il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2023
L’Italia vista dai viaggiatori del passato
Hawthorne «Sgualdrinella» (Nathaniel Hawthorne davanti alla Fornarina di Raffaello).
De Sade «Un mobile in carne e ossa» (il marchese De Sade di fronte alla Danae di Tiziano: «Una serva utile in molti sensi, uno di quei mobili di cui un artista e un uomo di lettere non possono fare a meno, la natura trova la sua soddisfazione e la testa rimane sgombra»)
De Sade Il marchese De Sade di fronte alla Venere dei Medici, esaltato dalle «incantevoli rotondità del seno e delle natiche»…
Mark Twain «È il quadro più indecente, più volgare e più osceno che ci sia al mondo» (Mark Twain davanti alla tizianesca Venere di Urbino)
Dickens «Robe che fanno venire un infarto» (Dickens, orripilato, nella mantegnesca Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova).
Borghese Camillo Borghese, pluritradito da Paolina, teneva nascosta la statua della moglie nuda, sicché Charlotte Eaton commentò: «È più geloso della statua che della moglie…».
Paolina Una dama che aveva interrogato Paolina Borghese sull’imbarazzo provato a posar nuda davanti a Canova si sentì rispondere: «E perché mai? Era acceso un bel fuoco…».
Paolina «A chi s’intrattiene in visita alla cappella Paolina, in Santa Maria Maggiore, a Roma, nella quale s’impongono, oltre alla celeberrima icona della Salus Populi Romani, i fastosi sepolcri dei pontefici Paolo V e Clemente VIII, può capitare di scorgere una tomba disadorna di dimensioni ridotte, simile a quella di un bambino, che non reca alcun nome. Singolare anomalia, questa, in una cappella che fa del tripudio quasi soffocante di pregiati marmi policromi e di bronzi dorati un modo per rendere omaggio ai personaggi eminenti della famiglia Borghese. Il cenotafio anonimo contiene i resti di Paolina, sorella di Napoleone Bonaparte e moglie del principe Camillo Borghese, donna avvenente, piuttosto esile nella persona e di piccola statura. L’anonimato imposto alla sepoltura sembra il calcolato contrappasso al clamore suscitato in vita da Paolina con comportamenti provocatoriamente scandalosi».
Cristo «Sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce» (Matilde Serao a proposito del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, osservato nella cappella Sansevero a Napoli).
Napoli Paul Claudon a Napoli: «Una città che ha l’aria d’esser sopravvissuta a qualche calamità».
Thorvaldsen «Thorvaldsen soleva dire che, nel lavoro dello scultore, la creta è la vita, il gesso è la morte e il marmo la resurrezione».
Santa Teresa Burckhardt scandalizzato dalla Santa Teresa del Bernini che sdraiata su una massa di nuvole, distende le membra in «uno svenimento isterico», con lo sguardo assente, mentre «un angelo libidinoso» prende la mira con la freccia. Commento di Ernest Renan: «Se questa è un’estasi mistica, conosco molte donne che l’hanno provata».
Foglie Henry Matthews stava lamentando le foglie di latta che coprivano le pudenda delle antiche statue, quando una signora italiana si avvicinò e gli bisbigliò in un orecchio: «Dovremmo tornare in autunno, quando le foglie cadono…»
1. Continua
Notizie tratte da: Attilio Brilli La grande incantatrice. Il fascino dell’Italia per i viaggiatori di ogni tempo Utet. Pagine 293, € 28
Doratura I romani che pian piano, nel corso di secoli, scrostarono l’intera doratura del Marc’Aurelio che sta in Campidoglio.
Pantheon Altro saccheggio: delle tegole d’oro che ricoprivano la cupola del Pantheon (spedite a Costantinopoli).
Fori Altro saccheggio: dei marmi dei Fori, presenti in tutta Europa.
William Il santo vescovo Aldhelm s’era fregato un’intera ara di marmo, e l’aveva caricata sui muli, e i muli, al momento di passare le Alpi, stramazzarono per la fatica, e l’ara andò in pezzi. Allora il santo vescovo, inginocchiatosi, pregò il Signore, e il Signore fece sì che i pezzi, da sé stessi, si rimettessero insieme e l’ara all’arrivo risultasse intatta (anno 700, testimonianza di William di Malmesbury).
Colonne L’abate Suger che si lambiccava su come trasferire a Saint-Denis, per utilizzarle in quella chiesa, le colonne delle Terme di Diocleziano, e alla fine dovette rinunciare.
Elenco Anno 1733, papa Clemente XII fonda il Museo Capitolino e nello stesso tempo proibisce che, senza specifico permesso, si estragga dal sottosuolo e si faccia commercio di «qualunque sorte di statue, figure, colonne, bassirilievi, vasi, urne, dorsi, teste, camei, intagli, medaglie di tutte sorti e bronzi figurati, o altri ornamenti di marmo, pietra, bronzo, o altro metallo, e materia tanto antica quanto moderna, siccome ancora pitture, mosaici, e quadri, e altre simili opere».
Altro elenco Reliquie che si potevano adorare nella basilica di San Giovanni in Laterano: le teste dei principi degli apostoli, l’Arca dell’Alleanza, le tavole di Mosè, la verga di Aronne, un’urna con la manna, la tunica della Vergine, frammenti della veste di Giovanni Battista e della tavola dell’Ultima Cena, il cordone ombelicale di Gesù Bambino, il prepuzio di Gesù Bambino.
Carabattole «Favolosa soffitta colma di carabattole misteriose e di ammiccanti fantasmi nella quale soddisfare gli istinti elementari della finzione e del romanzesco» (l’Italia secondo Vernon Lee, scrittrice inglese morta nel ’35).
Pellegrino «Pellegrino, cioè avventuriero» (Erasmo da Rotterdam, morto nel 1536). «Pellegrino, cioè perdigiorno, vagabondo» (Philip Sidney, morto nel 1586).
Statue Thorvaldsen spiegava che una cosa è vedere le statue in Vaticano alla luce del giorno, tutt’altra cosa ammirarle al lume delle torce.
Apollo Winckelmann (1717-1768) fuori di sé davanti all’Apollo del Belvedere. Più tardi (1820) Charlotte Eaton raccontò la storia della fanciulla che aveva perso la testa per la statua, e l’andava a contemplare ogni giorno, e piangeva, e pregava Iddio di tramutarla in marmo, finché finalmente se n’andò all’altro mondo.
Winckelmann Winckelmann, omosessuale perso, scordò le proprie pulsioni davanti alla Venere dei Medici e notò che «assomiglia a una fanciulla che passa da un’età aspra e sgraziata – come i frutti che non hanno raggiunto la maturazione – a un’altra nella quale i vasi del sistema animale cominciano a dilatarsi, come dimostrano i suoi seni, che si gonfiano e appaiono sviluppati più di quanto accada in giovani coetanee».
Cavalli I quattro cavalli di San Marco a Venezia: ogni volta che li spostano, cade un impero.
Cappello Fenimore Cooper, l’americano autore de L’ultimo dei mohicani, che, entrato nella Tribuna degli Uffizi, si leva il cappello.
2. Fine
Notizie tratte da: Attilio Brilli La grande incantatrice. Il fascino dell’Italia per i viaggiatori di ogni tempo Utet. Pagine 293, € 28
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