Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  agosto 05 Sabato calendario

Navalny condannato ad altri 19 anni

Non c’è pace per Aleksei Navalny, il dissidente russo considerato l’oppositore più pericoloso per il presidente Putin. Il politico è stato condannato ad altri 19 anni di carcere per «estremismo», che si vanno a sommare agli 11 che gli sono stati comminati per frode e altri presunti crimini. La sentenza è stata emessa ieri a Melekhovo, la colonia penale di massima sicurezza a 200 chilometri da Mosca dove è rinchiuso da oltre due anni. «Vogliono spaventare voi, non me, e privarvi della volontà di resistere», ha scritto su Facebook Navalny. «Vi stanno costringendo a consegnare la vostra Russia senza combattere a una banda di traditori, ladri e furfanti che si sono impadroniti del potere», ha aggiunto. Che ci sarebbe stata una sentenza particolarmente severa era nell’aria. Il pubblico ministero aveva chiesto 20 anni di reclusione, ma soprattutto, l’ennesimo processo contro Navalny arriva in un momento in cui Putin è particolarmente interessato a reprimere in modo brutale le poche figure indipendenti che erano rimaste nel Paese. Nonostante si trovasse in carcere, Navalny da mesi portava avanti una campagna contro la guerra in Ucraina rivolta a tutti i russi, non importa quale fosse la loro posizione politica, in modo tale da creare un movimento di opinione forte contro il conflitto. Nell’udienza che si era tenuta il mese scorso e nella quale erano stati presentati i capi di accusa, il politico di opposizione aveva definito quella che in Russia chiamano “operazione militare speciale come «il più stupido errore di questo secolo». Frasi che hanno irritato profondamente il Cremlino, con il portavoce di Putin, Peskov, che in quell’occasione sottolineò l’indipendenza della magistratura russa, sottolineando che l’ennesimo processo a carico di Navalny non aveva alcuna connotazione politica. Ma chi conosce la Russia sa che questo non è vero. Anche perché la condanna dell’ex blogger per estremismo, arriva a tre mesi e mezzo dalla sentenza «esemplare» contro il giornalista e attivista, Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni per aver espresso sui social la sua contrarierà alla guerra contro Kiev e aver criticato l’operato delle forze russe. A fare pensare a una condanna politica, ci sono anche le parole dell’ex presidente russo, Dmitrij Medvedev, che ha definito la condanna un «volere del destino».