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 2023  agosto 05 Sabato calendario

Su Giangiacomo Feltrinelli

Decennio «Comunque lo si giudichi, squilibrato, sessualmente disturbato, vano, debole, arrogante, esaltato, frustrato, sconsiderato, tristemente disponibile all’adulazione, propenso a sogni irrealizzabili e a sfrenate ambizioni, Feltrinelli ha condizionato la storia di un decennio» (Claire Sterling).
 
Padre Carlo Feltrinelli (1881-1935), padre di Giangiacomo. Media statura, calvizie precoce, naso aquilino, baffo sottile come si portava all’epoca. Rimasto orfano di padre all’età di 15 anni, fu cresciuto dalla madre, Maria Pretz, bolzanina, che gli parlava in tedesco, e dallo zio Giacomo.
 
Codice Alla fine dell’Ottocento, in casa Feltrinelli, adulti e bambini sottoscrivevano un codice di comportamento. Multe: 10 centesimi di punizione per chi si reca in cucina senza ragione (articolo 3), ma anche per chi osa parlare più di tre volte in italiano durante il pranzo (articolo 5), 20 centesimi per chi tocca le donne (articolo 9), 2 centesimi per chi si mangia le unghie (articolo 10), 20 centesimi per chi lascia accesa la luce quando non occorre. Di converso: presentarsi nell’ordine giusto (per età) all’ora di colazione vuol dire 5 centesimi di gratifica, non farsi rimproverare per l’intera giornata ne vale 10 e con almeno tre nove nella settimana scolastica si ricavano 30 buoni soldi.
 
Legname Secondo Giannalisa Feltrinelli, madre di Giangiacomo, il capostipite dei Feltrinelli fu tale Pietro da Feltre, vissuto intorno al 1500. Ad ogni modo, coloro che sul Garda vivono di legname si sono sempre detti originari di Feltre (Feltrinéi). Sarebbero giunti sul lago per costruire le navi della Serenissima.
 
Giacomo Giacomo Feltrinelli, prozio di Giangiacomo. Classe 1829, ultimo di tredici fratelli. Primo lavoro a dodici anni: vende il tre per sorta – misto di farina gialla, farina bianca e riso – sulle strade di Gargnano, sulla sponda bresciana del lago di Garda. Anno 1846: primo deposito di legname legato al nome Feltrinelli, a Desenzano, gli alberi vengono abbattuti nei boschi dietro casa e trasportati fin lì via lago. Sono gli anni d’oro dello sviluppo edilizio, delle industrie e delle ferrovie. Serve legno, legno, legno. Legno per i ponteggi, legno per le traversine, tutti non vogliono che legno. I Feltrinelli si specializzano nel legno di abete, ne importano dalla zona di Trento, su fino alla Val Pusteria.
 
Strategia Primi anni Ottanta dell’Ottocento: la Feltrinelli legnami ha quindici filiali in Italia e diverse agenzie commerciali in Austria-Ungheria e nei Balcani. La strategia è assicurarsi il controllo diretto delle fonti di approvvigionamento. Acquisizioni di interi boschi in Carinzia, investimenti per ferrovie a Vienna, a Salonicco, in Sicilia, in Calabria, etc. Bisogna anche differenziare. Anno 1889: Giacomo crea la Banca Feltrinelli. Anno 1896: la banca investe nell’attività dell’ingegner Giuseppe Colombo, fondatore della Edison di Milano, prima società elettrica italiana. Negli stessi anni: investimenti nel settore tessile, con il Cotonificio Feltrinelli; nel settore dei trasporti, con la Società per la Navigazione sul lago di Garda. All’inizio del Novecento nascono le società immobiliari dei Feltrinelli: la Compagnia per le imprese e costruzioni, l’Edilizia per il centro di Milano, la Società italiana per il commercio degli Immobili; acquistati ventiquattro lotti per complessivi 115 mila metri quadri al Testaccio, a Roma; il semicerchio che racchiude piazza Esedra (oggi piazza della Repubblica), sempre a Roma, rilevato dopo il fallimento della Banca Tiberina al costo di 271 mila lire. Alla morte di Giacomo (1913) i giornali parlano di lui come un «singolare esempio di self made man» e lo definiscono «uomo più ricco di Milano». L’Illustrazione italiana del 9 marzo 1913 valuta il suo patrimonio personale in sessanta milioni di lire.
 
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Notizie tratte da: Carlo Feltrinelli Senior Service Feltrinelli, pagine 583 25
 
Carlo I Carlo Feltrinelli (1881-1935), padre di Giangiacomo. Casa e ufficio in via Andegari, a Milano, adiacente alla Scala. Schivo, serio, calmo, riflessivo, spiritualmente aristocratico, parla poco, per niente brillante. Importa legname. Abete, faggio, rovere. Pitch-pine, douglas, iroko da Canada e Stati Uniti. Teak dall’Asia. Mogano  dall’Africa. Acquisisce la maggior società austriaca di sfruttamenti boschivi. Nel 1932 ottiene l’esclusiva per l’importazione di legname dall’Unione Sovietica. Dagli Stati Uniti, ottiene una delle prime licenze della Masonite Corporation per produrre pannelli in fibra. Ha interessi in Bulgaria, Grecia, Turchia, Egitto, Siria, Africa Orientale. Finanzia: le acciaierie Falck, imprese di costruzione, imprese di bonifica, imprese chimiche, tessili, edili. Illumina mezza Austria.
 
Zii Lo zio Pietro, a presidio delle foreste in Transilvania, suicida a 28 anni per una ballerina rumena. Lo zio Bepi, che compra legname tra Vienna e Villico, e quando a Roma gli si chiede di ospitare nel suo scompartimento D’Annunzio, risponde: «Non conosco» (ucciso poi dalle feste dell’orso che aveva trovato cucciolo nella Valle dei Cervi e che aveva allevato). Lo zio Antonio, che in odio alla vedova di Carlo lasciò la maggioranza della Fratelli Feltrinelli Legnami all’Accademia dei Lincei.
 
Giannalisa Giannalisa, la moglie di Carlo, che andava a caccia di fagiani e perse un occhio per una fucilata dell’aministratore delegato del Credito italiano, e volle però continuare a sparare per mezzo di un fucile fornito di un canocchiale coincidente con l’occhio sinistro. Rimasta vedova, da volontaria nell’istituto di un celebre biologo milanese, iniettava il cancro ai conigli (qualunque cosa significhi).
 
Barzini Luigi Barzini junior, secondo marito di Giannalisa Feltrinelli, con indosso sempre abiti bianchi «aveva l’aria del negro vestito all’europea».
 
Giangiacomo Odio ricambiato di Giangiacomo Feltrinelli per il patrigno Luigi Barzini jr. Per punizione costui, d’accordo con la madre, lo chiudeva volentieri in cantina, tenendolo a pane e acqua. A 17 anni, poi, profittando di un bombardamento, Giangiacomo scappò di casa.
 
Buick Primo matrimonio di Giangiacomo Feltrinelli: con Bianca Dalle Nogare, nel luglio 1947. Nozze civili, senza fotografi, senza invitati. Unico parente di lui: il nonno Mino Gianziana. Dopo il sì, gli sposi tornarono ciascuno a casa propria. Si ritrovarono solo il giorno dopo e partirono per il viaggio di nozze: a Praga, dove c’era un festival della gioventù comunista. Ci andarono in Buick decapottabile, portandosi dietro il cane, un pastore tedesco di nome Gisa.
 
Finanziatore Dal 1948 Feltrinelli, «forte finanziatore» del Pci, era controllato sistematicamente dalla questura di Milano.
 
Libri Sabato 18 giugno 1955. Escono i due primi libri della casa editrice Feltrinelli. Sono Il flagello della svastica di Lord Russell di Liverpool (tradotto da Luciano Bianciardi) e l’Autobiografia di Jawaharlal Nehru. Da allora, si pubblica seguendo tre filoni: l’antifascismo, la ricerca di una forma di coesistenza tra Paesi di diverse strutture economiche e politiche, la possibilità per i Paesi del Terzo Mondo, che uscivano allora dal colonialismo, di trovare un proprio assetto e di inserirsi con forza nel sistema politico mondiale.
 
Milano «A Milano i soldi ti corrono dietro, e poi ti scappano davanti» (Luciano Bianciardi).
 
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Notizie tratte da: Carlo Feltrinelli Senior Service Feltrinelli, pagine 583 25
 
Marchese Giangiacomo Feltrinelli, marchese di Gragnano (titolo ottenuto nel 1940 dalla madre Giannalisa, previo assegno assai generoso).
 
Milano 1 La Milano del 1955, secondo Giorgio Bocca: «Quella Milano aveva un cuore capitalistico, una retorica socialdemocratica e una cultura radicale. Il cuore stava in piazza degli Affari, nei grandi palazzi delle banche e delle assicurazioni, nella Borsa, negli uffici degli agenti di cambio. La retorica socialdemocratica aleggiava in municipio, alla Scala, all’Umanitaria, negli uffici benefici dei Martinitt o del Pio Albergo Trivulzio, nelle conferenze dell’Azienda elettrica municipale sezione cultura diretta dal socialista Ferrieri; la cultura radicale aristocratica era per pochi, ma importante, stava nelle case della borghesia o dell’aristocrazia illuminista, erede del Verri e del Beccaria».
 
Milano 2 «Vivere a Milano, credilo pure, è molto triste. Non è Italia qua, è Europa, e l’Europa è stupida. Tanto più che la gente non è buona, non è aperta, anche se questo succede per colpa non sua, ma sempre, come ti dico sopra, per la pressione del capitale milanese» (Luciano Bianciardi).
 
Feltrinelli «Poi ci sarebbe il Feltrinelli, detto il giaguaro: ventotto anni, occhiali, baffi, alto e robusto, ignorante come un tacco di frate, e ricco da far schifo. Ha le mani nel legname, nelle costruzioni edili, nei frigoriferi, nella Coca-Cola. Ha atteggiamenti esterni molto cordiali e sbracati: quando ci incontriamo parliamo sempre a base di manate sulle spalle e pacche sullo stomaco. Mi ha in simpatia» (Luciano Bianciardi).
 
Vicemerda «Una volta Brega mi raccontò una delle tante litigate fra Bianciardi e Feltrinelli. Parlando di un libro da tradurre, Bianciardi gli disse di averne già discusso abbastanza con il “vicemerda”. Il vicemerda? E chi sarebbe? volle sapere Feltrinelli. “Lo sanno tutti chi è, è il Brega”, buttò lì Bianciardi. E Feltrinelli rideva, rideva di gusto, anche nel ripetere la battuta allo stesso Brega, il quale, un po’ risentito, ma il più freddamente possibile, glielo chiese: “Ma chi sarebbe il vicemerda, secondo te?’. E Feltrinelli, contento: “Il vicemerda sei tu. Dovresti sentirti lusingato, perché chi vuoi che sia, il merda?”» (Michele Ranchetti).
 
Ricchezza «Il suo vero guaio, a parte la triste storia familiare, era la sua immensa ricchezza. Era angosciato dal sospetto di essere circondato da persone che volessero sfruttarlo, che gli fossero amiche solo perché lui si chiamava Feltrinelli» (Carlo Ripa di Meana).
 
Hobby Metà anni Sessanta. Feltrinelli e il ragioniere Silvio Pozzi vanno da Cuccia, a Mediobanca, per chiedere un finanziamento a lungo termine. Qualche discorso di circostanza, poi i due formulano la richiesta. Al che, Cuccia chiama un suo funzionario e fa le presentazioni: «Questo è il famoso signor Feltrinelli, con l’hobby dell’editoria…». La frase cade così male che Feltrinelli gira i tacchi e prende la porta senza neanche salutare. Grande imbarazzo. Pozzi rimane seduto a guardare il soffitto. Cuccia non dice più una parola.
 
Capitale Anno 1956. Fatti di Ungheria. Racconta lo storico Giuliano Procacci: «Una mattina vado alla Biblioteca Feltrinelli, collaboravo lì da poco, e quando arrivo (in anticipo rispetto all’orario di apertura) trovo la porta aperta. In sala c’è Giangiacomo immerso nella lettura del Capitale. Si vede dalla faccia che è stato sveglio tutta la notte, “Qui non torna niente”, mi fa, “siamo nella merda fino al collo”».
 
Leggere «Leggere costa fatica e tempo. E, quando si esagera, rende orbi, tisici, scoliotici, peptici» (Valerio Riva).
 
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Notizie tratte da: Carlo Feltrinelli Senior Service Feltrinelli, pagine 583, € 25
 
Vetrina New York, inverno 1958. Un paparazzo immortala Anastas Mikojan, vicepresidente del Consiglio dei ministri sovietico, mentre osserva cupo la vetrina di una libreria. Živago è l’unico titolo esposto, in molti esemplari.
 
Matrimoni Fine del primo matrimonio di Feltrinelli copn Bianca Delle Nogare. Lui era troppo spesso a Parigi, in compagnia di una Françoise. Lei, nel 1955, era stata circuita da Renato Mieli, già segretario di Togliatti, ex direttore dell’Unità, sospettato di essere una spia inglese. Quanto al secondo matrimonio, con Nanni De Stefani, romana, figlia di un commediografo, durò pochissimo.
 
Gattopardo La Einaudi rifiutò il Gattopardo. Vittorini scrisse a Tomasi di Lampedusa: il libro, anche se «serio e onesto», è «statico e oleografico». Dopo l’uscita da Feltrinelli, Mario Alicata lo bollò come «romanzo decadente». Feltrinelli, per la prima volta, non rinnovò la tessera del Pci (anno 1958).
 
Dentista Giannalisa Feltrinelli portava i figli dal dottor Gottlieb, dentista di Vienna. Quando questi trasferì il suo studio a New York, non le parve logico rinunciarvi e costringeva i figli a lunghi viaggi transatlantici.
 
Inge Giangiacomo Feltrinelli e Inge Schoenthal si sposarono a Città del Messico, in un ufficio per matrimoni svelti. Poi: una breve luna di miele tra Zihuatanejo e Bassa California.
 
Lolita Feltrinelli provò a farsi dare i diritti di Lolita di Nabokov. Tentativo fallito per incompatibilità di carattere.
 
Fitzgerald Carlo, figlio di Giangiacomo e di Inge. Suo nome  completo: Carlo Fitzgerald Feltrinelli. Alla nascita, arrivarono telegrammi di felicitazioni sia da casa Agnelli che da Botteghe Oscure.
 
Barca L’Eskimosa, la barca di Giangiacomo Feltrinelli, 16 metri di scafo, ormeggiata a Porto Ercole. Chiamata così in onore di Inge, e dei suoi zigomi di tipo lappone o eschimese.
 
Marketing Aperta la libreria di Bologna, non veniva nessuno. Feltrinelli, incazzatissimo. Alla fine, impose di vendere tutto con sconti del 30%. Romano Montroni, direttore della libreria: ma sono libri nuovi!. Feltrinelli si mise allora a gualcire le copertine: «Ecco, non sono più nuovi».
 
Marketing Metodi non convenzionali per attrarre il pubblico nelle librerie Feltrinelli: caldarroste gratis (a Firenze), Joan Baez che canta a piedi nudi (a Milano), flipper, baraccone della Coca-Cola e tiro a segno con le freccette (a Roma).
 
Bombe Secondo Giorgio Bocca, Giangiacomo Feltrinelli si allenava a lanciare bombe a mano sul pratone della villa in Friuli, sulla strada che da Cervignano porta ad Aquileia.
 
Sardegna Feltrinelli immaginava di fare della Sardegna una Cuba nel Mediterraneo. Si spinse fino al punto di incontrare il bandito Graziano Mesina. Gli offrì «riabilitazione, in cambio di insurrezione». Il bandito rifiutò: la riabilitazione non gli interessava, armi e soldi se li poteva prendere quando voleva.
 
Sibilla Quarto matrimonio di Giangiacomo Feltrinelli. All’inizio del 1969. Con Sibilla Melega. Nozze a Lugano.
 
Rivoluzionario Titolo di Potere Operaio del 26 marzo 1972: «Un rivoluzionario è caduto».
 
Funerale Fu sepolto nella cappella di famiglia in stile babilonese al Cimitero Monumentale di Milano. Del suo funerale scrissero Alberto Arbasino e Uwe Johnson. Alcune sequenze originali sono conservate nel film Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio. Milano completamente militarizzata: su ottomila presenti, ci sono ottomila agenti. Elicotteri nella luce chiarissima. La bara è portata a spalla dai librai Feltrinelli. Pugni chiusi e bandiere rosse al vento. Grida: «Compagno Feltrinelli, sarai vendicato». Régis Debray usa un megafono per spiegare che Feltrinelli aveva amici in tutto il mondo. Interviene Mario Capanna. Schermata da occhiali scuri, e velo nero, Giannalisa Feltrinelli: «Finalmente ho finito di soffrire».
 
Carlo «È salutare, per l’intelligenza, non credere ciecamente in quel che si fa» (Carlo F. Feltrinelli).
 
4. Fine
 
Notizie tratte da: Carlo Feltrinelli Senior Service Feltrinelli, pagine 583, € 25
 
 
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