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 2023  agosto 05 Sabato calendario

Dal Diario di Zavattini

Zavattini 1
Artista «L’artista sente soprattutto l’odore del logoro» [31 gennaio 1942]
 
Fila «Domani voglio andare a vedere una fila e ad ascoltare» [1 luglio 1943]
 
Marxismo «C’è poesia nel marxismo?» [19 agosto 1943]
 
Dio «Sinora chiedevo a Dio: fa quello che voglio io, invece di chiedergli fa quello che vuoi tu» [24 novembre 1943]
 
Tedeschi «Tedeschi che passano veloci sulle auto con alberi di Natale» [24 dicembre 1943]
 
Tonno «Mi offrono una scatola di tonno per 5000 lire» [7 gennaio 1944]
 
Bombe «Bombardamento dei Castelli, 2-3 volte in mattinata. Urla delle donne, bambini, pareva crollasse la casa. Ed era a 15 km! Spettacolo dei 21 caccia, tutti con la coda di fumo, parevano girini nell’acqua, simmetrici, lenti, acquatici al massimo» [17 febbraio 1944]
 
Scomparse «Contiamo le lattine dell’olio, me ne mancano tre. Chi le ha prese?
Scomparse le mie scarpe. Quanto mi dispiace» [29 febbraio 1944]
 
Gallina «Una delle tre galline di mia madre è zoppa da qualche giorno, sta ore e ore accovacciata» [8 marzo 1944]
 
Brodo «Con la gallina zoppa facciamo il brodo. “È un po’ insipido,” dice Arturo, “perché era zoppa.”»
 
Mussolini «Mussolini non poteva sopportare “questo puzzo di umanità”. Un’altra volta invidiò a Bardi di poter andare in autobus (dalla finestrina di Palazzo Venezia videro passare un autobus a due piani: “Siete mai stato su quell’autobus?” “Sì.” “No, dico sopra, sul piano alto.” “Sì.” E Mussolini volle sapere che cosa si provava. Bardi disse che era molto bello vedere la città da lassù in corsa e lui lo guardò con invidia)» [27 agosto 1944]
 
Intellettuali «Fare dell’antifascismo oggi, noi intellettuali, è vile e peggio. Specie con i nostri precedenti».
 
Ladri «I ladri vogliono degli onesti come capi» [3 novembre 1944].
 
Me «Non devo fidarmi di me» [18 dicembre 1944]
 
Lattuada «Lattuada mi dice che tempo fa pianse a lungo, improvvisamente essendosi sentito sulle spalle tutto il peso della guerra. Fabbri invece dice che giorni fa, a letto con la febbre, sentì voglia di piangere a lungo. Pianse, e gli sparì subito la febbre» [27 febbraio 1945]
 
Visconti «Vado a Ossessione di Visconti, è un regista cui bisogna dare del buon testo, lui non sa giudicare il testo, è poco intelligente, molto istinto. Il film è noioso, Calamai formidabile. In mano agli americani, Visconti è un ottimo elemento. Bisogna depederastizzarlo e allontanarlo dai letterati».
 
Sciuscià «Quei due sciuscià, Francesco e Luigi, sui 12 anni, hanno una bambina in comune dodicenne che fottono. Le danno 50 lire ciascuno, a volte “io me le faccio ridà” dice Francesco» [6 maggio 1945]
 
Pensa «Coletti mi dice: pensa al mio soggetto intanto che ti lavi visto che non hai tempo. E De Sica: pensa al mio soggetto intanto che scendi dal tram. E Bianchi: pensa al mio intanto che vai al gabinetto» [11 maggio 1945]
 
Cane «Chiari mi ha raccontato di un paese bombardato. Un cane che passa nella piazza, ci sono i morti qua e là, il cane li annusa, tutti guardano in silenzio il cane che passa, non tocca i morti come si pensava, e scompare. Il terrore di chi guardava»
 
Liberi «Siamo liberi, come lo eravamo al tempo del fascismo. Lo dico a Fabbri. Cioè: la libertà è in noi in qualunque epoca. Ma sentirsi liberi porta tali gravami che fingiamo di essere non liberi. E riduciamo tutto alla libertà politica, la più grossolana». [13 giugno 1945]
 
Cretino «Sono cretino ogni giorno un po’ di più» [25 giugno 1945]
 
Luna «C’è una luna piena e calda. Sino a mezzanotte il caldo sembra venga dalla luna. Ci si domanda: e se cresce?» [20 luglio 1945]
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Notizie tratte da: Cesare Zavattini Diari 1941-1958 vol I € 22, pagine 624
 
 
 
Tale «Uno è il tale alle 8, il tal altro alle 9» [17 gennaio 1941]
 
Cagli «È venuto Cagli a trovarmi, molto internazionale, molto ebreo, dice noi quando parla degli americani. Ha molta fiducia degli italiani. È molto “storico” nei suoi punti di vista. Sfiducia invece della Francia, specie di De Gaulle. Dice che non riesce a fare il suo autoritratto, gli viene fuori suo fratello» [14-15 agosto 1945].
 
Golf «Un bel golf di lana grigia nella vetrina di Via Condotti Lire 9000» [31 ottobre 1945].
 
Antipatico «È morto Gian Dàuli. Ho provato dolore perché lui mi disse un giorno che gli ero antipatico, con calma anche se con cattiveria. Io non seppi cosa rispondergli (alle Tre Marie) come potrò dimostrargli che sono simpatico? Ecco un’altra cosa impossibile, frutto degli anni. Egli è là con la convinzione che io sono antipatico, isradicabile» [5 gennaio 1946].
 
Purga «Maccari dice che la moglie buona, che ti ami, è quella che riesce a farti prendere la purga [1 marzo» 1946].
 
Ottimista «Ottimista è colui che crede gli altri uomini diversi da sé» [21 marzo 1946].
 
Ungaretti «Vado alla Bussola a correggere il mio pezzo per il primo numero della “Fiera letteraria”. C’è Ungaretti che mugola e dice che (siccome io dovrei togliere 4 righe) un vero scrittore non può togliere da un suo pezzo in quanto ha già tolto tutto prima. Urla perché Angelo Mai, cioè il Mai è scritto con l’i lungo, cosa che avrebbe fatto imbestialire Leopardi ché in quell’epoca c’era l’abuso dell’i lungo».
 
Musica «Don Zeno, cioè l’ideatore e il realizzatore della opera Piccoli Apostoli che è a San Giacomo delle Roncole in provincia di Mantova. Faceva il motociclista e poi a 29 anni si è messo a fare il prete. Diffonde con gli altoparlanti messi sul campanile della sua parrocchia i grandi musicisti in modo che i contadini quando lavorano o quando rincasano alla sera sentano spandersi per l’aria le melodie di Beethoven di Bach o di altri» [24 maggio 1946].
 
2 giugno «Sono andato a votare. Repubblica. Partito comunista. Voti preferenziali Togliatti, Alicata. Mi sono deciso per il comunismo per votare contro di me, contro i miei difetti. Per invocare una rivoluzione contro di me. Per vincere la paura, per collaborare a qualche cosa che mi spodesterà dalla quiete» [2 giugno 1946].
 
Formiche «Le formiche rosse e le formiche nere sul viottolo verso la ferrovia. Mettiamo una formica nera fra le rosse piccolissime, lotta feroce» [19 giugno 1946].
 
De Sica «Soldati dice a De Sica che è il migliore di tutti, che non capisce niente, ma fa tutto per istinto, che andrà a Hollywood ecc»[24 giugno 1946
 
Pound «Quando conobbi Ezra Pound nel ’30-31 in un albergo di Milano mi disse con ferocia: Mark Twain è una merda (gli ero stato presentato come umorista)» [14 luglio 1946].
 
Luzzara «A Luzzara: ricchi e poveri si odiano. I ricchi si odiano tra loro. Tutti più attaccati al soldo di una volta. Niente di nuovo. I giovani ballano e vagamente desiderano la giustizia. Le case ferme ma sotto il movimento della compravendita. Si comprano e si vendono le case. Tutti non pensano che a comperare, sognano case e fondi. Fanno qualunque cosa per questo. Gli avari sono la maggioranza. Ieri è venuto a trovarmi qui il figlio di Iseo Terzi: degno luzzarese. Siamo usciti insieme e era tutto felice di non pagare il tram e l’autobus» [4 ottobre 1946].
 
Lizzani «De Santis non capisce i miei raccontini, Lizzani li capisce benissimo. Cerco di spiegare a De Santis, ma che posso spiegare? Lizzani quasi quasi me li spiega lui a me» [16 novembre 1946].
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Notizie tratte da: Cesare Zavattini Diari 1941-1958 vol I La nave di Teseo € 22, pagine 624
 
 
 
 
De Sica «De Sica mi dice che la Mercader è incinta. Il suo egoismo è tale che teme, dice teme (come se fosse possibile o giusto il contrario) che sua moglie quando lo saprà non lo prenderà in casa. Dice che con la Mercader non conviverà. È sempre più ignorante e fa tripli giochi: combina affari con Amato ma di fronte ai critici lo disprezza, fa il puro di fronte ai critici. Insomma, fa pena, è italiano, napoletano, attore, nelle accezioni peggiori (carattere debole, sleale, poca coscienza, artisticità, un pizzico di bontà, vanità, intelligenza limitatissima). Auguri».
 
Timidezza «Fabbri mi dice che un suo amico vinse la timidezza dicendo tra sé, prima di entrare in un locale, mettiamo: “Fra 50 anni, tutto questo sarà polvere”».
 
Moravia È«venuto Moravia, è stato qui dalle 14.30 alle 17. È chiaro, forte, sicuro. Mi dice che la Manzini è “terribile” e Falqui un cretino. Mi dice che la Manzini non funziona come scrittrice perché non si mostra come è: perfida, puttana, pettegola. Sa un mare di cose di lei che non può raccontare. Gli dispiace che Guttuso beva tanto, fotta tanto e abbia la sifilide. Lui fotte poco, sta anche un mese, due. Gli dico che la sua forza sta lì, e che io ho sciupato 1⁄2 me stesso nel fottere».
 
De Sica «Parlato ancora una volta con De Sica che rintraccio faticosamente per telefono, in una sala da giuoco dove, dice sua moglie, sta perdendo l’animaccia sua. De Sica mi risponde con il solito modo evasivo e lo prenderei a calci nel sedere se in questo momento fosse presente. Finge di avere dei problemi spirituali mentre è il più grossolano borghese che io conosca».
 
Delitto A Porta Pia ore nove circa quattro spari. Credo siano trombette. A cinquanta metri da me un po’ di movimento tra la gente. Arriviamo sul posto. C’è un morto per terra con già gente intorno, uno accompagnato via fra due carabinieri, che ha debolmente cercato di scappare, tutto in tre minuti: delitto, tentativo di fuga, arresto, folla intorno al morto, supposizioni della gente. Il morto era con la faccia contro la terra, solo dopo qualche minuto un rivolo di sangue da lui arrivava sino al canaletto (10 metri) vicino all’edicola. L’assassino, un biondo sui quarant’anni, della stessa condizione del morto, cioè di modeste condizioni. In me sempre quel senso di non poter assalire l’assassino, inseguirlo, solo lo stupore e la paura di me, di vivere in un mondo dove questo è possibile, ed è possibile anche per me, sia come assassino sia come assassinato. Uscito dal cinema vicino due ore dopo, non c’è più il morto, hanno lavato dove c’era il sangue» [5 gennaio 1947].
 
Miliardario «Quattro ore a casa Caramelli, il quasi miliardario, per la consegna della collezione Roma e per convincerlo a sovvenzionare la lotteria nazionale dell’arte. Si va a finire nella politica e non si parla più di pittura. Ha la casa ricca, sulle pareti i brutti quadri comperatigli testé da Besozzi. È anticomunista, materialista integrale, non fesso, ma prepotente, sicuro di sé, identico ai Rizzoli agli Invernizzi. Dice che non fa politica ma aiuta soprattutto i fascisti. Dice che Togliatti è comunista perché è triste, ha una brutta moglie, un brutto figlio, e vorrebbe il posto di Caramelli. Mi domanda se Guttuso è brutto, poiché “il suo quadro è cupo, è il quadro di un comunista, i comunisti sono brutti”. Gli dico che Guttuso è bello, amato dalle donne. Resta male» [19 gennaio 1947].
 
Piangere «Per piangere bisogna avere le carte in regola» [5 gennaio 1947].
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Notizie tratte da: Cesare Zavattini Diari 1941-1958 vol I La nave di Teseo € 22, pagine 624
 
Dipingere «Oggi ho dipinto e ancora una volta mi sono accorto che per dipingere bisogna dipingere» [25 dicembre 1946].
 
Analfabeta «Mia madre quando era incinta di me era analfabeta, allora andava a scuola privata di sua iniziativa dalla maestra N., e dice che studiava e rimetteva, studiava e rimetteva» [25 gennaio 1947].
 
Rizzoli «Torna De Sica dalla Spagna. A San Remo ha incontrato Rizzoli che era con la sua giovane amante, e gli ha regalato 300 mila lire perché le giocasse, dice De Sica: “Me le ha regalate per umiliarmi davanti all’amante.” De Sica le ha perse subito» [30 gennaio 1947].
 
Borgate «Visita alle Borgate San Basilio, Pietralata, Tiburtino III con Alvaro, Savinio, Piovene, Taddei, Jovine, Mencarelli di “Mondo Futuro”. Freddo, pioggia: ancora più estremo sentire la pena di quei poveri. Le lavagne delle scuole umide, le donne incinte, l’usciere che dice noi non voi abbiamo perso la guerra. L’ira, l’odio, la bambina col fratellino. I miei colleghi, il cinema Incom, io – tutti i pensieri e la vergogna passano per la testa, poter fotografarli».
 
Malaparte «Malaparte. Faccia sinistra, spiritoso, loquace, sicuro, scettico, parla della sua vita, Capri, che studia la grammatica greca, prepara un prete alla laurea, ha pescato 60 quintali di legno dal mare».
 
Sinisgalli «Sinisgalli è felice del posto che gli ho fatto avere come segretario della idea dei desideri. Vuole 20.000 al mese. È riflessivo e difensivo. Dorme le sue orette dopo pranzo, ha l’amante, si difende come quasi tutti i poeti italiani».
 
De Sica «Quello che mi dice Amidei di De Sica: che ha perso 3 milioni con Amato a San Remo; che giuoca in borsa, che è nel vizio sino ai capelli. E l’altra sera cantava miseria con me. De Sica è proprio nella débauche, e dà la colpa agli altri. Non merita il successo che ha avuto, e non merita di aver incontrato me».
 
Rossellini «Vedo Paisà. C’è Togliatti (visione privata all’Istituto Luce). Ci sono cose ottime. Rossellini ha l’occhio del cronista, cioè moderno, ha contatti veri con la realtà, quasi senza accorgersene» [12 febbraio 1947]
 
Montale «Bonsanti dice di non badare agli umori di Montale, lui e Montale e si salutano con un buongiorno da anni».
 
Dio «Espongo a Signoretti l’idea dell’“Italia domanda” (un settimanale di otto pagine, ideato da Zavattini, fatto solo di domande del pubblico a cui avrebbe risposto un pool di collaboratori illustrissimi – ndr).  Savinio dice che tutto sta nella distribuzione delle domande. Chi le distribuisce? E possiamo, dice, fare opera di civiltà se non c’è civiltà o non sappiamo che cosa sia, quale sia? Rispondo che io lo so, che cioè certi principi morali io li ho e se mi ascoltano posso parlare per un’ora delle mie idee, ma non sono idee e principi per far andare l’Italia a destra o a sinistra, ma per farla ragionare onde scelga la destra e la sinistra ragionatamente. Far ragionare, dare il senso della responsabilità, della libertà. Mi dice che finirò bruciato come un eretico. Alvaro domanda come si risponde alla domanda C’è Dio» [25 febbraio 1947]
 
Piovene «La Volpini mi telefona che si sono lasciati con Piovene perché “scopicchia” con le signore dell’alta società» [10 marzo 1947].
 
Flaiano «Flaiano ottimo collaboratore, pessimo redattore, pigro, inconcludente. Intelligente ma non costruttivo, molto romano, cioè intelligente, ma dissolvente, scettico, diffidente
Flaiano e Maccari distruggerebbero qualunque giornale, qualunque iniziativa che non sia comune. Loro carattere antientusiasta, cinico, guai se io comincio a ragionare come loro» [3-27 aprile 1947].
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Notizie tratte da: Cesare Zavattini Diari 1941-1958 vol I La nave di Teseo € 22, pagine 624
 
Brin «Vedo 1860 di Blasetti – bello – Irene Brin piange e scappa via per non farsi vedere» [9-11 giugno 1947].
 
Bartolini «Bartolini Luigi mi chiede 100.000 lire per la traduzione in cinema del suo Ladri di biciclette»
 
Sterco «Sforzi per convincere De Sica a fare Ladri di biciclette. Gliene ho fatta una seconda riduzione, sempre con l’idea dell’attacchino proprietario della bicicletta, con il figlio e la moglie. Come uomo, è sterco, privo di ogni generosità. Ieri sera per un’ora a spiegargli lo spirito del film, che non è romantico come crede (“io non capisco – dice – come la moglie possa essere contro il marito in quanto gli hanno rubato la bicicletta”). Gli dico che la verità è che lui non conosce i poveri, in tutto è piccolo borghese. Glielo spiego in ogni significato ma stenta a capire, vede solo un contrasto facile nel finale tra l’autobus e una bella 6 cilindri» [12 luglio 1947]
 
Sibilla «Sibilla [Aleramo] fa la comunista militante, come una fascista, si aggrappa, poveretta, al partito come un cane all’ultimo osso. E mi domanda perché non mi iscrivo».
 
Cabina «A Riccione una suocera ha trovato la nuora che telefonava al marito in una cabina telefonica mentre l’amante la possedeva e lei telefonava al marito le parole d’amore che l’amante, il coito le ispirava».
 
Croce Mi racconta Paladini che Benedetto Croce si è rifiutato con parole insolitamente forti, un po’ oscene, di rispondere alle domande che gli ho mandato per “Italia domanda”, dice che gli italiani devono studiare, studiare, e non accontentarsi dei giornali ecc. Questo Croce che vede gli italiani che studiano tutti, non ha mai visto gli operai, ma solo il concetto di operai, così di impiegato ecc.»
 
Ladri di biciclette «De Sica al quale devo spiegare come a uno scolaro di 3a elementare il perché del film, il suo stile. Mi domanda ancora che cosa vuole dimostrare questo film. Gli dico che una volta si occupavano dei re, nel teatro; o dei grandi borghesi, e giù giù, noi ci occupiamo del furto di una bicicletta a un operaio perché è cosa grande, o meglio importante, come qualsiasi altro fatto antico o leggendario».
 
Colla «A Valmelaina con De Sica a vedere i luoghi in cui può svolgersi il film Ladri di biciclette. Andiamo anche all’affissione dove gli attacchini hanno il loro magazzino. Odore tremendo di colla, il grande ruolo della colla, colui che la fa» [20 ottobre 1947].
 
Cancro «Incontro con A.G. Rossi. “Ho il cancro” dice, forse morirà tra un mese. Siccome non riesce a parlare, scrive ogni tanto su un pezzo di carta: “Cancro. Mi urgono 200.000.”» [21 ottobre 1947].
 
Ungaretti «Ungaretti in Corso Umberto: mi tocca il soprabito grigio, dice che è bello, che lui non ce l’ha, e io gli dico che mi toglie il piacere di averlo io. Me ne vado imbarazzato da morire. Questo soprabito!» [1-19 novembre 1947]
 
Immacolata «In Piazza di Spagna i giovani cattolici sotto la statua colonna della Immacolata inneggiano (al modo di Du-ce Du-ce) Tri-ni-tà Tri-ni-tà» [8-10 dicembre 1947].
 
Tre «La Masino, la Mariella Lotti e Fiocco fanno l’amore a tre. Dice Gennaro, il cameriere pederasta di De Sica che è cameriere da Fiocco, che “hanno dovuto perfino cambiare le lenzuola tante porcherie hanno fatto”. La frase di D’Annunzio (press’a poco): “Io sono quel che ho nascosto.”» [4 marzo 1948]
 
Rizzoli «Racconta Soldati che Rizzoli diceva: “Chel Tolstoi ché l’è Dostoieschi?” leggendo non so dove di Tolstoj» [31 dicembre 1947].
 
Io «Io sarò famoso per le grandi cose che non ho fatto» [11 maggio 1948].
5.  Fine
Notizie tratte da: Cesare Zavattini Diari 1941-1958 vol I La nave di Teseo € 22, pagine 624
 
 
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