Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  agosto 05 Sabato calendario

Sull’influenza

Influenza Termine coniato nell’Italia del XIV secolo quando si attribuiva l’origine delle malattie all’«influenza» degli astri.
 
Nomi Nel 2015 l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato delle linee guida per i nomi da dare alle malattie: non devono contenere riferimenti a luoghi, persone, animali o cibi specifici, né parole che possano generare paure, come «fatale» o «ignota». Si dovrebbero invece usare descrizioni generiche dei sintomi, come «disturbo respiratorio», insieme ad aggettivi qualificativi specifici, per esempio «infantile» o «costiero», e al nome dell’agente che provoca la malattia. Quando è necessario distinguere tra malattie che possono essere descritte con gli stessi termini bisognerebbe ricorrere a espressioni generiche quali uno, due, tre.
 
Sars Acronimo per severe acute respiratory syndrome (sindrome respiratoria acuta grave): «Sembra impossibile che un nome del genere possa offendere qualcuno, invece è successo. Alcuni abitanti di Hong Kong – uno dei luoghi in cui nel 2003 si scatenò un focolaio della malattia – furono tutt’altro che felici della scelta, dal momento che nel nome ufficiale del paese è presente il suffisso Sar, “special administrative region”».
 
Numeri In Cina, per evitare ondate di panico tra la popolazione, le malattie venivano chiamate con i numeri: 1, vaiolo, 2. colera, 3, peste, 4, antrace.
 
Spagnola In Spagna, quando nel maggio del 1918 arrivò l’influenza, le diedero il nome di Soldato napoletano, dal titolo della canzonetta dello spettacolo di gran successo a Madrid La canción del olvido (La canzone dell’oblio), una zarzuela basata sulla leggenda di Don Giovanni. A Parigi la cosiddetta “spagnola” arrivò prima che a Madrid, tuttavia i francesi, saputo che il contagio dilagava al di là dei Pirenei, la chiamarono grippe espagnole.
 
Falsi In Senegal la spagnola era «influenza brasiliana», in Brasile «influenza tedesca», la Germania per non spaventare le truppe «pseudoinfluenza», in Danimarca «influenza del sud», in Polonia «la bolscevica», in Persia «la britannica», in Giappone – dove i primi ad ammalarsi furono i lottatori – «influenza del sumo». Un giornale di Freetown suggerì di chiamare la malattia manhu che in ebraico significa «che cos’è?». Gli abitanti di Cape Coast, in Ghana, la chiamarono Mowure Kodwo, dal nome della prima loro vittima. In Africa, la malattia fu fissata per l’eternità nei nomi delle generazioni nate in quel periodo. In Nigeria, presso gli igbo, per esempio, i nati tra il 1919 e il 1921 sono detti ogbo ifelunza, «generazione dell’influenza». La parola ifelunza, chiaramente una storpiatura di «influenza», entrò nel lessico igbo per la prima volta quell’autunno. Con il passare del tempo fu adottato quello già in uso nei paesi più potenti della terra: i vincitori della grande guerra. La pandemia diventò quindi nota come «influenza spagnola» – ispanka, espanhola, la grippe espagnole, die Spanische Grippe. Un falso storico scolpito nella pietra.
 
Nomi Il primo nome dato all’Aids: «immunodeficienza gay-correlata». L’influenza suina è trasmessa dagli esseri umani, non dai maiali. L’Ebola prende il nome dal fiume Ebola (Africa centrale). Il virus Zika si chiama come la foresta in Uganda in cui fu isolato per la prima volta nel 1947, ma oggi rappresenta una gravissima minaccia nelle Americhe.
 
 
(1.   Continua)
 
Notizie tratte da: Laura Spinney 1918 L’influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo Marsilio. Pagine 348, € 12,00.


Morti 1 Numero di vittime dell’influenza russa (1889-1895): un milione. Numero di vittime della prima guerra mondiale (1914-1918): diciassette milioni. Numero di vittime della seconda guerra mondiale (1939-1945): sessanta milioni. Numero di vittime dell’influenza spagnola (marzo 1918-marzo 1920): tra cinquanta e cento milioni. Tra il 2,5% e il 5% della popolazione mondiale
La maggior parte dei decessi si verificò nel corso di tredici settimane, tra la metà di settembre e la metà di dicembre 1918.
 
1918 Cose sul 1918: le tele di Joan Miró furono derise alla prima personale dell’artista a Barcellona; il mezzo di trasporto più comune era ancora il mulo; la Persia, una nazione tre volte più grande della Francia, aveva dodici chilometri di ferrovie, trecento chilometri di strade e una sola automobile: quella dello scià. Nell’aprile 1918 negli Usa l’influenza era già epidemica nel Midwest, nelle città della costa orientale dove si imbarcavano i soldati e nei porti francesi dove sbarcavano. A metà aprile aveva raggiunto le trincee del fronte occidentale. In Europa c’era un caldo fuori stagione, ma le truppe tedesche cominciarono a lamentarsi del cosiddetto Blitzkatarrh, cosa che senza dubbio mise in allarme Richard Pfeiffer, responsabile sanitario della Seconda armata dell’esercito tedesco, da cui prende il nome il bacillo. Dal fronte, l’influenza si diffuse rapidamente a tutta la Francia e da lì a Gran Bretagna, Italia e Spagna. Verso la fine di maggio anche il re, Alfonso XIII, si ammalò a Madrid, insieme al primo ministro e ai membri del suo governo.
 
Morti 2 In Francia la guerra fece sei volte più vittime dell’influenza, in Germania quattro, in Gran Bretagna tre e in Italia due. Ma in tutti gli altri continenti – ad eccezione dell’Antartide che fu risparmiata da entrambi i disastri – il numero dei morti dovuti all’influenza superò quello della guerra.
 
Malattie In tutti i conflitti del XVIII e del XIX secolo si sono avute più vittime a causa delle malattie che sul campo di battaglia.
 
Malattie Dodicimila anni fa, da qualche parte nelle vaste pianure dell’Eurasia, un cacciatore-raccoglitore tirò su un recinto intorno a un paio di pecore selvatiche e inventò l’allevamento del bestiame. La trovata di quel primo cacciatore è nota come “rivoluzione agricola”. Le nuove attività collettive legate all’agricoltura e all’allevamento portarono al sorgere di nuove malattie, le cosiddette “malattie di massa”, come morbillo, vaiolo, tubercolosi e influenza.
 
Antille L’influenza è la malattia che si portò dietro Cristoforo Colombo nel 1493 nel suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo e che, dopo una sua sosta nelle isole, spazzò via buona parte della popolazione amerinda delle Antille.
 
Batteri L’ottico olandese Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723), che un giorno passando una lente di ingrandimento sopra una goccia d’acqua di stagno si accorse per primo che brulicava di vita.
 
Città Uruk, nell’odierno Iraq, era cinquemila anni fa la città più grande del mondo. Contava circa ottantamila abitanti racchiusi in un’area di sei chilometri quadrati cinta da mura. La maggior parte della popolazione morì poi di influenza.
 
Mura «Da ogni altra cosa è possibile mettersi al sicuro, ma rispetto alla morte noi tutti abitiamo una città senza mura» (Epicuro, III secolo a.C.).
 
(2.   Continua)
 
Notizie tratte da: Laura Spinney 1918 L’influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo Marsilio. Pagine 348, € 12,00.
 
 
Anatre Tra le incubatrici preferite del virus: l’anatra. Anatre presenti nel mondo, tra domestiche e selvatiche: due miliardi.
 
Geni Da almeno centocinquant’anni i geni dell’influenza passano dagli uccelli domestici a quelli selvatici e viceversa. In altre parole: grazie alle nostre pratiche zootecniche stiamo immettendo geni dell’influenza nella natura.
 
Uccelli Gli uccelli selvatici ospitano, di solito senza ammalarsi, un’ampia varietà di influenze, non nei polmoni come gli esseri umani, ma nell’apparato digerente. Spargono il virus nell’acqua con le feci, dove altri uccelli lo raccolgono, e ceppi diversi che si incontrano nello stesso animale possono scambiarsi i geni per produrne uno nuovo.
 
Hannoun Claude Hannoun studiò nell’estuario della Somme cinque specie di anatre migratrici e scoprì che ospitavano complessivamente un centinaio di ceppi influenzali diversi. Spesso un singolo uccello ospitava anche più d’un ceppo, e alcuni erano ibridi che non si abbinavano ad alcun sottotipo noto. In altre parole, Hannoun aveva colto l’influenza nell’atto di evolversi.
 
Recettori I recettori delle cellule che rivestono il polmone umano hanno una forma diversa da quelli che rivestono l’intestino delle anatre. Per il salto dagli uccelli agli esseri umani, è necessaria la presenza di un ospite intermedio in cui il virus potesse adattarsi da un tipo di recettore all’altro. Questo ospite intermedio è il maiale. I recettori delle cellule che rivestono il tratto respiratorio dei maiali possono legarsi sia con il virus dell’influenza aviaria sia con quello dell’influenza umana. I maiali rappresentano il crogiolo ideale per lo sviluppo di un nuovo ceppo capace di infettare gli umani.
 
Aragosta L’aragosta dei Caraibi – Panulirus argus – è un animale molto socievole, ma si rifiuta di condividere un rifugio con un’aragosta contagiata da un virus letale.
 
Elefanti L’esperta di elefanti Cynthia Moss racconta che dopo un abbattimento selettivo in un parco ugandese i guardiani sistemarono in un capanno le orecchie e i piedi mozzati degli animali, con l’idea di venderli in seguito come borse e portaombrelli. Una notte, alcuni elefanti fecero irruzione nel capanno e seppellirono i resti.
 
Dujarric L’8 ottobre del 1918 René Dujarric de la Rivière, aristocratico, giovane scienziato ventinovenne del Périgord si fece iniettare in corpo il sangue filtrato di un malato di influenza e si ammalò. Guarì dopo 5 giorni. Allora si spennellò nella gola un’emulsione filtrata di saliva di un paziente malato di influenza e attese. Non riscontrando altri sintomi concluse che il primo esperimento lo aveva immunizzato contro il secondo. Mise tutto per iscritto e inviò la sua relazione al direttore dell’istituto Pasteur, Émile Roux. Nel documento Dujarric dedusse che, dato che il sangue che gli era stato iniettato era filtrato, quindi privo di batteri, l’influenza fosse causata da un virus. Cosa fosse un virus non lo sapeva neanche lui. Le uniche due cose che poteva dire con certezza era che si trattava di qualcosa di più piccolo di un batterio e in grado di trasmettere una malattia.
 
Virus 2 Un virus è all’incirca venti volte più piccolo di un batterio
 
Redivivo Estinto fino al 2005, il ceppo H1N1 che provocò l’influenza spagnola è vivo e prigioniero in una struttura di contenimento di massima sicurezza ad Atlanta, in Georgia. È stato risuscitato con l’obiettivo di studiarlo. Non tutti sono convinti che sia stata una mossa saggia.
(3. continua)
 
Notizie tratte da: Laura Spinney 1918 L’influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo Marsilio. Pagine 348, € 12,00.
 
@font-face {font-family:"Cambria Math”; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:roman; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1107305727 0 0 415 0;}@font-face {font-family:Calibri; panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536859905 -1073732485 9 0 511 0;}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:"”; margin:0cm; mso-pagination:widow-orphan; font-size:30.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; color:#44546A; mso-themecolor:text2; mso-fareast-language:EN-US; font-weight:bold; mso-bidi-font-weight:normal;}.MsoChpDefault {mso-style-type:export-only; mso-default-props:yes; font-size:28.0pt; mso-ansi-font-size:28.0pt; mso-bidi-font-size:28.0pt; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoPapDefault {mso-style-type:export-only; margin-bottom:10.0pt;}div.WordSection1 {page:WordSection1;}
 
Sand Nel 1838 la scrittrice francese George Sand portò il suo amante Frédéric Chopin, malato di tubercolosi, sull’isola spagnola di Maiorca, sperando che il clima mediterraneo alleviasse i dolori del suo «povero angelo malinconico». Non si aspettava che guarisse – nella sua mente la tubercolosi era incurabile –, e nemmeno immaginava che lui potesse contagiarla. Quando la coppia arrivò a Palma scoprì che gli abitanti non volevano avere niente a che fare con loro. Come scrisse George Sand infuriata a un amico, fu chiesto loro di andarsene, perché la tubercolosi «è estremamente rara a quelle latitudini e, per di più, è considerata contagiosa!»
Oggi sappiamo che la tubercolosi è causata dal Mycobacterium tuberculosis, ma che la suscettibilità a questo batterio è ereditaria. Qualcosa di simile vale anche per l’influenza, una malattia che cent’anni fa si pensava fosse batterica. Per quanto ne sappiamo, l’influenza è causata da un virus, ma dipende anche parzialmente dai geni umani. Capirlo ci ha aiutato a dare un senso all’estrema variabilità delle sue manifestazioni, che era stata così sconcertante nel 1918. Se allora non si riusciva a vedere quel che accadeva sotto la superficie, oggi possiamo farlo.
 
Jung Jung, nel 1918, di anni 43. Dirige un campo di ufficiali britannici nel villaggio di Châteaud’Œx. La moglie di uno di questi ufficiali gli racconta d’aver sognato un grosso serpente marino e gli spiega: «Significa malattia». Infatti, dopo qualche giorno, si diffonde nel campo la spagnola e nella testa di Jung la convinzione che i sogni siano effetivamente premonitori.
 
Massine Altro sogno a Londra, 5 settembre 1918. Léonide Massine, che al Coliseum Theatre deve mettere in scena con i Balletti russi la Cleopatra, si vede nel sonno tutto nudo, a parte un perizoma. È morto, sta sdraiato sul palcoscenico, un freddo da brividi gli penetra piano nelle ossa. Si sveglia e non ha niente, e non avrà mai niente, ma il giorno dopo gli riferiscono che il poliziotto di guardia davanti al teatro – un omone grande e grosso – è stato portato via dalla spagnola.
 
Kafka Kafka tubercolotico, ricoverato a Praga da cittadino austroungarico e dimesso alla fine da cittadino della libera repubblica ceca. Reiner Stach: «Il primissimo mattino di malattia. la famiglia di Kafka fu svegliata da rumori insoliti, dal clangore delle armi e da ordini gridati ad alta voce. Quando aprirono le tende, videro qualcosa di allarmante: interi plotoni marciavano lungo le buie stradine laterali per isolare l’Altstädter Ring» L’esercito era stato mobilitato per sedare la minaccia concreta di una rivoluzione, vista la disastrosa situazione alimentare, e fermare il sempre più forte movimento che si batteva per l’indipendenza ceca. «Fu di sicuro angosciante, ma di certo anche un po’ comico».
 
Gandhi Gandhi a digiuno nell’estate del 1818 a causa di un attacco di dissenteria. E però un giorno cede alla tentazione e mangia una ciotola di porridge di grano dolce preparata dalla moglie Kasturba. «Bastò per attirare su di me l’attenzione dell’angelo della morte: entro un’ora la dissenteria ricomparve in forma acuta». Non era dissenteria, ma influenza spagnola, variante gastrica.
 
Schiele Ne La famiglia dell’austriaco Egon Schiele sono ritratti lui, la moglie Edith e il figlioletto. Famiglia in realtà mai esistita. Edith morì nell’ottobre 1918, incinta di sei mesi. Schiele se ne andò tre giorni dopo, mentre dipingeva questa tela. Aveva ventotto anni.
(4. fine)
 
Notizie tratte da: Laura Spinney 1918 L’influenza spagnola. La pandemia che cambiò il mondo Marsilio. Pagine 348, € 12,00.
 
 
 
 
 
@font-face {font-family:"Cambria Math”; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:roman; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1107305727 0 0 415 0;}@font-face {font-family:Calibri; panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536859905 -1073732485 9 0 511 0;}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:"”; margin:0cm; mso-pagination:widow-orphan; font-size:30.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; color:#44546A; mso-themecolor:text2; mso-fareast-language:EN-US; font-weight:bold; mso-bidi-font-weight:normal;}.MsoChpDefault {mso-style-type:export-only; mso-default-props:yes; font-size:28.0pt; mso-ansi-font-size:28.0pt; mso-bidi-font-size:28.0pt; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoPapDefault {mso-style-type:export-only; margin-bottom:10.0pt;}div.WordSection1 {page:WordSection1;}
 
@font-face {font-family:"Cambria Math”; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:roman; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1107305727 0 0 415 0;}@font-face {font-family:Calibri; panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536859905 -1073732485 9 0 511 0;}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:"”; margin:0cm; mso-pagination:widow-orphan; font-size:30.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; color:#44546A; mso-themecolor:text2; mso-fareast-language:EN-US; font-weight:bold; mso-bidi-font-weight:normal;}p.MsoListParagraph, li.MsoListParagraph, div.MsoListParagraph {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:10.0pt; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}p.MsoListParagraphCxSpFirst, li.MsoListParagraphCxSpFirst, div.MsoListParagraphCxSpFirst {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-type:export-only; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:0cm; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}p.MsoListParagraphCxSpMiddle, li.MsoListParagraphCxSpMiddle, div.MsoListParagraphCxSpMiddle {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-type:export-only; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:0cm; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}p.MsoListParagraphCxSpLast, li.MsoListParagraphCxSpLast, div.MsoListParagraphCxSpLast {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-type:export-only; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:10.0pt; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoChpDefault {mso-style-type:export-only; mso-default-props:yes; font-size:28.0pt; mso-ansi-font-size:28.0pt; mso-bidi-font-size:28.0pt; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoPapDefault {mso-style-type:export-only; margin-bottom:10.0pt;}div.WordSection1 {page:WordSection1;}ol {margin-bottom:0cm;}ul {margin-bottom:0cm;}
 
@font-face {font-family:"Cambria Math”; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:roman; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1107305727 0 0 415 0;}@font-face {font-family:Calibri; panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536859905 -1073732485 9 0 511 0;}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:"”; margin:0cm; mso-pagination:widow-orphan; font-size:30.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; color:#44546A; mso-themecolor:text2; mso-fareast-language:EN-US; font-weight:bold; mso-bidi-font-weight:normal;}p.MsoListParagraph, li.MsoListParagraph, div.MsoListParagraph {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:10.0pt; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}p.MsoListParagraphCxSpFirst, li.MsoListParagraphCxSpFirst, div.MsoListParagraphCxSpFirst {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-type:export-only; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:0cm; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}p.MsoListParagraphCxSpMiddle, li.MsoListParagraphCxSpMiddle, div.MsoListParagraphCxSpMiddle {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-type:export-only; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:0cm; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}p.MsoListParagraphCxSpLast, li.MsoListParagraphCxSpLast, div.MsoListParagraphCxSpLast {mso-style-priority:34; mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-type:export-only; margin-top:0cm; margin-right:0cm; margin-bottom:10.0pt; margin-left:36.0pt; mso-add-space:auto; mso-pagination:widow-orphan; font-size:28.0pt; font-family:"Times New Roman”,serif; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoChpDefault {mso-style-type:export-only; mso-default-props:yes; font-size:28.0pt; mso-ansi-font-size:28.0pt; mso-bidi-font-size:28.0pt; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-fareast-language:EN-US; mso-bidi-font-style:italic;}.MsoPapDefault {mso-style-type:export-only; margin-bottom:10.0pt;}div.WordSection1 {page:WordSection1;}ol {margin-bottom:0cm;}ul {margin-bottom:0cm;}