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 2023  agosto 05 Sabato calendario

Quei matti dei russi

Smentita Uno aveva letto sull’Izvestija che la vita è bella, ma pensava che prima o poi ci sarebbe stata una smentita (Nikolaj Erdman).
 
Casti Tolstoj consigliava di vivere totalmente casti per raggiungere la massima perfezione. Lui, di figli, ne aveva tredici.
 
Esorcismo Uno era prete e faceva gli esorcismi contro l’ubriachezza, la gente faceva la fila per vederlo, tutto il sagrato era pieno di turaccioli, perché tutti volevano farsi l’ultima bevuta prima del rito (Boris Pil’njak, L’anno nudo).
 
Cantare Uno diceva di essere stato in Italia e raccontava che là all’uomo russo non ci pensavano minimamente. Là cantavano e dipingevano, e basta. Uno, per dire, stava in piedi e cantava. E un altro, lì vicino, stava seduto e faceva il ritratto a quello che cantava. E un terzo, a una certa distanza, cantava di quello che faceva il ritratto (Venedikt Erofeev).
 
Lenin Iosif Brodskij, per eccessiva esposizione alle immagini di Lenin – baby Lenin coi boccoli da cherubino, Lenin trentenne, già calvo, Lenin col berretto da operaio, col garofano all’occhiello, seduto alla scrivania oppure in piedi col braccio teso ad arringare la folla su un autoblindo, Lenin ovunque, nei libri di testo, sui muri della scuola, sui francobolli e sulle monete –, era diventato anticomunista a sette anni.
 
Suicida Un aspirante suicida aveva il terrore di morire d’infarto e di non fare in tempo a spararsi. Diceva che era necessario essere vivi per potersi sparare [Nikolaj Erdman, Il suicida, in Teatro satirico russo (1925-1934), trad. di Milli Martinelli, Milano, Garzanti 1979].
 
Trafelati La contessa Tolstaja diceva di non voler morire di morte repentina perché era imbarazzante mostrarsi al Signore trafelati [Serena Vitale, Il bottone di Puškin, Milano, Adelphi 2000].
 
Cuore L’esule russo a New York secondo il quale gli americani erano senza cuore poiché bevevano la vodka in dosi microscopiche (Sergej Dovlatov, Il libro invisibile, trad. di Laura Salmon, Palermo, Sellerio 2016).
 
Atomi C’era un pittore chiamato Valdimir Šinkarev, che una volta aveva scritto: «Quando penso che la birra è fatta di atomi, mi passa la voglia di bere» (Vladimir Šinkarëv).
 
Giovani Secondo Iosif Brodkij i poeti hanno la romantica abitudine di morir giovani.
 
Karenina Il regista cinematografico italiano secondo il quale i libri, nella propria libreria, non bisogna sistemarli a caso: «Io, per esempio, diceva, nella mia ho messo Anna Karenina vicino a Don Chisciotte, perché, di sicuro, quest’ultimo farà di tutto per salvarla»
 
Pranzo Anatolij Mariengof si era messo a calcolare il costo del suo pranzo, ed era rimasto parecchio amareggiato nel constatare che si metteva nello stomaco in una sola volta 250 copie di libretti di poesie da 48 pagine.
 
Fucilazione Uno, ai tempi della Rivoluzione, a una festa di letterati, voleva corteggiare una poetessa, e per fare colpo le aveva detto: «Volete vedere una fucilazione? Posso organizzare tutto in un minuto» (Vladislav Chodasevič).
 
Fallito Uno era un poeta che considerava l’essere fallito non solo una professione, ma una specializzazione (Benedikt Livšic).
 
Superflua Nella prefazione a I fratelli Karamazov Dostoevskij aveva scritto: «E questa, in sostanza, è la prefazione. Sono perfettamente consapevole del fatto che era superflua, ma, dal momento che è stata scritta, lasciamola qui» (Venedikt Erofeev).
 
1. Continua
 
Notizie tratte da Repertorio dei matti della letteratura russa a cura di Paolo Nori Salani, pagine 320, € 16
 
 
 
 
Mal di gola Metodo per combattere raffreddore e mal di gola: fare gargarismi con latte e fichi, legarsi al collo un portaspilli con camomilla e canfora [Nikolaj Gogol’, Anime morte].
 
Champagne La signora secondo cui il marito era morto di champagne [Anton Čechov, Il giardino dei ciliegi].
 
Borbottio Vladimir Nabokov diceva che Gogol’ aveva scritto un racconto che faceva così: borbottio, borbottio, onda lirica, borbottio, onda lirica, borbottio, onda lirica, borbottio, climax fantastico, borbottio, borbottio, ritorno al caos dal quale tutti erano derivati [Vladimir Nabokov, Nikolaj Gogol].
 
Onesti Uno che di mestiere faceva lo zar aveva chiesto al ministro dei Trasporti, un certo Klejnmichel, se aveva preparato il nuovo preventivo per la ferrovia. Il ministro aveva risposto che sì, l’aveva preparato. Erano cinquantasette milioni. Al che lo zar aveva detto che i denari non piovono dal cielo e che non avrebbe speso più di quarantacinque milioni per la ferrovia che si sarebbe chiamata come lui, Nicola. Quindi aveva fissato per un po’ Klejnmichel e aveva detto: «Ordinerò agli ingegneri di essere onesti» [Jurij Tynjanov, Il sottotenente Summenzionato].
 
Vetro Bisognava scrivere versi tali che, a gettare una poesia contro la finestra, il vetro si deve rompere [Daniil Charms, Casi].
 
Tergicristalli Wystan Hugh Auden non si dava pace sul perché i russi rubassero a tutto spiano i tergicristalli delle auto in sosta [Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio].
 
Stroncatura Gogol’, dopo aver letto sulla rivista Telegrafo di Mosca una stroncatura a un suo poemetto appena fatto pubblicare a proprie spese, con il suo domestico si era messo a fare il giro di tutte le librerie di Pietroburgo, aveva ritirato ogni copia del volumetto e le aveva bruciate. Poi, certo che di quel suo parto non rimanesse traccia alcuna, con le mani ancora odorose di fumo, aveva ordinato al suo domestico di preparare i bagagli, e tutti e due erano partiti per l’estero [Nikolaj Gogol’, I racconti di Pietroburgo (dall’introduzione di Serena Vitale)]
 
Vedove Brodskij diceva che negli anni Trenta e Quaranta, in Russia, il regime sfornava vedove di scrittori con una tale efficienza che verso la metà degli anni Sessanta ce n’era in circolazione un numero sufficiente per organizzare un sindacato.
 
Comunista Nella Mosca postrivoluzionaria era diventato talmente di moda avere almeno un parente nella classe operaia, che uno aveva detto a una ragazza che l’avrebbe sposata solo se lei gli avesse portato in dote un comunista [Nikolaj Erdman, Il mandato].
 
Nero Il telecronista sovietico che durante un incontro di box tra un nero e un polacco aveva detto che il pugile di colore si poteva distinguere dal tipo di calzoncini [Sergej Dovlatov, Il libro invisibile].
 
Sole Uno diceva: se ti chiedono cosa sia più importante, il sole o la luna, rispondi: la luna, perché il sole splende solo di giorno, quando c’è già luce comunque, mentre la luna serve a illuminare la notte [Kozma Prutkov, Aforismi].
 
Vita C’era il personaggio di un libro, di nome Činarikov, che sosteneva che il senso della vita era un’invenzione squisitamente russa e che i russi lo avevano inventato per la stessa ragione per cui gli asiatici avevano inventato il buddismo: bisogna supporre, a causa della penuria di generi di prima necessità. Diceva anche che c’erano undici dodicesimi della popolazione del globo terracqueo che non avevano mai sentito parlare del senso della vita e, assicurava, stavano benissimo [Vjaceslav Pjetzuch, La stanza libera].
 
2. Fine
 
Notizie tratte da Repertorio dei matti della letteratura russa a cura di Paolo Nori, Salani, pagine 320, € 16
 
 
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