ricevere energia. Ma sono sempre piena di dubbi».
Il problema più grosso?
«Una volta stavamo allestendo le luci per una messinscena e si era verificato un guaio: non funzionava niente. Io ho al polso un apple watch, che ti misura e ti comunica tutto: da quanti passi devi fare, al numero dei battiti cardiaci. Ero così agitata, che mi dice: stai per morire, le tue pulsazioni sono al limite! Scappai via e mi sono calmata».
Sarà agitata anche a Venezia?
«Ovvio! Il mio problema più grosso sarà: la sera della proiezione come mi vesto?».