il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2023
Sulla punteggiatura
Hugo Victor Hugo voleva sapere quanto stessero vendendo I miserabili (1862) e mandò all’editore un telegramma di un solo carattere: «?». Il libro aveva già venduto seimila copie, così l’editore potè rispondere: «!».
? Sull’origine del punto interrogativo, parecchie teorie, nessuna sostenuta da fonti testuali. Prima teoria: viene dall’antico Egitto, la sua forma è quella della coda di gatto. Seconda teoria: è il latino quaestio, abbreviato in qo, con la “q” che, passando il tempo, viene alla fine sovrapposta alla “o”.
! I monaci, alla fine di certe frasi, scrivevano “io”, cioè “gioia” in latino, con la “I” maiuscola e la “o” minuscola. Anche in questo caso, a un certo punto, la “I” finì sopra la “o”. Il punto esclamativo era detto “punto di ammirazione”.
Leonard Secondo Elmore Leonard, si dovrebbe adoperare il punto esclamativo non più di una volta ogni centomila parole. Esaminati i suoi scritti, risultò però che Leonard, ogni centomila parole, metteva 49 punti esclamativi.
Latini I latini scrivevano in maiuscolo e senza interporre spazi tra una parola e l’altra.
Twain «Il mio lavoro consiste nell’abbattere la punteggiatura con cui i tipografi correggono la mia punteggiatura, e nel restaurare la mia» (Mark Twain).
Denhan Henry Denham, nel 1580, propose il punto interrogativo capovolto, con cui si sarebbero segnalate le domande retoriche. Non ebbe alcun seguito.
@ Il primo utilizzo della chiocciola si trova in una lettera del 1536 di Francesco Lapi, mercante fiorentino. La @ era adoperata nel senso di “amphorae”, unità di misura relativa alle anfore di terracotta in cui venivano trasportati vino, grano e spezie. In seguito i commercianti la utilizzarono come simbolo di “prezzo”: “15 mele @ 15 centesimi”.
# Il cancelletto (o hashtag) origina dall’abbreviazione medievale “lb” per “libra pondo”, un’unità di peso. Senonché “lb” si leggeva troppo spesso “16” e di conseguenza, nel XIV secolo, si ricorse a una linea che attraversava le due lettere, e questo segno, nel tempo, si trasformò nel moderno #.
Il simbolo divenne popolare negli anni ’60 quando venne utilizzato dalla Bell Laboratories per agire da tasto di funzione nelle tastiere dei telefoni. A quei tempi il cancelletto non aveva un significato specifico, ma venne selezionato perché era un simbolo familiare e già incorporato nelle tastiere delle macchine da scrivere.
• Per risolvere il problema di capire come separare idee o demarcare la fine di un pensiero, alcuni monaci, per indicare la fine di una frase, iniziarono ad utilizzare tre punti (due sotto e uno sopra). Fu Isidoro di Siviglia (560-636) a popolarizzare il punto unico, anche noto come distinctio finalis.
, La virgola fu inizialmente utilizzata per aiutare la lettura ad alta voce di testi religiosi. Gli scribi piazzavano un punto sopra la parola per indicare dove il lettore avrebbe dovuto respirare. Nel XII secolo Boncompagno da Signa ricorse, per questo stesso scopo, a una barra obliqua. Con la nascita della stampa parecchi simboli concorsero alla gara per rappresentare la virgola. William Caxton, creatore della prima stampa in Inghilterra, inclinò leggermente la barra obliqua di Boncompagno. Ma Aldo Manuzio, il grande veneziano, ebbe l’idea definitiva: una piccola onda verticale. Vittoria completa, la virgola come noi la conosciamo apparve sulle stampe inglesi già nel 1520.
Notizie tratte da Claire Cock-Starkey Hyphens & Hashtags Bodleian Library, Oxford, 192 pagine £22.50
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