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 2023  agosto 05 Sabato calendario

Vita di Ugo Cornia

Filobus «A Modena negli anni settanta c’erano ancora i filobus, quelli collegati ai fili elettrici. C’erano quattro sui vent’anni, studenti, che dovevano andare in un posto in periferia dove c’era un picchetto. Essendo l’epoca degli espropri proletari, in pieno centro sono saliti sul filobus e hanno urlato all’autista: “Esproprio proletario! Portaci a Modena est,” l’autista gli ha risposto: “An’s’ pol menga. Al g’ha i fil.” Loro gli hanno detto: “Non ce ne frega un cazzo se non si può. È un esproprio proletario. Portaci a Modena est!” L’autista gli ha di nuovo detto: “An’ g’ ariva menga a Modena est.” “Non ce ne frega un cazzo se non ci va. Portaci a Modena est.” Allora l’autista, che doveva essere uno calmo, ha preso uno di questi studenti a braccetto, l’ha portato dietro il filobus e gli ha detto: “Li vedi i fili?” “Sì” “Non ci vanno fino a Modena est. È meglio che espropriate un taxi”».
 
Fumare Il padre che dopo la tubercolosi fumava soltanto due pacchetti al giorno col filtro invece che tre senza filtro.
 
Legale Quella volta che una sua amica gli regalò una maglietta nera con stampata sul davanti una spirale bianca e dentro la spirale la scritta “Kein Mensch ist illegal”. «Io poi, che non so il tedesco,
un po’ a naso mi ero tradotto ’sta frase come “ogni uomo è illegale” messaggio che mi aveva subito appassionato e che trovavo pieno di intelligenza». Poi andò a pranzo da un’altra sua amica prof di tedesco che gli disse che non voleva dire che tutti gli uomini sono illegali ma che nessun uomo è illegale, «cioè che tutti gli uomini sono legali, messaggio che immediatamente mi sembrava di un’idiozia completa da dire di una cosa viva».
 
Pipì 1 «Fino a dodici anni ho fatto la pipì a letto. Poi il mio medico, il dottor Biolchini, ha consigliato ai miei di mettere un’asse di legno sotto il materasso e ho smesso».
 
Pipì 2 «Io magari sto in giro per tre ore, e posso bere e non bere in queste tre ore, e comunque magari sono stato in giro da qualche parte per tre ore e per tre ore vai tranquillo, e eccetera eccetera, e tutto è naturale e va via liscio, poi arrivi a cento metri da casa e di colpo inizia a scapparti da pisciare, prima pochino, poi di passo in passo sempre di più, e entri dentro il palazzone in una situazione già difficilissima, ma se stavi in giro senza passare da casa per un’altra mezz’ora avresti passeggiato tranquillo per un’altra mezz’ora, senza stimolo, poi appena arrivavi vicino a casa di nuovo iniziava a scapparti sempre di più, e di passo in passo di più, ma ti scappa in un modo tale che le due o tre volte peggiori mentre ero da solo in ascensore iniziavo già a sbottonare o a tirar giù la cerniera, sperando che l’ascensore facesse in fretta, e mentre infilavo le chiavi nella toppa della porta, delle volte, non essendo io circonciso, con la mano mi tenevo chiusa la pelle del prepuzio e volavo in bagno senza neanche avere il tempo di chiudere la porta di casa e la porta del bagno; poi finalmente pisciavo, e appena pisciato me lo sentivo subito sulla faccia che dopo aver pisciato avevo quella stessa faccia, con quella sensazione soddisfatta»
 
Sconti A sei, sette anni accompagnava il padre in tipografia per stampare dei manifesti del partito socialista: «Il tipo che trattava con mio padre gli chiedeva “Quanti te ne faccio?” Allora mio padre gli chiedeva “Dipende a quanto me li metti” “Dipende da quanti ne vuoi, se ne vuoi cinquanta te li metto a cento lire l’uno, se ne vuoi cento te li metto a ottanta lire, se ne vuoi cinquecento te li metto a cinquanta lire l’uno” “E se ne voglio tremila?” “Te li metto a venti lire l’uno.” “Allora facciamo così” diceva mio padre “stampane fino a quando non costano più niente l’uno.” Poi si mettevano a ridere».
 
Notizie tratte da Ugo Cornia La vita in ordine alfabetico La nave di Teseo, pag. 187 € 16
 
 
 
 
 
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