Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  agosto 05 Sabato calendario

Sui presidenti della Repubblica italiani

De Nicola «Onorevole De Nicola, decida di decidere se accetta di accettare» (Manlio Lupinacci sul Giornale d’Italia di fronte alle incertezze di De Nicola che voleva e non voleva l’elezione a capo provvisorio dello Stato).
 
De Nicola De Nicola, una volta eletto, era talmente sicuro che sarebbe stato rieletto che fece traslocare al Quirinale il suo letto d’ottone a una piazza.
 
De Nicola De Nicola, che andava in giro con un cappotto rivoltato.
 
Einaudi Einaudi, ad Andreotti che gli proponeva il Quirinale, obiettò: «Ma io sono zoppo». Andreotti: «Sì, ma le truppe si passano in rassegna a bordo di un’automobile»
 
Einaudi «La libertà economica è condizione della libertà politica» (Luigi Einaudi).
 
Einaudi Per non  perdere la cattedra, Einaudi, nel 1931, aveva giurato per il fascismo. Si seppe poi che aveva seguito il consiglio di Croce: meglio piegarsi che cedere la cattedra a un fascista. «Lo stesso suggerimento che Togliatti aveva dato ad alcuni professori comunisti».
 
Einaudi «La frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco» (Luigi Einaudi).
 
Gronchi «Io sono democristiano e cattolico praticante, ma soltanto dalla cintola in su» (Giovanni Gronchi, noto donnaiolo).
 
Segni Fidanzamento d’altri tempi quello, a Sassari, tra Antonio Segni e Laura Carta. «Antonio le scrisse una lettera al giorno (l’avrebbe fatto per anni) e, mentre andava a imbucarle, passava davanti alla casa di Laura, che, conoscendo l’ora e lo scopo di quella passeggiata, si faceva trovare sorridente alla finestra. È inutile precisare che tutto questo avveniva senza che i due si fossero mai parlati. Gli sguardi di cui abbiamo appena detto vanno aggiunti a quelli che la coppia si scambiava da lontano a messa. Finalmente, un giorno, Antonio si fece coraggio e all’uscita della chiesa fermò Laura per donarle un’immagine della Sacra Famiglia e un ramoscello di gelsomino. Il generale Giovanni Maria Dettori, amico d’infanzia del presidente, un giorno gli disse: “Sai quando ho dato il primo bacio a mia moglie? In occasione del fidanzamento ufficiale”. “Figurati”, ribatté Segni, “io solo all’uscita della chiesa, dopo le nozze…”».
 
Saragat «Quando nel ’68 ci fu il disastroso terremoto del Belice, in Sicilia, Saragat si offrì di ospitare al Quirinale sedici famiglie di sfollati. Decisione generosa, ma incauta, visto che ci vollero decenni per farli tornare in Sicilia».
 
Leone «“Vitto’, t’ajjo fatta reggina!”» (Leone appena eletto presidente alla bellissima moglie Vittoria).
 
Pertini «Il nuovo presidente della Repubblica deve certo avere un glorioso passato, ma è indispensabile che abbia un po’ di avvenire…» (Guglielmo Zucconi su Sandro Pertini eletto presidente a 82 anni).
 
Pertini «Pertini capì per primo lo straordinario potere della televisione. Non muoveva un passo, non diceva una parola, se non aveva la telecamera accanto a sé. (…) Nel 1982 l’accompagnai durante una visita in Germania. A Monaco i 900 operai italiani della fabbrica di autocarri Man lo accolsero con entusiasmo. Lui si avventò su un gruppo di connazionali, cominciò a salutarli alla sua maniera, e, dopo poche parole, mi guardò indispettito: “E il microfono?”. Ce n’era uno a giraffa che gli penzolava sulla testa, ma lui non l’aveva visto».
 
1.       Continua
 
Notizie tratte da: Bruno Vespa Quirinale. Dodici presidenti tra pubblico e privato Rai Libri, 256 pagine € 19
 

Cossiga Nel 1985, «quando si riunirono i deputati e i senatori della Dc per proporre la candidatura ufficiale del partito, De Mita disse che Cossiga avrebbe potuto farcela subito. Mi raccontò Andreotti di aver resistito a un’offerta comunista di candidarsi. E aggiunse che “Forlani mosse un’obiezione di metodo: riflettiamo, la tradizione non è di votare il presidente al primo turno. Allora intervenni: se per la prima volta ci troviamo nella condizione di poter eleggere un democristiano al primo turno, un rifiuto sarebbe un peccato contro lo Spirito Santo. Il Pci diede il suo consenso, anche se non tutto il partito era d’accordo con la proposta”. […] Il 24 giugno 1985 Francesco Cossiga veniva eletto presidente della Repubblica al primo scrutinio».

 

Cossiga Talmente patito dell’elettronica che le compagnie telefoniche gli mandavano i primi cellulari perché li testasse.

Cossiga Cossiga, scatenato negli ultimi due anni del suo mandato, «riassunse le sue opinioni in un dirompente messaggio inviato alle Camere il 26 giugno 1991: 82 cartelle che furono il certificato di morte della Prima Repubblica. Cossiga chiese l’elezione diretta del capo dello Stato, il sistema maggioritario uninominale per la Camera dei deputati e l’istituzione di referendum propositivi (e non solo abrogativi, come previsto dalla Costituzione). Denunciò la crisi dei partiti e aprì una fase costituente alla quale il Palazzo non era affatto preparato. Andreotti si rifiutò di controfirmare il messaggio e delegò alla bisogna il ministro guardasigilli, Claudio Martelli».

Cossiga Nel 1992 Francesco Cossiga «si dimise senza avvertire né Andreotti né De Mita. Per uno dei suoi insondabili guizzi caratteriali, avvertì soltanto il presidente della Camera, Oscar Luigi Scalfaro, suo nemico irriducibile e critico implacabile negli ultimi anni. Il 25 aprile invitò al Quirinale come testimoni chi scrive, i direttori del Tg2 e del Tg3 e Gianni Letta in rappresentanza delle reti Fininvest. Parlò per 44 minuti. E alla fine pianse. Poi, ci invitò nel suo studio. Si accasciò su una poltrona e ordinò champagne: “Non sono più presidente della Repubblica. Pago io”. Bevemmo Krug con euforica malinconia».

Scalfaro Scalfaro, da vicepresidente del tribunale di Novara, era stato membro del pool di pubblici ministeri che avevano chiesto e ottenuto la fucilazione di sei fascisti (1945). Uno di questi si chiamava Domenico Ricci e abitava nello stesso stabile del futuro presidente. «La figlia di Domenico gli chiese se il padre fosse colpevole. Sul momento Scalfaro disse alla bambina: “Tuo padre è in Paradiso e prega per te”. Dieci anni dopo che il Giornale aveva sollevato il caso, nel 2006, a Pierangelo Maurizio che gli chiedeva chiarimenti per AdnKronos, Scalfaro rispose: “Lo interrogai. Era colpevole? Non lo so”».

Ciampi Carlo Azeglio Ciampi, governatore della Banca d’Italia e ministro del Tesoro artefice dell’ingresso dell’Italia nell’area euro, non era un economista: aveva invece una laurea in Lettere classiche e una in Giurisprudenza. A Paolo che, quando era direttore generale della Banca d’Italia, se n’era accorto, spiegò: «Si può studiare anche fuori dell’università».

Ciampi Ciampi avendo sdoganato la parola “patria” («la amo perché ci trova tutti uniti in questa comunità di sentimenti), la moglie Franca Pilla, al momento dell’eventuale rielezione, dichiarò: «Pro patria mori, proprio no».

Napolitano Napolitano, tutta la vita a fare ammenda per aver difeso nel ’56 l’invasione sovietica dell’Ungheria

Napolitano Il “dolce colpo di stato” di Napolitano nel 2011, quando fece cadere Berlusconi: definizione di Jürgen Habermas.

Vespa Nel 2015 Berlusconi propose a Matteo Renzi di eleggere al Quirinale lo stesso Bruno Vespa.

Notizie tratte da: Bruno Vespa Quirinale. Dodici presidenti tra pubblico e privato Rai Libri, 256 pagine € 19

@font-face {font-family:"Cambria Math"; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:roman; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1107305727 0 0 415 0;}@font-face {font-family:Times; panose-1:0 0 5 0 0 0 0 2 0 0; mso-font-alt:Times; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:auto; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1342185562 0 0 415 0;}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; margin:0cm; mso-pagination:widow-orphan; font-size:18.0pt; font-family:Times; mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-theme-font:minor-fareast; mso-bidi-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}.MsoChpDefault {mso-style-type:export-only; mso-default-props:yes; font-size:48.0pt; mso-ansi-font-size:48.0pt; mso-bidi-font-size:28.0pt; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoPapDefault {mso-style-type:export-only; margin-bottom:10.0pt;}div.WordSection1 {page:WordSection1;}